Edoardo Sassi, Corriere della Sera 7/2/2008, 7 febbraio 2008
ROMA – «Mi piacerebbe che le 1.500 firme rappresentassero il primo anello di una catena ancora da costruire»: così ieri Angelo d’Orsi nel suo intervento all’università «La Sapienza» per la tavola rotonda su laicità e diritto al dissenso, promossa da Sinistra critica dopo la querelle sulla mancata visita del pontefice nell’ateneo romano
ROMA – «Mi piacerebbe che le 1.500 firme rappresentassero il primo anello di una catena ancora da costruire»: così ieri Angelo d’Orsi nel suo intervento all’università «La Sapienza» per la tavola rotonda su laicità e diritto al dissenso, promossa da Sinistra critica dopo la querelle sulla mancata visita del pontefice nell’ateneo romano. D’Orsi, professore di Storia del pensiero politico a Torino e allievo di Bobbio, è infatti il promotore dell’appello «Anche noi cattivi maestri», che dal giorno dopo il forfait di Benedetto XVI e fino a ieri ha raccolto le adesioni di 1.492 docenti (da Vattimo a Odifreddi, da Eva Cantarella a Luciano Gallino, molti i nomi di accademici celebri) in segno di solidarietà ai 67 fisici della «Sapienza» che criticarono l’invito al Papa ad inaugurare l’anno accademico. «L’appello’ ha raccontato d’Orsi – è frutto di una notte insonne in cui montava la rabbia per come politica e media avevano trattato i colleghi, rei solo di aver espresso un legittimo dissenso». Ora quel registro di firme partito dal sito historiamagistra.com – «che da oggi è un appello permanente» ha detto ieri d’Orsi – poterebbe trasformarsi in altro: «Penso a un movimento culturale, non politico, anche se non mancano spinte in questa direzione. Penso poi di estendere la possibilità di firma anche a semplici cittadini, benché sia già stato fatto» (www.petitiononline ha raccolto 20 mila adesioni no-pope).