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 2008  febbraio 10 Domenica calendario

Al rabbino Laras, che ha protestato sul Corriere della Sera per l’inserimento nella preghiera del venerdì di rito tradizionalista di un passaggio in cui si prega per la salvezza degli ebrei, Giorgio Israel ha risposto, con un’altra lettera al Corriere, dandogli torto: «Se la Chiesa riconosce che l’ebraismo è la base solida su cui poggia il Cristianesimo, non si può negarle di ritenere che il Cristianesimo costituisca un passo avanti, come non si può negare agli ebrei il diritto di rifiutare tale passo»

Al rabbino Laras, che ha protestato sul Corriere della Sera per l’inserimento nella preghiera del venerdì di rito tradizionalista di un passaggio in cui si prega per la salvezza degli ebrei, Giorgio Israel ha risposto, con un’altra lettera al Corriere, dandogli torto: «Se la Chiesa riconosce che l’ebraismo è la base solida su cui poggia il Cristianesimo, non si può negarle di ritenere che il Cristianesimo costituisca un passo avanti, come non si può negare agli ebrei il diritto di rifiutare tale passo». E se gli ebrei facessero lo stesso con i cristiani? «Lo fanno. Lo facciamo. Non ho bisogno di insegnare a Laras che le preghiere ebraiche sono (inevitabilmente) intrise della convinzione di possedere il vero e la vera elezione. Quanto alla conversione gli ebrei non la cercano soprattutto per specifiche contingenze storiche. Nel passato vi sono state conversioni anche massicce all’ebraismo, a meno di non credere alla favola che gli ebrei sono i discendenti geneticamente puri dei 600.000 che ricevettero la rivelazione al Sinai [...] Tolte le conversioni forzate e l’insegnamento del disprezzo, che danno può venire da una preghiera per la salvezza degli ebrei, se non ispirata da malanimo e accompagnata da coercizione? E perché temere il desiderio di conversione? Mio padre - uomo tanto laico quanto di fede solida - fu invitato da un prete cattolico a un confronto con intento di conversione. Accettò e trascorse due giorni con lui. Poco ci mancava che cose andassero all’inverso...».