Corriere della Sera 7 febbraio 2008, Massimo Nava, 7 febbraio 2008
Vincono i tassisti, Parigi ritira la riforma. Corriere della Sera 7 febbraio 2008. PARIGI – Jacques Attali, ex consigliere di François Mitterrand da cui apprese le astuzie della politica, aveva visto giusto nel consigliare a Nicolas Sarkozy di rendere pubblico il rapporto della commissione sulla crescita e le libertà economiche ad aprile, dopo le elezioni amministrative
Vincono i tassisti, Parigi ritira la riforma. Corriere della Sera 7 febbraio 2008. PARIGI – Jacques Attali, ex consigliere di François Mitterrand da cui apprese le astuzie della politica, aveva visto giusto nel consigliare a Nicolas Sarkozy di rendere pubblico il rapporto della commissione sulla crescita e le libertà economiche ad aprile, dopo le elezioni amministrative. Sapeva, la «vecchia volpe» che le 300 proposte rivoluzionarie si sarebbero subito scontrate con «corporazioni e privilegi», cioè il freno a mano sulle riforme di cui la Francia ha urgente bisogno e con i sondaggi negativi per la destra. Buona parte delle indicazioni rischiano di finire in un cassetto prima di correre il rischio che diventino proposte di legge o dispositivi riformatori. Una – la liberalizzazione delle licenze dei taxi – è già stata sotterrata dopo la seconda giornata di protesta che ha paralizzato molte città della Francia. Il governo lo ha confermato ai rappresentanti dei tassisti, protagonisti a loro modo di un evento storico: il primo sciopero generale contro un’indicazione consultiva di esperti non politici. Quale sarà il destino delle proposte di legge? «Non finirà sugli scaffali di una biblioteca come i precedenti rapporti», aveva giurato Sarkozy, precisando il suo disaccordo soltanto su tre delle 316 «decisioni per cambiare la Francia». Ma il lavoro della commissione fa insorgere la sinistra e mette paura alla destra. Così il numero delle proposte scartate rischia di essere scritto dalle categorie sul piede di guerra e dall’esempio dei tassisti: notai, farmacisti, impiegati e cassiere dei supermercati, sindacati del pubblico impiego e persino deputati della destra preoccupati per «tagli» che sconterebbero varie categorie di elettori. Emblematica la rassicurazione del capogruppo dei deputati, Jean François Cope, che annuncia «commissioni di riflessione» sulle proposte: in pratica un supplemento di analisi a una diagnosi della situazione francese che, almeno a livello di esperti, è assolutamente condivisa. Sul lavoro della commissione pesa anche l’insofferenza della classe politica, dai deputati agli eletti locali, e persino di qualche ministro. Si teme un’influenza anomala da parte di esperti e consiglieri del presidente sul Parlamento e sull’esecutivo. Lo spirito di fondo della commissione sembra al momento messo fra parentesi anche dal governo e dal presidente. Con «le casse vuote» e uno «Stato sull’orlo del fallimento » (parole di Sarkozy e del premier François Fillon), si moltiplicano provvedimenti elettorali: una tantum per senior disagiati, straordinari per gli ospedalieri, aiuti per la custodia dei figli, rivalutazione delle pensioni minime, promesse a 360 gradi. probabile che Sarkozy, dopo le elezioni, voglia ridare slancio al progetto riformista che lo ha portato all’Eliseo, ma i segnali che arrivano dal Paese non sono incoraggianti. il caso di dire, nessuno profeta in patria. La formula innovativa e le conclusioni della commissione Attali sono stati ammirati e presi ad esempio all’estero, in Italia in particolare, dove peraltro almeno i tassisti una riforma annacquata l’hanno in parte digerita. Massimo Nava Blocco Protesta generale dei tassisti della capitale francese L’allarme Allarme del presidente e del premier Fillon: «Lo Stato ha le casse vuote» e rischia «il fallimento» Massimo Nava