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 2008  febbraio 07 Giovedì calendario

Il test della canoa che fotografa l’Italia (e impazza nella rete). Il Sole 24 ore 7 febbraio 2008

Il test della canoa che fotografa l’Italia (e impazza nella rete). Il Sole 24 ore 7 febbraio 2008.  già diventato un caso sulla rete. Il pezzo più "cliccato" della settimana sul sito www.ilsole24ore.com è l’articolo «Avete troppi capi in azienda? Leggete la storia della canoa». Il tutto arricchito da un cartone animato, da un sondaggio tra i lettori e da un commento di Marco Vitale («Todos caballeros») che ironizza sulla ricca gerarchia esistente a bordo delle aziende, apparso in anteprima sul Sole 24 Ore di domenica 3 febbraio nella pagina dedicata ai manager. «In effetti la storiella della regata Italia-Giappone – commenta il presidente della Fondazione Istud, piacevolmente sorpreso dal successo presso i lettori e i visitatori del sito – ha un forte valore didattico. E l’impennata dei "click", come l’alto numero dei partecipanti al sondaggio e i vivaci commenti, sono un segnale preciso: chi va ogni giorno in ufficio assegna una grossa importanza all’organizzazione». Molto interessanti i "post" inoltrati anche da giovani ragazzi (e parecchie donne manager, con tanto di nome e cognome) che mettono però in evidenza un certo disagio nel vivere ogni giorno in un’organizzazione "all’italiana". Continua u pagina 17 Si tratta di una storiella che circola negli uffici da tempo. Nella sfida Italia-Giappone da un lato ci sono sette capitani e un rematore, mentre nell’altro equipaggio c’è un solo comandante e sette persone ai remi: indovinate chi vince.  una storia paradossale (ma neanche troppo) che racchiude molte peculiarità della via italiana al management. Fotografando una realtà molto diffusa, specialmente negli uffici pubblici, denuncia le pecche delle organizzazioni pletoriche invece che piatte come pure il cattivo utilizzo dei consulenti e la disinvoltura nella distribuzione dei premi a chi non merita. Ma c’è di più. Il sondaggio sul sito del Sole chiede: l’azienda nella quale voi lavorate è più simile a quella giapponese o a quella italiana (un solo rematore, quattro capitani, due supervisori e un capo dei supervisori)? Ben otto persone su dieci (con migliaia di risposte) hanno detto di riconoscersi nella squadra organizzata "all’italiana". «I dati del sondaggio – osserva Vitale – rispecchiano quello che è il vissuto di molti. In una riunione dove si parlava appunto di riorganizzazione aziendale, io stesso ho fatto il "test della canoa". Bisogna sottolineare, come del resto ho scritto nell’articolo, che l’Italia che lavora e produce purtroppo non marcia tutta alla medesima velocità. Anche i numerosi interventi in rete hanno messo in evidenza il ventre molle della pubblica amministrazione». Del resto sono gli stessi imprenditori che hanno più volte denunciato la loro difficile situazione: «I nostri problemi – dicono in coro – iniziano appena i prodotti escono dai cancelli della fabbrica: fino a quando restiamo in officina e il confronto è sulle linee produttive riusciamo a essere competitivi. I guai arrivano dopo, con le diseconomie indotte dalle infrastrutture e dalla burocrazia». Preso atto del sondaggio e dei mali del management italiano, più volte denunciati dallo stesso Vitale, il presidente della Fondazione Istud aggiunge: « vero che colpisce la critica della favola sulle organizzazioni spesso ridondanti invece che snelle come ad esempio in Toyota. però altrettanto vero che il made in Italy vanta tante eccellenze e che è in grado farsi valere in molti campi». Lo stesso Vitale, nell’articolo pubblicato domenica, metteva in evidenza gli aspetti positivi e faceva anche una chiamata alle armi dei dirigenti. Citando Sun-Tsu (il più grande stratega militare e, con una lettura evolutiva, aziendale di tutti i tempi) invitava i top manager a essere più coraggiosi e creativi. L’obiettivo? Impegnarsi maggiormente assumendo anche responsabilità strategiche invece di accontentarsi di essere dei semplici esecutori di piani altrui (si chiamino aziende di famiglia o autorevoli consigli di amministrazione). Franco Vergnano