Corriere della Sera 7 febbraio 2008, Guido Olimpio, 7 febbraio 2008
I baby-kamikaze: la nuova arma di Al Qaeda in Iraq. Corriere della Sera 7 febbraio 2008. WASHINGTON – Per il Pentagono è il segno della barbarie e della «disperazione» dei terroristi iracheni
I baby-kamikaze: la nuova arma di Al Qaeda in Iraq. Corriere della Sera 7 febbraio 2008. WASHINGTON – Per il Pentagono è il segno della barbarie e della «disperazione» dei terroristi iracheni. Per i qaedisti è la prova che i «giovani leoni» sono determinati quanto i loro padri. Di sicuro il video è di quelli che fanno notizia. Mostra dei bambini, età indefinita, imitare Al Zarqawi. Prima posano davanti alla bandiera nera dello «Stato Islamico in Iraq», la versione irachena di Al Qaeda. Sono armati, indossano abiti scuri come i Ninja della Jihad e hanno il volto incappucciato. In un’altra scena simulano un posto di blocco con la cattura di un ostaggio, costretto a scendere dalla bicicletta e inginocchiarsi da una pistola puntata alla nuca. In un’altra ancora escono in fila indiana da un edificio appena «catturato». I più piccoli sembrano divertirsi: agitano le braccia, mostrano i fucili. Per una breve frazione di tempo, si intravedono sullo sfondo delle persone che guardano. Un portavoce americano ha precisato che il video è stato sequestrato dopo un’operazione contro Al Qaeda, nella regione di Diyala. Un’area dove i seguaci di Osama si sono raggruppati per rispondere all’offensiva statunitense. Un ufficiale iracheno ha aggiunto che i terroristi avrebbero intensificato anche i rapimenti di minori per ottenere il riscatto o per costringerli ad unirsi alla ribellione. Nelle ultime settimane i qaedisti, dopo aver sofferto perdite consistenti, hanno reagito in modo feroce ricorrendo all’uso di donne-kamikaze. Una esperta israeliana, da noi interpellata, ha previsto che la «nuova ondata» di attentati sarà condotta dai bambini. L’intelligence americana ritiene che i ragazzini siano scelti dai loro stessi parenti, affiliati alla branca irachena di Al Qaeda. Un terrorismo «a conduzione familiare». Una ripetizione di quanto è avvenuto in Afghanistan, dove i talebani hanno organizzato cerimonie con minori pronti a fare i kamikaze. In un’altra occasione un dodicenne ha partecipato personalmente all’esecuzione di una presunta spia. Tutto appare in perfetta sintonia con la notizia, diffusa ieri, secondo la quale Osama avrebbe nominato come futuro successore il figlio Hamza, di soli 16 anni. Nell’analisi del Pentagono, i video sequestrati in Iraq dovevano servire per la campagna di propaganda e per indurre altri giovani ad arruolarsi. Tesi plausibile anche se è strano che il filmato non abbia il logo dell’organizzazione. Di solito i gruppi armati sono molto gelosi delle loro iniziative e «firmano» con il marchio anche l’attacco più insignificante. Guido Olimpio