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 2008  febbraio 11 Lunedì calendario

La rivoluzione degli spettatori. La Repubblica 11 febbraio 2008. Pensate di essere capaci di raccontare una bella storia in tv o di girare un buon reportage televisivo? Voi mandate i vostri 2-10 minuti di video e, se sono davvero buoni, ve li trasmettono

La rivoluzione degli spettatori. La Repubblica 11 febbraio 2008. Pensate di essere capaci di raccontare una bella storia in tv o di girare un buon reportage televisivo? Voi mandate i vostri 2-10 minuti di video e, se sono davvero buoni, ve li trasmettono. Ah, in più - sorpresa - ve li pagano: fra i 200 e i mille dollari, secondo lunghezza e qualità. Perché dove sta scritto che la buona tv, anche se fatta da un dilettante, debba essere gratis? Siete stufi degli spot in tv, siete convinti che siano bolsi e volgari, voi avete un´idea molto migliore per fare pubblicità al telefonino o alla macchina? Girate il vostro spot e mandatelo. Se è buono e se l´azienda è d´accordo, andrà in onda e intascherete qualche decina di migliaia di dollari. Può darsi, anzi, che l´azienda lo trovi talmente azzeccato da portarlo nella sua campagna ufficiale, felice di risparmiare il milione di dollari che le costerebbero dei professionisti. Forse sarà la Toyota la prima a partire con uno spot prodotto in casa da qualche dilettante. Una You Tube al cubo: informazione, spettacolo, pubblicità autoprodotti, con il turbo dell´impatto mediatico della tv. Tutto questo negli Usa, attraverso Current Tv. E, fra aprile e maggio, anche in Italia, dove Current si prepara a sbarcare, con una edizione italiana e in italiano, sulle parabole di Sky: cominciate a ruminare copioni. Nell´ex fabbrica del caffè, davanti al grande stadio del baseball, dove hanno piazzato i loro server e i loro computer (nell´era delle videocamere tenute con tre dita, non serve molto altro) gli uomini e le donne di Current sono convinti di stare covando una rivoluzione. Che di politico, apparentemente, non ha nulla. Noi conosciamo Current come la tv di Al Gore, ma Gore - sottolinea Joel Hyatt, che con l´ex vicepresidente l´ha fondata - non è mai apparso sui suoi schermi, non mette bocca sui programmi e la tv non parla in particolare di ambiente (il grande tema di Gore), né è particolarmente progressista. Quello che è di sinistra, dice Hyatt, e che ha attirato Gore nell´impresa, è l´idea di rompere il monopolio dei media tradizionali, di aprire il potere della piattaforma televisiva a chi, finora, è rimasto fuori dal recinto. Agli utenti, a tutti noi. In realtà, l´abbiamo appena chiamata Current Tv, ma David Neuman, il capo della programmazione, transfuga felice da Cnn, si inalbera: «Current e basta. Noi siamo insieme tv e Internet, vogliamo colmare la distanza fra i due schermi». La base delle operazioni è il sito (http://current.com), con il suo menu di notizie, informazioni, commenti, forum, chat, dove è possibile sfogliare e vedere, come su un juke box, i programmi della tv e i video sottoposti dagli utenti. Perché sono poi i visitatori del sito a votare e decidere quali mandare in onda. Current ha recentemente vinto un Emmy (gli Oscar della tv americana), come «migliore tv interattiva», una definizione inconsapevolmente ironica. Perché il tradizionale concetto di tv interattiva (dove lo spettatore sceglie da un menu di programmi) a Current è rovesciato di 180 gradi: sono gli utenti a fare i programmi che andranno in onda. «Si tratta - dice Hyatt - di portare l´Internet intelligente in tv, non la tv stupida sugli schermi di Internet». Una sorta di You Tube potenziata dal mezzo televisivo, perché Hyatt non è convinto che la tv sia destinata a morire per mano di Internet. «I dati non supportano la tesi che la gente non veda la tv. La media è di 32 ore a settimana. La differenza è che, soprattutto i giovani, la vedono, tenendo d´occhio contemporaneamente lo schermo del computer e rimbalzando da uno schermo all´altro. E noi rimbalziamo con loro». Attualmente, accanto ai cartoni animati, i servizi giornalistici, gli spettacoli che produce direttamente Current, il materiale fornito dagli utenti rappresenta circa il 30 per cento dei programmi ed è in continua crescita. Il risultato è un palinsesto giocato sui ritmi nervosi e spezzettati dei videoclip musicali, i più adatti alla sensibilità della platea di giovani fra i 18 e i 34 anni che rappresentano l´obiettivo di Current. Negli Usa, oggi, Current è al sesto posto fra le tv nella fascia fra i 18 e i 34 anni, e al primo in quella fra 25 e 34. I temi che propone e che le vengono proposti dai suoi utenti vanno dal concerto rock, raccontato dal montaggio delle immagini di 200 diversi videofonini, al racconto di una guerra con le pistole ad acqua nelle vie della città, sul modello dei gangster movies. Ma anche a reportage in presa diretta da Gaza o dalla New Orleans di Katrina, dove e quando i media tradizionali non potevano arrivare. Più naturalmente, la pubblicità fatta in casa che, dice il direttore operativo, Mark Goldman, è un incontrastato successo: «Di fatto, quando annunciamo che c´è la pubblicità, gli ascolti aumentano». Vedremo come questa rivisitazione guidata del potere diffuso del web reagirà, quando la formula sarà riproposta in salsa italiana. Nata due anni e mezzo fa, Current ha oggi 400 dipendenti, fra Usa, Inghilterra e Irlanda e, anche se Hyatt non dà cifre sul bilancio, è in attivo. La decisione di sbarcare in Italia, primo paese non di lingua inglese e dove, perciò, quasi tutto va ripensato da capo è una scommessa. Neuman dichiara di non crederci troppo, ma non nasconde la speranza di scovare qualche nuovo Fellini. «Ad attirarci - dice - è la storia di creatività italiana nel cinema e anche la risonanza che l´Italia e la sua cultura hanno nel mondo». A gestire sito ed emittente e a filtrare il materiale che manderanno gli italiani, una trentina di persone, con sede a Milano. La presentazione fra aprile e maggio. Presente - questa volta sì - Al Gore. MAURIZIO RICCI