La Stampa 9 febbraio 2008, 9 febbraio 2008
E ora speculano persino sul libretto. La Stampa 9 febbraio 2008. Una piccola casa editrice, guidata da due combattive cugine quarantenni, nipoti del fondatore, contro Trenitalia
E ora speculano persino sul libretto. La Stampa 9 febbraio 2008. Una piccola casa editrice, guidata da due combattive cugine quarantenni, nipoti del fondatore, contro Trenitalia. Denunciando un «abuso di posizione dominante» Anna e Maria Grippaudo si sono rivolte all’Antitrust, segnalando il rischio di chiusura per l’azienda che dal 1945 pubblica l’orario dei treni. Il «gialin» (così i lombardi chiamano l’opuscolo con la copertina gialla) rischia di non essere più in edicola se Trenitalia dovesse continuare una politica che appare vessatoria, a cominciare dal costo di consultazione dei dati: in pochi mesi si è passati da 2000 a 19 mila euro al semestre. «E sono dati - sottolinea Veronica Pinotti, il legale della Grippaudo - che un’azienda fornitrice di servizi deve per legge rendere pubblici». Non solo: sono consegnati in ritardo, talvolta con «errori grossolani», altre volte omettendo di segnalare le variazioni. Danneggiando chi pubblica l’orario e soprattutto chi l’utilizza. Ancora molti, nonostante il sito di Trenitalia. «Perché - spiega Anna Pizzitutti Grippaudo - una cosa è conoscere i collegamenti tra Milano e Roma, un’altra trovare le coincidenze per arrivare in piccole località, magari con l’ultimo tratto da fare in bus. E non c’è internet alle 20 in una stazioncina deserta. Chi deve viaggiare in questo modo ha bisogno del nostro lavoro». Ragazzi in gita, studenti, casalinghe, pensionati affezionati al «gialin»: l’orario cartaceo continua a circolare (il Grippaudo ha una tiratura di 500 mila copie) e in futuro il pubblico potrebbe riallargarsi. «Nel 2010 - sottolinea Anna Grippaudo - sui binari potranno circolare treni di altre compagnie e noi vorremmo stampare un orario che comprenda tutte le possibilità». Semprechè con Trenitalia possa tornare il clima «di leale collaborazione» frantumatosi dieci anni fa, al momento della privatizzazione delle Fs. «Dopo la guerra - ricorda Anna Grippaudo - i treni e il nostro orario sono cresciuti insieme: fa parte della nostra vita e lotteremo perchè non scompaia». S. Mar.