Corriere della Sera 11 febbraio 2008, Massimo Nava, 11 febbraio 2008
Crisi e veleni alla corte di Sarko. Corriere della Sera 11 febbraio 2008. Amaro il destino dei cortigiani quando il vento a corte cambia direzione
Crisi e veleni alla corte di Sarko. Corriere della Sera 11 febbraio 2008. Amaro il destino dei cortigiani quando il vento a corte cambia direzione. David Martinon, 36 anni, portavoce dell’Eliseo e protetto dall’ex first lady Cécilia, godeva fino a ieri dei favori del presidente, tanto da essere proiettato alla guida di Neuilly- sur-Seine, ricco municipio fuori Parigi dove, vent’anni fa, cominciò la folgorante carriera di Nicolas Sarkozy, sindaco a soli 28 anni. Ma ieri, il giovane candidato con l’aria da dandy, che veste Prada come Cécilia, è stato costretto a mettere fra parentesi l’ambizione di prendere il posto che per vent’anni è stato occupato da Sarkozy. Vittima di una congiura di corte, o meglio di feudo, guidata nientemeno che da Jean Sarkozy, il figlio che il presidente ha avuto dalla prima moglie, Marie-Dominique Culioli, lasciata per amore di Cécilia. Una congiura interna alla destra, che ha la maggioranza assoluta dal tempo in cui le congiure le organizzava il giovane Sarkozy, con l’avvallo dei suoi grandi protettori di allora: Balladur e Chirac. Jean, ventenne, fino a qualche giorno fa faceva campagna con Martinon. Eleganti, biondi, giovani: sembravano i dioscuri del presidente, in sintonia con il marketing politico adatto alla ricca e sofisticata popolazione di Neuilly. Ieri il colpo di scena. Colpa dei sondaggi negativi a pochi giorni dalle elezioni amministrative e del malumore nell’Ump, il partito del presidente, che non ha gradito un’ investitura imposta dall’Eliseo. Martinon era dato per perdente contro l’altro candidato della destra, Jean-Christophe Fromantin, più radicato nella realtà municipale. Il figlio del presidente ha deciso di formare una nuova lista, unendosi al capo della sezione locale dell’Ump e a Marie- Cécilia Menard, imprenditrice, che conquistò il seggio dipartimentale lasciato da Sarkozy per incompatibilità. «Neuilly ha una forte identità. La gente vuole che i candidati siano radicati nella realtà. Gli elettori ci hanno chiesto di lavorare insieme, ma sono emersi gravi dissensi con David», ha detto Jean Sarkozy, mentre Martinon, nella piazza del mercato, eludeva le domande dei giornalisti. Oggi, il segretario dell’ Ump, Patrick Devedjian, ha convocato la direzione a Parigi per discutere la composizione della lista. Ma il destino di Martinon sembra già deciso nella segrete stanze dell’Eliseo. Jean Sarkozy non avrebbe potuto prendere un’iniziativa così clamorosa senza l’avvallo del padre. Difficile inoltre immaginare che il presidente, di fronte allo scarso feeling raccolto dal suo candidato, si rassegnasse a una sconfitta personale nella città dove è nato, dove vivono i famigliari e ha costruito la carriera. Smacco inaccettabile, tanto più che a Neuilly, uno dei più ricchi comuni di Francia, risiede il fior fiore dell’establishment finanziario e industriale che lo ha sostenuto nella corsa all’Eliseo. Nella congiura di Neuilly e sul destino di Martinon hanno pesato anche sentimenti e vicende private del presidente. Sarkozy gli rimproverò pubblicamente di non aver saputo gestire un’intervista con una giornalista americana che gli pose a sorpresa una domanda sul divorzio. Martinon, che ieri non è partito con il presidente, in visita nella Guyana, è considerato un protetto di Cécilia, poco amato dai fedelissimi della prima ora che non sopportavano l’influenza della ex moglie sul presidente. La congiura di Neuilly è indicativa della crisi di nervi in atto all’Eliseo: critiche dall’ opinione pubblica, delusione di grandi patron e amici intimi, sondaggi in calo, polemiche nel governo, attacchi alla stampa e procedura giudiziaria contro il giornalista che ha divulgato il presunto sms a Cécilia: «Se torni, annullo tutto». Anche esponenti di primo piano danno la misura del clima: Rama Yade, la bellissima responsabile dei diritti umani, parla di «carognate » da parte dei giornalisti. François Copé, capogruppo Ump, rivolge un appello al cessate il fuoco. Ieri, Sarkozy è apparso in televisione. Un messaggio sull’Europa, un punto a suo favore dopo l’approvazione parlamentare del trattato semplificato. Difficile che basti a risalire la china prima del voto di marzo. I socialisti, al governo in 21 regioni su 22 e a Parigi, già sognano un’onda rossa dopo lo tsunami blu del maggio scorso. Ma i sondaggi non sono il Vangelo e i francesi, si sa, si divertono a sorprendere. Massimo Nava