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 2008  febbraio 09 Sabato calendario

la Repubblica, sabato 9 febbraio Gentile dottor Augias, giorni fa sono stata al funerale del parroco del mio paesino di provenienza, nell’Altopiano di Asiago

la Repubblica, sabato 9 febbraio Gentile dottor Augias, giorni fa sono stata al funerale del parroco del mio paesino di provenienza, nell’Altopiano di Asiago. Un parroco legato alla sua tonaca nera, sempre sorridente, che andava a trovare gli ammalati all’ospedale e portava la Comunione ai vecchi delle contrade. Una vita sobria, semplice, quasi povera, dedicata all’amore per Dio e i suoi parrocchiani, anche per quelli non praticanti. Vedendo la bara con sopra solo la sua stola e il vangelo, profondamente commossa, non ho potuto fare a meno di pensare agli avvenimenti che in questi giorni hanno riguardato la Chiesa. E ho pensato che la Fede e la ricerca spirituale sono ben altro da quello che abbiamo visto e sentito. L’amore per Dio e il desiderio di sacro non hanno bisogno di colti discorsi teologici, di esibizioni di titoli accademici, di prove matematiche dell’esistenza di Dio come pretenderebbe il deputato Buttiglione. La Fede sgorga dal cuore, nonostante i segni e i miracoli che molti di noi non cercano, e passa tramite l’esempio di vite anche semplici, dedicate all’Assoluto e all’amore per il prossimo, più che a quello per la filosofia e per lo studio dei sacri testi. Se la Chiesa tornasse a questo, forse recupererebbe anche le pecore che, come me, si sono allontanate, per continuare a credere. Monica Lunato antilopechecorre@libero.it La forza della chiesa cattolica si misura anche da questo: traffico di capitali attraverso il mondo ma anche parroci che si affannano a fare del bene; fasto e ricchezza ma anche dignitosa parsimonia; raffinate esegesi teologiche ma anche la fede che ’sgorga dal cuore’, come scrive Monica Lunato. Pochi giorni fa, per la giornata della Memoria, discutevo con altre persone del comportamento di papa Pio XII durante il nazismo. Su un piano diverso si possono dire anche per quegli anni tragici le stesse cose. La straordinaria prudenza, c’è chi dice complicità, del Vaticano verso il nazismo ma anche l’aiuto di conventi e case cattoliche che si aprirono generosamente ad ospitare e nascondere i perseguitati. Se volessimo allargare il discorso per tentare, dal funerale di un parroco di montagna, un’osservazione più generale, si potrebbe aggiungere che l’intera storia della chiesa si è sviluppata lungo questo doppio registro: il potere e la lotta al potere, il fasto e la povertà, l’accomodamento e l’eroismo. Somma astuzia, o sapienza, è stato riuscire a tenere insieme per tanti secoli questi due livelli facendo anzi in modo che il secondo, quello più umile e nascosto, servisse come schermo per meglio dissimulare il primo. Più la vera fede s’è rarefatta, più questo schermo ha funzionato, più è avanzata la secolarizzazione e il disinteresse più è stato facile nascondere la differenza abissale tra la chiesa del potere e quella della cura di anime e di corpi. I soldi né danno la felicità né sono sterco del demonio. Con la fede avrebbero pochissimo a che fare, però aiutano, come scrive Petronio arbitro, a navigare con vento sicuro Corrado Augias