La Stampa 10 febbraio 2008, Valerio Pellizzari, 10 febbraio 2008
Il boia di Pol Pot. La Stampa 10 febbraio 2008. Saloth Sar (Pol Pot sarà il più celebre dei suoi futuri nomi di battaglia ma anche l’orwelliano Fratello Numero Uno gli si attaglierà perfettamente) nasce nel villaggio di Prek Sbauv probabilmente il 19 maggio del 1925
Il boia di Pol Pot. La Stampa 10 febbraio 2008. Saloth Sar (Pol Pot sarà il più celebre dei suoi futuri nomi di battaglia ma anche l’orwelliano Fratello Numero Uno gli si attaglierà perfettamente) nasce nel villaggio di Prek Sbauv probabilmente il 19 maggio del 1925. Da giovane lo descrivono come cortese, simpatico affabile eppure riservato, talvolta schivo. La dolcezza algida del suo sorriso resterà un tratto distintivo del suo carattere. Dopo un fallito baccalauréat al liceo francese di Phnom Penh, Pol si diploma in una scuola tecnica e ottiene una borsa di studio per l’cole Française de Radioéléctricité. Quando, nel 1950, sbarca abbacinato nella capitale francese non sa neppure che cosa sia il comunismo. Condivide con i suoi coetanei khmer un vago sentimento indipendentista. Pol Pot resterà per tutto la vita un marxista assai eretico e per questo sarà spesso rimproverato dai suoi dogmatici alleati cinesi. Al ritorno in patria, nel 1953, Pol Pot cominciò una doppia vita di militante segreto e cittadino borghese. Dal 1975 riuscì per quattro anni a imporre il suo sogno di un regno di giustizia sulla terra che si trasformo in un inferno di ingiustizia e sofferenza: su sette milioni di cambogiani, più di uno e mezzo morirono assassinati e per fame. Il 15 aprile 1998 Pol Pot è morto di malattia nel suo letto, in un capanno nella giungla, a cavallo della frontiera thailandese. La furia epuratrice che negli anni della fuga nella foresta aveva decimato i suoi dirigenti, si era rivoltata contro di lui e da qualche tempo viveva agli arresti domiciliari. Disse nell’ultima intervista: «La mia coscienza è limpida». Valerio Pellizzari