Corriere della Sera 10 febbraio 2008, Guido Olimpio, 10 febbraio 2008
Un’accademia Csi, paga la Cornwell. Corriere della Sera 10 febbraio 2008. Questa volta sotto il microscopio di Patricia Cornwell ci sono finiti i poliziotti veri
Un’accademia Csi, paga la Cornwell. Corriere della Sera 10 febbraio 2008. Questa volta sotto il microscopio di Patricia Cornwell ci sono finiti i poliziotti veri. Gli sbirri che vediamo sulle scene del crimine. Il suo giudizio, da professionista, è severo. Quando si muovono commettono errori gravi, si lasciano andare a leggerezze imperdonabili, sono responsabili di mosse che possono compromettere l’inchiesta. «Ho visto agenti camminare sulle tracce di sangue. Ho visto altri lasciare impronte su una finestra. E che dire dei vestiti insanguinati infilati in un sacco di plastica e non in uno di carta», è stato il commento della celebre scrittrice di gialli americana. Per la Cornwell ci vuole maggiore attenzione e un miglior addestramento per spiegare agli investigatori cosa di deve fare una volta giunti sulla scena del delitto. Passando dalle parole ai fatti, l’autrice ha deciso di donare un milione di dollari al «Jay College» di New York che ha in programma di aprire un’accademia Csi. Nelle aule si studierà il test del Dna, le tecniche più sofisticate per rintracciare impronte digitali, la psicologia forense, la balistica. Una volta diplomati, i giovani potranno entrare nei laboratori della scientifica che assistono i Dipartimenti della polizia. La Cornwell non lo dice ma lo fa capire: dovrebbero essere tutti come Kay Scarpetta, l’anatomo- patologa protagonista dei suoi romanzi di successo. Testarda, attenta, scrupolosa e ben preparata. Con i criminali di oggi non puoi permetterti passi falsi. Sono troppo furbi e scaltri. Si informano anche loro sui progressi scientifici e adottano contromisure. Qualcuno «studia», magari leggendo i rapporti della polizia. Altri si mettono semplicemente davanti alla tv e guardano le serie Csi. Le trame ci svelano trucchi, punti deboli. Affascinanti per noi, interessanti per il bandito. Al punto che la polizia americana si è più volte lamentata sostenendo che i serial alla Csi rischiano di dare una mano al «cattivo». La scrittrice, sempre con l’occhio critico di chi si ritiene un’esperta, ha bacchettato anche i telefilm perché confondono l’opinione pubblica sulle tecniche investigative. Per fare un esempio Patricia non cita il manuale di criminologia ma – tanto per cambiare – un’altra serie popolare: «Sarebbe come comparare "Star Trek" all’aviazione militare americana». Un modo per dire che i laboratori non possono compiere missioni impossibili. Il tecnico non digita quattro dati al computer e come un miracolo esce fuori il collegamento che provoca la svolta. Con impronte nitide che combaciano alla perfezione, con proiettili che «parlano », con il capello che ti inchioda l’assassino. Magari. Pensate ad alcuni casi italiani – Cogne, il delitto di Garlasco, Meredith e Amanda – dove il lavoro della Scientifica ha offerto delle indicazioni importanti ma serve poi altro per arrivare a individuare il presunto killer. Detto questo e riconoscendo la generosità della Cornwell (in passato ha finanziato altri istituti di criminologia), viene il sospetto che «Kay Scarpetta» sia un po’ gelosa di Horatio Caine e Gil Grissom, gli investigatori di Csi. In fondo sono i suoi «figli». La televisione si è impadronita del soggetto e l’ha riadattato alle sue esigenze suscitando un seguito clamoroso. Una volta si diceva «come nei romanzi della Cornwell». Oggi la citazione è «come in Csi». Guido Olimpio