Gilberto Corbellini, Tuttoscienze - La Stampa 6/2/2008, 6 febbraio 2008
Evoluzionismo e malattia. Tuttoscienze - La Stampa, mercoledì 6 febbraio Perché ci ammaliamo? Come mai le malattie e il carico di disfunzioni che provocano nelle popolazioni cambiano con il tempo, in modi che dipendono fortemente dai contesti ecologici? Perché aumentano i disturbi mentali e non si debellano le malattie infettive? Perché è così difficile adottare stili di alimentazione e comportamenti che ci aiutino a evitare malattie croniche come il diabete, gli infarti o il cancro? Per quali ragioni il rischio di ammalarsi e il decorso di una malattia, nonché la risposta ai trattamenti, sono diversi a seconda delle origini etniche, ma anche da un paziente all’altro? Sono domande che circolano all’interno di un gruppo, ora in espansione, di medici, genetisti e antropologi, per i quali la medicina si basa su spiegazioni della salute e della malattia, e su metodi che sono incompleti
Evoluzionismo e malattia. Tuttoscienze - La Stampa, mercoledì 6 febbraio Perché ci ammaliamo? Come mai le malattie e il carico di disfunzioni che provocano nelle popolazioni cambiano con il tempo, in modi che dipendono fortemente dai contesti ecologici? Perché aumentano i disturbi mentali e non si debellano le malattie infettive? Perché è così difficile adottare stili di alimentazione e comportamenti che ci aiutino a evitare malattie croniche come il diabete, gli infarti o il cancro? Per quali ragioni il rischio di ammalarsi e il decorso di una malattia, nonché la risposta ai trattamenti, sono diversi a seconda delle origini etniche, ma anche da un paziente all’altro? Sono domande che circolano all’interno di un gruppo, ora in espansione, di medici, genetisti e antropologi, per i quali la medicina si basa su spiegazioni della salute e della malattia, e su metodi che sono incompleti. La medicina è riuscita a capire "come" è fatto e "come" funziona e si ammala il corpo umano. Ma non si è quasi mai chiesta "perché". Finora ha trascurato che le nostre caratteristiche anatomiche e fisiologiche, incluso il comportamento, si sono plasmati, sotto la pressione della selezione naturale, in un ambiente diverso da quello attuale. E senza basarsi su un "disegno intelligente"! Come dimostra il fatto che siamo pieni di difetti anatomici e fisiologici - la selezione naturale lavora alla cieca e con quello che si trova - da cui discendono le difficoltà e i rischi del parto, il mal di schiena o le emorroidi. Ma anche il cancro, visto che proprio la non ottimale efficienza dei meccanismi di riparazione delle alterazioni, cui va incontro il Dna nei processi di replicazione cellulare, consente l’insorgere delle neoplasie. Cancro che, peraltro, elude i trattamenti utilizzando delle strategie evolutive di natura darwiniana. Vale a dire sfruttando quegli stessi processi di selezione che consentono ai parassiti di sviluppare la resistenza ai farmaci. Le analisi in chiave evolutiva dei problemi della medicina presuppongono che l’organismo non sia una macchina costruita a partire da un progetto, ma come qualcosa di individuale e singolare in ragione della sua storia evolutiva (filogenetica) e personale (ontogenetica); e assumono che gran parte delle nostre caratteristiche fenotipiche servissero per sopravvivere come cacciatori-raccoglitori nella savana del Pleistocene. L’invenzione dell’agricoltura e le trasformazioni industriali delle condizioni di vita hanno consentito di risolvere molti problemi, a cominciare dalla disponibilità di cibo. Ma il metabolismo continua a essere tarato per fare fronte all’alternarsi di periodi di abbondanza e di scarsità di cibo. Oppure per una vita meno sedentaria. Per cui ci piacciono i cibi ricchi di calorie, che però non sono più scarsi, e quindi ne mangiamo troppi. Anche i modi di riprodursi sono cambiati. Facciamo i figli più tardi e di meno. Questo comporta che una donna occidentale vada incontro mediamente a 400 ovulazioni. Contro 150, quando le donne partorivano almeno 5-6 volte figli vivi e allattavano in media per 2 anni. La situazione aumenta il rischio di malattie dell’apparato riproduttivo. Anche alcune malattie mentali, come la depressione, sono verosimilmente la conseguenza di condizioni di vita che oggi scatenano in forme eccessive risposte comportamentali, come l’ansia e la tristezza, che nel contesto di relazioni interpersonali meno frenetiche e numerose rispondevano a dinamiche per una migliore coesione sociale. Insomma, la battuta del genetista Theodosius Dobzhansky che nulla ha senso in biologia, se non alla luce dell’evoluzione, vale anche per la medicina. E gli approcci evoluzionistici possono migliorare la capacità dei medici di curare e di prevenire le malattie. Gilberto Corbellini