Avvenire 7 febbraio 2008, LAURA BOSIO, 7 febbraio 2008
SCONTENTEZZE
Avvenire 7 febbraio 2008.
Vado a spedire una raccomandata alla posta vicino a casa. Uno solo dei tre sportelli funziona. Da quindici giorni gli altri due hanno bilancia e computer guasti. Tra le persone in coda il nervosismo cresce: insulti allo Stato, ai politici che intascano soldi e basta, all’Italia dove non si può più vivere. La manifestazione ad alta voce della scontentezza è stata rivestita di contenuti alti, e allora avanti, al giusto scontento ’politico’ si aggiunge la scontentezza personale, e non c’è più freno. L’agitatore di turno, un ragazzo in giaccone cerato, urla, sobilla, cerca consensi. Dice di lavorare in un ufficio stampa e spreca i sarcasmi. Dopo mezz’ora arriva il suo turno. Deve spedire, via posta normale, dieci lettere e chiede dieci francobolli. Gli agitati lo guardano inferociti: «Anche lei... non poteva andare dal tabaccaio?». L’impiegata, grassa e lenta, glieli passa da sotto il vetro e gli dice di imbucare le lettere nella cassetta sul viale. Lui si inalbera: «E io avrei fatto mezz’ora di coda per incollarmeli da me i francobolli? Pretendo che lo faccia lei, è una questione di principio». Si gira a cercare altri consensi, ma i consensi non arrivano. La folla insorge: contro chi, non si sa più.
LAURA BOSIO