Maria Chiara Bonazzi, Tuttoscienze - La Stampa 6/2/2008, 6 febbraio 2008
Tre genitori e un embrione. Tuttoscienze - La Stampa, mercoledì 6 febbraio Il primo embrione con due madri e un padre, creato da un team inglese dell’Università di Newcastle, potrebbe spianare la strada alla sconfitta definitiva di una cinquantina di malattie ereditarie, fra cui la distrofia muscolare e alcune forme di epilessia
Tre genitori e un embrione. Tuttoscienze - La Stampa, mercoledì 6 febbraio Il primo embrione con due madri e un padre, creato da un team inglese dell’Università di Newcastle, potrebbe spianare la strada alla sconfitta definitiva di una cinquantina di malattie ereditarie, fra cui la distrofia muscolare e alcune forme di epilessia. La tecnica messa a punto da Doug Turnbull, neurologo con anni di esperienza clinica, punta a combinare la fertilizzazione in vitro con la chirurgia cellulare per eliminare i difetti del Dna mitocondriale, trasmessi per via materna. La speranza è arrivare a una terapia che entro tre anni permetterebbe alle prossime generazioni di non ereditare più queste malattie talora fatali. Turnbull ha effettuato con successo un trapianto di mitocondri, spesso definiti la "centrale energetica" delle cellule. Per l’esperimento gli scienziati hanno usato 10 embrioni gravemente anormali, scartati da alcune coppie che si erano sottoposte alla fecondazione artificiale. Entro poche ore dalla creazione degli embrioni in vitro il nucleo contenente il materiale genetico di madre e padre è stato rimosso e trasferito dentro l’ovulo di una donatrice sana, il cui Dna era stato per la maggior parte asportato in modo che l’unica informazione genetica residua fosse proprio il meccanismo che regola la produzione dei mitocondri. Gli embrioni hanno cominciato a svilupparsi normalmente, ma sono stati distrutti entro sei giorni. Il team non intende dunque alterare radicalmente il Dna degli embrioni, tant’è vero che Turnbull, esperto di miopatie mitocondriali, sottolinea: "Abbiamo solo cambiato la fonte energetica". Ma proprio ai difetti del Dna mitocondriale si devono malattie terribili, come una forma di insufficienza epatica, episodi ischemici, encefalopatia con o senza convulsioni, cecità, sordità e diabete. Nel Regno Unito è a rischio uno su 5 mila. Secondo gli scienziati, che hanno presentato i risultati preliminari al "Medical Research Council Centre for Neuromuscular Diseases" di Londra, i bambini che un giorno nascessero con questa tecnica avrebbero sì elementi genetici di tre persone, ma il Dna nucleare che determina le caratteristiche personali proverrebbe comunque dalla madre e dal padre, non dall’ovulo della donatrice, da cui dipenderebbe solo il normale sviluppo dei mitocondri. A proposito del metodo, Turnbull enfatizza che "questa non è clonazione". Un paio d’anni fa, quando il regolatore britannico della bioetica gli aveva dato la licenza di condurre il test, lo scienziato aveva commentato: "Vogliamo aiutare le madri ad avere figli senza queste anomalie genetiche. Chi di noi ha figli può immaginare che cosa meravigliosa sarebbe dare loro questa possibilità". Uno dei collaboratori, Patrick Chinnery, aggiunge: "Crediamo che il nostro lavoro offra in futuro la speranza di evitare di trasmettere queste malattie ai figli". Ha fiducia anche Marita Pohlschmidt, della "Muscular Dystrophy Campaign" che ha finanziato la ricerca: "Le miopatie mitocondriali sono malattie complesse e gravi e spesso gli specialisti hanno difficoltà a dare una prognosi precisa". Alla Camera dei Lord è stato presentato un emendamento alla proposta di legge per la riforma della normativa sulla bioetica che, se approvato, darebbe agli scienziati la possibilità di usare la tecnica senza il permesso del Parlamento, ma solo dell’Authority, la "Human Fertilisation and Embryology". Il movimento antiabortista rimane in ogni caso contrario: "E’ il primo passo verso i bambini transgenici". Maria Chiara Bonazzi