L’Osservatore Romano 10/2/2008, 10 febbraio 2008
Il Papa ha detto che esistono solo i maschi e le femmine, e questo, non solo in base all’esperienza, ma richiamandosi a Genesi I, 27: «Maschio e femmina li creò»
Il Papa ha detto che esistono solo i maschi e le femmine, e questo, non solo in base all’esperienza, ma richiamandosi a Genesi I, 27: «Maschio e femmina li creò». C’è spazio per un terzo, un quarto o un quinto sesso? No. «Di fronte a correnti culturali e politiche che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella nella natura umana considerandole una costruzione culturale, è necessario richiamare il disegno di Dio che ha creato l’essere umano maschio e femmina, con un’unità e allo stesso tempo una differenza originaria e complementare». Potrebbe l’esistenza di maschi e di femmine essere un fenomeno passeggero, potrebbe un giorno esistere un’umanità fatta di un solo sesso, non si sa più se maschile o femminile, capace però di far da sé quanto alla generazione dei figli e dei figli dei figli? «Quando l’uomo o la donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente». Può la femmina, da un certo punto di vista, essere considerata così diversa dal maschio da sembrargli quasi nemica? «Dio, creando il maschio e la femmina, ha evitato tanto una uniformità indistinta e una uguaglianza appiattita e impoverente quanto una differenza abissale e conflittuale. Questa unità duale porta con sé, iscritta nei corpi e nelle anime, la relazione con l’altro, l’amore per l’altro, la comunione inter-personale che indica ”che nella creazione dell’uomo è stata iscritta anche una certa somiglianza della comunione divina». E può, al contrario, essere il maschio, tante volte prevaricatore e sopraffatore, essere considerato un nemico della femmina? «Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell’industria del consumo e del divertimento. Dinanzi a fenomeni così gravi e persistenti ancor più urgente appare l’impegno dei cristiani perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete». Il Papa ha aggiunto: «Dio affida alla donna e all’uomo, secondo le proprie peculiarità, una specifica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Penso qui alla famiglia, comunità di amore aperto alla vita, cellula fondamentale della società. In essa la donna e l’uomo, grazie al dono della maternità e della paternità, svolgono insieme un ruolo insostituibile nei confronti della vita. Sin dal loro concepimento i figli hanno il diritto di poter contare sul padre e sulla madre che si prendano cura di loro e li accompagnino nella loro crescita. Lo Stato, da parte sua, deve appoggiare con adeguate politiche sociali tutto ciò che promuove la stabilità e l’unità del matrimonio, la dignità e la responsabilità dei coniugi, il loro diritto e compito insoistituibile di educatori dei figli. Inoltre, è necessario che anche alla donna sia reso possibile collaborare alla costruzione della società, valorizzando il suo tipico ”genio femminile”.