La Repubblica 11 febbraio 2008, (s. str.), 11 febbraio 2008
"Giudizi severi difficili da accettare gli italiani si ritengono sempre i migliori". La Repubblica 11 febbraio 2008
"Giudizi severi difficili da accettare gli italiani si ritengono sempre i migliori". La Repubblica 11 febbraio 2008. Gli stranieri usano i loro modelli di riferimento, ma su alcune cose hanno ragione, in particolare sull´educazione dei nostri bambini Professoressa Saraceno, le famiglie italiane viste con gli occhi dei lavoratori stranieri non ne escono benissimo. Le mamme italiane accetteranno di essere giudicate da baby sitter e badanti? «Non credo proprio che essere oggetto di un giudizio severo faccia piacere, anche perché in un rapporto asimmetrico come quello fra datori di lavoro italiani e dipendenti stranieri si ritiene ancora che la "servitù" non sia in grado di capire. In generale, direi che ci piace essere considerati migliori da chi riteniamo sia "meno evoluto" di noi. Invece in questo giudizio non c´è nulla di strano, perché ci comportiamo allo stesso modo quando andiamo all´estero. Anni fa andavamo in America e tornavamo confortati dall´idea che i bambini americani fossero maleducatissimi. Solo perché erano più liberi e spontanei dei nostri. Detto ciò anche io a volte penso che i bimbi italiani non siano molto educati, i genitori concedono tutto». Il prezzo del welfare fatto in casa è anche quello di sentire la propria intimità violata da occhi poco indulgenti? «Senza dubbio. E pensare che la colf straniera non possa giudicare è anche l´unico modo istintivo per gestire un´intimità così forte. Detto ciò è anche vero che i paesi di provenienza sono così tanti che generalizzare equivale a banalizzare». Potrebbe essere una consolazione. Non tutte le colf la pensano allo stesso modo. «Ognuno usa come riferimento il modello che conosce. E valuta in base a quello. noto che per i nord africani le nostre scuole non sono abbastanza severe». Parliamo di anziani. Le badanti ci bacchettano anche come figli poco attenti. Un giudizio che ha bisogno di riflessioni più complesse? «Certo, anche perché le donne e gli uomini che ci aiutano ad accudire i nostri anziani tendono forse a pensare che chiamare una persona per assistere i genitori sia di per sé sbagliato. Dopodiché su questo punto dimostrano di non riflettere abbastanza sul fatto che anche loro hanno lasciato i loro genitori per un´ambizione, un´ansia di miglioramento». In qualche caso semplicemente per sopravvivere, non crede? «Sì, ma comunque l´hanno fatto. Forse i loro genitori sono accuditi da una sorella o da una cugina, ma comunque ci pensa qualcun altro, hanno delegato. E anche i loro figli spesso sono cresciuti dalla nonna. Questo dovrebbe aiutare a far capire come l´esigenza di avere aiuto, pur in contesti molto diversi, sia in qualche modo comune. Comunque questi dati mi fanno prendere in considerazione un aspetto che mi sembra in qualche modo molto buffo». Quale? «Che in Italia i primi ad essere costretti ad accogliere la multiculturalità sono bambini e anziani. E mentre per i primi può essere una gran festa, gli anziani sono sottoposti ad una prova di adattamento non certo facile». Cosa ne pensa del modello di welfare italiano? destinato a crollare quando colf e badanti e straniere torneranno al loro paese secondo le previsioni di chi studia il fenomeno? «Per ora l´offerta c´è, ma senza dubbio il nostro sistema fai da te è fragilissimo e richiede un pacchetto di soluzione integrate. Siamo davvero molto indietro». (s. str.)