La Stampa 9 febbraio 2008, Lucia Annunziata, 9 febbraio 2008
Gli evasori paghino ma senza maxisconti. La Stampa 9 febbraio 2008. Mi chiedo a che cosa serva contestare agli evasori vip cifre enormi di tasse non pagate sui loro lauti introiti (vedi Valentino Rossi, Fisichella, Cipollini, Mora eccetera) per poi patteggiare cifre ridotte a un terzo e anche meno
Gli evasori paghino ma senza maxisconti. La Stampa 9 febbraio 2008. Mi chiedo a che cosa serva contestare agli evasori vip cifre enormi di tasse non pagate sui loro lauti introiti (vedi Valentino Rossi, Fisichella, Cipollini, Mora eccetera) per poi patteggiare cifre ridotte a un terzo e anche meno. Il caso di Valentino Rossi è un esempio eclatante dell’agire del fisco: 112 milioni di euro di tasse da pagare e 20 milioni patteggiati e rateizzati. Non me ne voglia Rossi, ma secondo l’uomo della strada o è errata la prima cifra contestata oppure è inadeguata la seconda. Da questo esempio, che non è il primo, si deduce ancora una volta che in Italia deve essere sempre tutto complicato e mai nulla lineare. Non si dà mai al cittadino onesto la soddisfazione che chi sbaglia sarà costretto a pagare per intero, chiunque esso sia, senza transazioni di sorta. Ritengo che in tal modo si perderebbe meno tempo e sarebbe molto più educativo per tutti coloro che hanno intimamente il vizio e la possibilità di fare i «furbetti». Anche perché, come dice il viceministro all’Economia Visco, «in certi settori dell’economia italiana i comportamenti fiscali sfiorano la provocazione»... E allora facciamoli pagare, ma per intero! GIORGIO TONINI Invece di chiacchiere mie, le propongo un po’ di dati ufficiali. Il 15 giugno 2007 l’Ufficio Studi dell’Agenzia delle Entrate ha reso noto che in ventiquattro anni l’ammontare dell’evasione fiscale in Italia è più che moltiplicato, superando i 270 miliardi di euro. «La ricchezza prodotta nascosta al fisco è passata dai 44 miliardi di euro del 1980 ai 270,1 miliardi del 2004. La progressione di crescita dell’evasione è forte: dai 43,9 miliardi euro equivalenti del 1980 (quando i valori fiscali erano ancora calcolati in lire) il valore si è raddoppiato in cinque anni passando ai 97,9 miliardi di euro equivalenti del 1985. Si è poi saliti a 161,8 miliardi di euro del 1990, ai 183,1 miliardi del 1995 e ai 208,3 miliardi del 2000». Tuttavia, il 23 ottobre 2007, secondo un altro bilancio del Fisco, «la politica di contrasto si sta dimostrando efficace: tra il 2006 e il 2007 sono stati recuperati circa 23 miliardi di euro di maggiori entrate, in parte legate a un miglioramento del livello di adesione dei cittadini». Interessanti anche i dati sulla provenienza di questa evasione: l’80 per cento dai servizi e dal commercio; l’atteggiamento dell’Italia è tuttavia parimenti distribuito in tutto il territorio: «I dati dell’evaso Irap sono, in termini assoluti, simili in Campania e Lombardia, come simili sono in Veneto e in Puglia e per città come Napoli e Torino. In termini relativi, l’evasione risulta tuttavia maggiore in alcune regioni del Sud del Paese». Lucia Annunziata