INMA ALVAREZ, Avvenire 7 febbraio 2008, 7 febbraio 2008
Legge sui centri di culto in Catalogna I vescovi: «Si limita la libertà religiosa». Avvenire 7 febbraio 2008
Legge sui centri di culto in Catalogna I vescovi: «Si limita la libertà religiosa». Avvenire 7 febbraio 2008. Il governo di coalizione tra socialisti e nazionalisti radicali di sinistra in Catalogna ha proposto una legge sull’ordinamento dei centri di culto, rifiutata dal resto dei partiti del Parlamento della regione. I vescovi delle diocesi catalane riuniti in assemblea hanno espresso la loro preoccupazione perché la legge «regola l’esercizio di un diritto fondamentale, quello della libertà religiosa». Questa legge pretende che i centri religiosi di ogni confessione debbano avere in Catalogna una licenza municipale per poter svolgere le loro attività cultuali. La Generalitat (il governo regionale) afferma che non si vuole «regolare il diritto alla libertà religiosa bensì garantire che i luoghi siano sicuri e salutari ». Per il momento sono state respinte due mozioni contrarie dei partiti moderati (Pp e Ciu), i cui esponenti credono che la legge stabilirà «ostacoli alle comunità religiose». L’opposizione si chiede pure se la legge «comporterà la chiusura di quei centri che non possano affrontare le ristrutturazioni obbligatorie». Per questi gruppi la legge attacca «la neutralità dell’amministrazione di fronte al fenomeno religioso». Per la deputata cristiana Gloria Renom questa legge «colpisce nel cuore la Chiesa cattolica perché se approvata, comporterà la necessità di una licenza municipale per celebrare la Messa». La Renom ritiene che una legge debba riconoscere il peso sociale di ogni religione «rispettando quelle minoritarie ma soprattutto quelle maggioritarie». Ieri il premier Zapatero ha precisato che il governo non pensa di rinegoziare gli accordi con il Vaticano dopo lo scontro con i vescovi sugli orientamenti al voto, ma l’ipotesi non può essere esclusa. INMA ALVAREZ