Corriere Economia 4 febbraio 2008, Enrico Marro, 4 febbraio 2008
Bonanni in maglione. copia Marchionne? Corriere Economia 4 febbraio 2008. Look alla Marchionne per Raffaele Bonanni
Bonanni in maglione. copia Marchionne? Corriere Economia 4 febbraio 2008. Look alla Marchionne per Raffaele Bonanni. Il segretario della Cisl, a 59 anni, ha deciso di dismettere giacca e cravatta in favore del maglioncino girocollo blu o grigio scuro, co- me l’amministratore delegato della Fiat, abruzzese anche lui (sono entrambi della provincia di Chieti). Si è presentato così anche alle ultime riunioni a Palazzo Chigi «Dobbiamo vestirci come i lavoratori», ha detto a chi gli ha chiesto spiegazioni. Peccato che, per il momento, i pantaloni e le scarpe, siano rimasti classici. Quelli sportivi, o meglio da lavoro, li indossa la domenica quando sale sul trattore a Bomba, in Abruzzo, suo paese natale. Per sé e per gli amici produce un olio d’oliva che sostiene essere «tra i migliori d’ Italia». Caduto il governo Prodi, il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, si è sentito in dovere di andare a Palazzo Chigi, qualche giorno fa, per il presidente del Consiglio dimissionario, rammaricandosi ancora una volta per la crisi, scoppiata «nel momento peggiore». Bonanni invece ha rivolto tutte le sue attenzioni al tentativo del presidente incaricato, Franco Marini, già segretario della Cisl, anche lui abruzzese, e del quale l’attuale capo della Cisl si considera un seguace. E il leader della Uil, Luigi Angeletti ? Ha dato il benservito a Prodi. Il bilancio del suo governo, ha detto in un’intervista al quotidiano La Discussione, «non è positivo. Il governo avrà pure risanato i conti pubblici, ma basta guardare i numeri per capire chi ha pagato. I redditi dei lavoratori dipendenti». Non solo. Angeletti si è mostrato scettico sulla promessa di Prodi di intervenire a favore dei salari: «La mia impressione è che non l’avrebbe fatto». Tra coloro che più si sono addolorati per la caduta di Prodi c’è sicuramente l’ex segretario generale della Uil, Pietro Larizza, che, primo dei non eletti nella circoscrizione del Lazio per il Senato alle elezioni del 2006, è finalmente riuscito a diventare senatore subentrando a Goffredo Bettini, il braccio destro di Walter Veltroni, che si è dimesso lo scorso novembre per dedicarsi esclusivamente al Partito democratico. Dopo una panchina di quasi due anni, Larizza, a 72 anni, è così riuscito a sedere per la prima volta in Parlamento. Ma dopo nemmeno due mesi ecco il rischio dello scioglimento delle Camere. Comprensibile che sia stato tra i primi a scagliarsi contro l’ipotesi dì elezioni anticipate: «Sarebbero un grave danno per l’economia». Fa una certa impressione vedere che qualche giorno fa i sindacati, la ThyssenKrupp, i Vigili del Fuoco, la Asl, l’Ispesl, l’Inail, l’Arpa, il sindaco e il prefetto di Terni, il presidente della stessa provincia, il governatore dell’Umbria, il ministero del Lavoro e quello della Salute abbiano sottoscritto un accordo per la sicurezza sul lavoro nelle acciaierie ternane del colosso tedesco. Dieci pagine fitte fitte di impegni, regole e procedure di prevenzione e controllo minuziose, che si estendono anche alle attività appaltate e subappaltate. Un’impressione positiva certo. Peccato però che tutto questo sia avvenuto dopo l’incidente di Torino dove sono morti sette operai. Resta poi il dubbio che tutto ciò che viene promesso nel documento possa essere attuato. E la certezza che il sistema va rivisto. Possibile che a vegliare sulla sicurezza sul lavoro debbano essere minimo 5 diversi soggetti pubblici? Per tenere viva la memoria di Bruno Trentin, leader storico della Cgil, scompar- so lo scorso agosto, c’è ora un sito, www.brunotrentin.it, nato su iniziativa di Bruno Ugolini, il giornalista che meglio ha conosciuto e capito Trentin. Enrico Marro