La Stampa 10 febbraio 2008, Alain Elkann, 10 febbraio 2008
Maria Angiolillo. La Stampa 10 febbraio 2008. Pochi scalini sotto Trinità dei Monti c’è una porticina anonima con un campanello senza alcuna indicazione
Maria Angiolillo. La Stampa 10 febbraio 2008. Pochi scalini sotto Trinità dei Monti c’è una porticina anonima con un campanello senza alcuna indicazione. Suono, mi apre un cameriere molto gentile ed elegante, mi fa accomodare in un salotto con mobili Luigi XV, quadri, oggetti e soprammobili antichi e moderni. Una grande finestra si affaccia su un giardino e sulla scalinata di Trinità dei Monti. Qualche minuto dopo, vestita di rosso impeccabile con scarpe di camoscio nere e una collana sottile, arriva Maria Angiolillo. Estremamente gentile come sempre mi accoglie in modo sorridente e si chiede se in un momento così movimentato della vita politica sia davvero il caso di fare un’intervista proprio a lei. Le dico «proviamo» e le chiedo: da quanti anni esiste il suo salotto? «Da quando sono sola saranno circa 25 anni». E cosa ha visto accadere in questi anni? «Di tutto e di niente. Sono sempre rimasta legata al filo rosso dei miei amici: giornalisti, imprenditori, banchieri, grandi manager e qualche politico. Ed è proprio in questa stanza che si incontrano. Casa Angiolillo è un punto d’arrivo, ma da me non si fa politica. Il lusso più grande è l’amicizia vera unita al gusto di capire». Il suo grande amico per esempio è Gianni Letta? «Sì, Gianni Letta è una persona estremamente intelligente e la nostra amicizia dura da sempre e durerà tutta la vita». Parlate di politica? «Sì, ma anche di mille altri argomenti. Un altro amico è Francesco Caltagirone, uomo di grande sensibilità e intelligenza. E poi Stefano Folli: ogni tanto mi chiede dei consigli, come del resto Francesco Caltagirone, su cose diverse della vita. Da Milano viene poi Marco Tronchetti Provera la cui amicizia mi è particolarmente cara da sempre. Tra gli amici c’è anche Vincenzo De Bustis, il numero uno di Deutsche Bank in Italia. Apprezzo Giancarlo Cerruti». A casa sua vengono indifferentemente destra e sinistra? «Vengono tutti. Dopo 10 anni è tornato Cesare Salvi. Ho molta stima per Bersani che secondo me è bravissimo. Poi è venuto anche Chiti, che mi è piaciuto molto. Anna Finocchiaro è una donna di grande intuito, non solo politico, e una gran signora. Franco Marini è un caro amico. Roberto Pinza anche». Ha molti amici nel centro-destra? «Conosco bene Fini, Giuseppe Consolo, Berlusconi, Casini. Forse con Casini negli ultimi tempi ci siamo un po’ allontanati, e me ne dispiace. Da me vengono anche Tremonti, Cantoni, Lamberto Dini, Pisanu, Scajola». Bossi non è mai venuto? «Una volta sola d’estate. E quando siamo andati in giardino qualcuno chiamava da sopra: "Bossi, Bossi che fai?”. ”Lasciatemi in pace sono qui con Maria". In quell’occasione portava un vestito blu». Che impressione le fece? «Mi colpì. Un uomo semplice, ma politicamente preparato. Altri amici? Mario D’Urso o tra i giornalisti (che conosco tutti, forse perché mi ricordano la professione di mio marito) Alfonso Dell’Erario, Massimo Franco e anche Antonio Di Bella che tra l’altro suona bene anche la chitarra, e poi Carlo Rossella, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli, Giulio Anselmi, Mauro Mazza e naturalmente Ferruccio De Bortoli, mio grande amico». I libri di Bruno Vespa iniziano o finiscono nel suo salotto? «Bruno è un caro amico e un grande giornalista, un vero professionista, e anche Augusta, la moglie, è molto brava». E poi ci sono le amiche... «Ho molte conoscenti e poche amiche. Tra le amiche penso soprattutto a Sandra Carraro, a Maria Benelli, a Maddalena Letta, a Ludina Barzini, a Giustina Destro, a Gloria Venturi e a Carla Fendi». E Bertinotti? «E’ venuto due volte con Mario D’Urso. Marcello Pera è un mio amico ed è un gran filosofo». Ai tempi di Renato Angiolillo, suo marito, la politica, il giornalismo erano molto diversi? Era un’altra Italia? «Si. Era un’Italia diversa. Era molto meglio, ma mi auguro che tutto diventi meglio di prima». Il suo salotto come vede il prossimo futuro? «Come sempre, con una grande filosofia e grande ottimismo». Come mai è nato il suo salotto? «Attraverso mio marito Renato, grande editore e grande giornalista che vedeva molta gente. Io ho cercato di imparare e oggi cerco di inventarmi sempre qualcosa di nuovo». Il potere le piace? «Mi piace sapere che le persone intorno a me riescono per quello che amano fare. Il potere va e viene, non ci credo». E la politica? «Mi piace ma mi fa paura: sai come cominci, non sai come finisci...». Però le piacciono molto anche gli artisti. «Non ci sono più. Dove sono? Vedevo molto Fellini quando era vivo. Era straordinario. Oggi sono molto legata a Dante e Francesca Ferretti. Dante ha avuto la nuova nomination agli Oscar e Francesca la settima. Che talento! Ho scoperto Mitoraj, un grande scultore. Ero anche amica di Gino De Dominicis». La moda non ha mai fatto parte del suo salotto? «Conosco bene la Curiel, ma stimo molto anche Valentino, un grande talento. Non abbiamo avuto rapporti ma lui è eccezionale, ha fatto conoscere l’Italia in tutto il mondo, un po’ come ha fatto Gianni Agnelli». Lei è legata alla sua famiglia? «Moltissimo. A mio figlio Marco e alle mie sorelle. Marco non viene quasi mai alle mie cene, abita a Milano». Invece a lei piace stare a Roma? «E’ la città più bella del mondo, adoro i colori, il cielo di Roma anche quando fa brutto tempo. Non si direbbe ma sto anche molto da sola. Leggo molto, parlo a telefono e la domenica mi concedo un riposo assoluto. Ho cinque libri da leggere tra cui ”L’ingegnere in blu”, l’ultimo libro di Alberto Arbasino che è un mio amico, purtroppo lo vedo poco. Non riesco a vedere tutti i miei amici». Lei oggi alla vigilia di nuove elezioni ha delle preferenze, entrerà nella campagna elettorale? «Vorrei essere utile a chi avrà qualcosa di importante da proporre per aiutare chi non ce la fa». Farà delle cene durante la campagna elettorale? «Sto guardando... e pensando. Ma credo proprio di no». Alain Elkann