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 2008  febbraio 10 Domenica calendario

Quei giganti da parata. La Repubblica 10 febbraio 2008. Il corazziere più alto supera di sette centimetri i due metri, ma per ironia della sorte si chiama Bassetto, nome di battesimo Gianpiero

Quei giganti da parata. La Repubblica 10 febbraio 2008. Il corazziere più alto supera di sette centimetri i due metri, ma per ironia della sorte si chiama Bassetto, nome di battesimo Gianpiero. Gli altri 267 – trenta sono già rientrati nell´Arma dopo i tagli previsti dal Quirinale - devono essere almeno un metro e novanta. Gli uomini del Reggimento Corazzieri rappresentano una delle più alte espressioni di fedeltà alla patria, non a caso nel loro stemma araldico, nel cuore dell´aquila nera - simbolo di Casa Savoia - campeggia il monogramma «RI», Repubblica Italiana. I loro suggestivi servizi di scorta e d´onore sottolineano la solenne ufficialità degli eventi istituzionali del presidente della Repubblica, in particolare il 2 giugno. Ma i duecentosessantasette corazzieri sono giganti addetti alla sicurezza del capo dello Stato e del Quirinale che sanno fare veramente di tutto. Sanno stare immobili per ore sotto il sole, la pioggia o al freddo sfoggiando le uniformi da parata con grandi alamari sul petto, reggendo gli elmi da un paio di chili con criniere bianche o nere, e indossando le caratteristiche corazze che arrivano fino a otto chili. Montano alla perfezione cavalli bardati con gualdrappa rossa anch´essi di stazza adeguata, minimo un metro e settanta al garrese, per questo quasi tutti irlandesi tranne l´ultimo acquisto, la puledra Nadia, italiana. Anche le moto devono essere, per così dire, all´altezza della situazione: sono le imponenti Guzzi California, mille di cilindrata. Pochi sanno che quegli uomini che sembrano statue, in realtà, sono agilissimi e attivissimi: ognuno di loro ha in media 4 specializzazioni. Sono esperti di arti marziali e nella difesa da aggressioni chimiche, maneggiano le armi più sofisticate, fra di loro ci sono artificieri, tiratori scelti, paracadutisti, rocciatori. Presidiano giorno e notte il Quirinale da postazioni munite di modernissime tecnologie antiterrorismo e dei più avanzati sistemi di videosorveglianza. Ma soprattutto sono un corpo austero che gioca al risparmio, provvedendo alle mille necessità della caserma, ecco perché la notizia del taglio di trenta unità li ha colti un po´ di sorpresa, tenuto conto che il loro bilancio grava sulla Difesa, non sul Quirinale. Si vantano di far da sé gran parte della manutenzione interna del loro quartier generale che si trova in via Venti Settembre, a 200 metri dalla sede del capo dello stato, un ex convento di monache di clausura requisito dalle truppe sabaude dopo l´ingresso dalla breccia di Porta Pia e da allora dedicata al comandante della carica di Pastrengo, Alessandro Negri di Sanfront. Sono imbianchini, elettricisti, fabbri, giardinieri, gestiscono le stalle che ospitano i 50 cavalli riparando anche le lanterne delle scuderie. Il capo armaiolo provvede al restauro delle corazze. Perfino gli affreschi della cappella che rileggono alcuni episodi del vangelo sono disegnati da un corazziere pittore che, per i volti dei personaggi raffigurati, s´è ispirato a quello di altrettanti suoi colleghi. I corazzieri provengono dai carabinieri e sono arruolati giovanissimi, appena ventenni, uno o due ogni due anni, per poter meglio assimilare lo spirito del reggimento che si rifà al motto virtus in periculis firmior, il valore è più saldo nel pericolo. Anche se il requisito fondamentale è quello fisico (un metro e 90 distribuito - come prevede il regolamento - in una costituzione «adeguatamente armoniosa»), quello fondamentale è il carattere. Devono essere portati a una vita durissima che inizia alle 6,30 del mattino con l´alzabandiera, e che continua con servizi di rappresentanza e di sicurezza alternati da un addestramento fisico durissimo per mantenere la prestanza fisica fino alla pensione. Austeri, solenni e impassibili all´esterno, danno sfogo al loro spirito goliardico all´interno della caserma, dove non hanno esitato a battezzare Virtus una capretta e Stella una cagnolina trovatella, entrambe mascotte del reggimento. ALBERTO CUSTODERO