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 2008  febbraio 03 Domenica calendario

Api, seppie e ippovie con i soldi del sisma. Il Manifesto 3 febbraio 2008. Edifici che rischiano il cedimento, strade e piazze da riassestare, palazzine che aspettano di essere accomodate, scuole che reclamano restauro e messa in sicurezza, rovine che costellano i centri urbani, attività commerciali che stagnano in ripari di lamiera e nuclei familiari obbligati in angusti locali

Api, seppie e ippovie con i soldi del sisma. Il Manifesto 3 febbraio 2008. Edifici che rischiano il cedimento, strade e piazze da riassestare, palazzine che aspettano di essere accomodate, scuole che reclamano restauro e messa in sicurezza, rovine che costellano i centri urbani, attività commerciali che stagnano in ripari di lamiera e nuclei familiari obbligati in angusti locali. Ma come sono stati impiegati, in Molise, i fondi - una catasta di denaro - post terremoto? Anche in scandalose bizzarrie volte ad allargare il bacino di consensi del governatore, Michele Iorio, che sforna delibere a iosa, che promette e che, soprattutto dopo la riconferma al timone della Regione, comincia a suddividere cifre. Un po’ qui un po’ lì... Strane elargizioni. Pacchi di denari dirottati, a proprio piacimento, su manifestazioni e stramberie. Scordando gli stenti, le privazioni e, di frequente, la catastrofe. Ecco dunque 750 mila euro per l’«itinerario sentimentale Morunni» a Ururi (per la gioia degli innamorati? Mah...); 900 mila euro per uno studio sulle piante officinali di Bagnoli del Trigno; 250 mila euro per «prove sperimentali in mare di ripopolamento delle seppie» affidate all’Istituto zooprofilattico; 90 mila euro per il «piano di monitoraggio e selezione apis mellifera ligustica» - cioè per il controllo delle api che svolazzano sul Trivento - a cura della comunità montagna Trigno-Medio Biferno; 260 mila euro per un’area campeggio presso il lago di Occhito a Macchia Valfortore e 300 mila per il canneto sul fiume Trigno a Roccavivara. E poi sovvenzionamenti per numerosi sentieri naturalistici, per ippovia e ippoterapia a Guardialfiera, per diversi musei - «della rupe» a Pietracupa, «del profumo» a Sant’Elena Sannita, «della pietra» a Oratino, «naturalistico diffuso di Monte Vairano» a Busso, «fluviale dei mulini» a Santa Maria del Molise - , per il ripristino e la valorizzazione di siti archeologici, per l’«officina del gusto» a Pizzone e la «casa dei sapori» a Montemitro, per l’«arredo dei percorsi dell’arte francescana» a Guglionesi. Una patata da centomila euro Nel mucchio dei provvedimenti sono stati infilati pure centomila euro per la «patata turchesca - vocazione dei siti attuali e storici di produzione» a Pesche; oltre 500 mila euro per l’elettrificazione dei rifugi montani a Frosolone, Macchiagodena e a Civitanova del Sannio. Da ciò traspare uno Iorio eco-turistico - che quelli di Capracotta ringraziano per i 600 mila euro per il completamento del polo sciistico, delle piste innevate e degli impianti di risalita - ed enigmatico... Che sarà mai «un varco per il futuro» da 2 milioni di euro da realizzare a Castellino del Biferno? E a che servirà il progetto da 252 mila euro, dell’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, per le «valorizzazioni delle produzioni vegetali molisane e conservazione del germoplasma attraverso l’individuazione e la coltivazione di erbacee alternative»? «Perché i soldi della ricostruzione - domanda Michele Petraroia, consigliere regionale del Pd - sono stati adoperati per l’acquisto di una nave che avrebbe dovuto collegare il litorale alla Croazia? Alcuni mesi fa il Tribunale amministrativo regionale e il Consiglio di Stato hanno annullato gli atti, ma otto milioni di euro sono stati comunque investiti in quest’operazione». Un milione 50 mila euro sono giunti a Trenitalia per «l’acquisto di treni Minuetto - ultime due rate» e 765 mila euro sono stati sborsati per comprendere come poter realizzare «la metropolitana leggera tra Matrice, Campobasso e Bojano». 150 mila euro sono stati dissipati per un reality show, in onda la scorsa estate su Italia1. «On the road» era una trasmissione in cui quattro ragazze viaggiavano per la Florida, tra spiagge, locali e trasgressioni. Le protagoniste del programma erano Ludmilla Radchenko, Carolina Marconi, Alessandra Pierelli e Sara Tommasi. Che c’entra il Molise con i divertimenti a le stelle e strisce? Dj Ringo compariva per pochi minuti a puntata con uno spottone retribuito per pubblicizzare questo tratto di litorale adriatico. Fugaci collegamenti prezzolati. Miss Italia post terremoto E che dire del concorso di bellezza Miss Italia, al quale sono stati assegnati 48 mila euro? Che le signorine in bikini e dalle cosce lunghe contribuiscano al bramato risveglio... economico? «Le misure straordinarie nate per sostenere il rilancio delle zone flagellate e poi estese inopinatamente all’intero Molise - dichiara Giuseppe Astore, deputato e coordinatore regionale dell’Italia dei valori - penalizzano in verità San Giuliano e gli altri comuni dell’area, e si rivelano, a lungo andare, per quello che sono, ossia lo strumento per raggranellare consensi e dispensare favori. Un immenso patrimonio di risorse è stato dissipato per avvantaggiare molti che non ne avevano titolo, a scapito delle popolazioni che hanno sofferto e continuano a pagare le conseguenze delle sciagure. I fondi - prosegue - sono stati gestiti in assenza di concertazione, senza un progetto globale di crescita e anche forzando la legge. Parte del denaro - accusa l’onorevole dell’Idv - è servito per gli scopi più disparati: comperare catamarani e centinaia di automobili, aprire reparti per i parenti negli ospedali, ma non per l’obiettivo al quale erano destinati, cioè per sostenere il territorio, dopo le profonde ferite ad esso inferte». Un cospicuo gruzzolo è stato destinato anche alle imprese. «Nella graduatoria dei beneficiari però -, denuncia ancora Astore - sono apparse le società dei soliti e noti nomi del centrodestra. Si sarebbe dovuto riservare una quota ai luoghi terremotati e portare una dote finanziaria certa e utile alle aziende che vi operano. Non è stato fatto: le comunità sono state scippate e spogliate di quanto era loro dovuto. E ciò perché, per fini politici e personali, si è creata una melassa che tutto avvolge e nasconde». La stangata dei contributi Una pioggia di finanziamenti è già caduta sul Molise. Ma i Comuni hanno presentato allo Stato ben altre richieste, una stangata da 5 miliardi 190 milioni 135 mila 828,97 euro. Un miliardo 450 milioni è il conto di San Giuliano e del suo migliaio di residenti: 450 milioni per l’edilizia privata e un miliardo, cioè duemila miliardi delle vecchie lire, per gli interventi pubblici. Così umili dimore sono destinate a diventare sontuosi complessi a più piani. 957 milioni sono stati sollecitati dagli altri centri del «cratere», un miliardo 782 milioni dai restanti comuni, un miliardo per l’adeguamento degli istituti scolastici. «Un’esagerazione - ammettono alcuni amministratori municipali -. I più ci hanno provato... Ma ci sono già state alcune denunce e sono in corso indagini per falso: per le certificazioni alquanto dubbie rilasciate». La parcella di Termoli, appena lambita dalle scosse, è di 70 milioni di euro. Campochiaro, dapprima esclusa dall’elenco dei paesi terremotati e successivamente inserita, vorrebbe 11 milioni per qualche lesione al campanile. Ma la lista è lunga e articolata e parte dai 559 mila euro di Molise ai 224 milioni 919 mila euro di Trivento, con 5 mila residenti e a 70 chilometri dall’epicentro. Solo Ferrazzano e Guardiaregia ne sono rimaste fuori, nonostante i «solleciti» ad aggregarsi. «Per ridare fiato a questi posti - viene spiegato - di soldi ne servono a bizzeffe. Occorrono interventi in ogni settore. Il fabbisogno finanziario è notevole ma è evidente che i calcoli non ridanno. I numeri sono stati gonfiati». Le zone del sisma hanno ottenuto anche agevolazioni fiscali e la sospensione «momentanea» dei versamenti contributivi - Inps, Inail, Inpdap -: aiuto che avrebbe dovuto interessare i centri del «cratere». Invece, Iorio, col solito colpo di bacchetta magica, l’ha esteso ai soliti 84 comuni. Il risultato è che in cinque anni non sono stati versati oltre un miliardo 500 milioni: un’esagerazione alla quale l’ex premier Romano Prodi vorrebbe porre termine ottenendo almeno il parziale «rimborso» della somma. Sarebbe una mannaia, con i lavoratori che si vedrebbero decurtati gli stipendi del 40%. «Si sta trattando - riprende Astore - per l’abbattimento della cifra». D’altro canto i sindaci, quando si sono accorti che la nuova Finanziaria non ha concesso ulteriori «sconti», hanno minacciato le dimissioni in blocco. Un duro braccio di ferro destinato a protrarsi. Il premier è andato oltre: ha intuito che la faccenda sisma non quadra. Anzi, puzza... E per il 2008 ha delegato il ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, alla ripartizione degli incentivi e ha inviato una speciale commissione ispettiva che ha già scovato incongruenze e irregolarità segnalate alla Corte dei conti che, a sua volta, ha aperto un fascicolo nei confronti di Iorio per verificare «se dal punto di vista contabile vi siano state violazioni nella gestione dei fondi per il terremoto». Gli accertamenti riguarderebbero gli interventi in atto e quelli già portati a termine. Le indagini fanno seguito a un decreto firmato dal presidente del consiglio su proposta del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, spesso in aperto dissenso con le «gesta» di Iorio. Pure la magistratura penale, nel frattempo, s’è messa a spulciare le carte. Nella desolazione dei container «In questa corsa all’accaparramento dei finanziamenti - riflette Maria Di Rosa, di San Giuliano, altra madre in lutto a Colletorto hanno una casetta che è stata dichiarata inagibile. Non è stata ancora aggiustata. Mia madre è morta nell’attesa e mio padre... chissà se riuscirà a rivedere quelle camere...». A Colletorto la ricostruzione viaggia pigra e lenta. «Davvero poco - spiega Andrea Nasillo, giornalista - è stato fatto per il recupero del patrimonio abitativo. Molte famiglie sono posteggiate nel "Campo degli Angeli", altre sono accampate in alloggi transitori. E per alcuni anziani, in età avanzata, la speranza di rientrare nelle proprie stanze s’è spenta definitivamente con loro». Nel cuore di questa minuta realtà si incappa in una serie di costruzioni puntellate. Sorrette da travi e pali che ingombrano caratteristici vicoli e tagliano discese. Il vecchio istituto scolastico di via Molise è fatiscente, inservibile, ammantato dallo squallore. La tabaccheria, di Giovanni Campanelli, è in un container: i fondi, per ridare decoro all’attività , li ha chiesti, ma gli sono stati negati. Tra pareti metalliche anche il bar Koln. «Osserviamo - sospira un passante - ma non abbiamo neppure più il coraggio e la forza di protestare». «Per le sfilate di moda - butta lì Sante Conca - Iorio i soldi li ha tirati fuori, per queste situazioni è in bolletta. E’ una vergogna. Dovrebbe dimettersi, considerato il pasticcio che ha combinato». Tullio Perrotta, sindaco di Bonefro, si sofferma sui ritardi: «I problemi sono tanti e attuali perché in verità solo adesso si stanno cercando soluzioni. Questo percorso avrebbe dovuto avere inizio da un pezzo. Nulla è stato fatto per il rilancio dell’area, che vuole rialzarsi». E Pasquale Marino, primo cittadino di Santa Croce: «Più di cinque anni e stiamo ancora a fare l’elenco delle necessità . Il tempo ha intanto aggravato i danni alle abitazioni, che si stanno logorando. L’evidenza fa tirare somme negative». Una folata fredda spazza lontano la voglia di aggiungere altro, ma non la desolazione. Mentre i fiocchi di neve s’insinuano bianchi tra amarezza e polemiche. SERENA GIANNICO