Corriere della Sera 5 febbraio 2008, Maurizio Caprara, 5 febbraio 2008
Il Financial Times: grande coalizione e Draghi premier. Corriere della Sera 5 febbraio 2008. ROMA – Anche se in Italia la data delle elezioni non è ancora fissata, dall’estero c’è già chi suggerisce a quale risultato politico dovrebbero portare
Il Financial Times: grande coalizione e Draghi premier. Corriere della Sera 5 febbraio 2008. ROMA – Anche se in Italia la data delle elezioni non è ancora fissata, dall’estero c’è già chi suggerisce a quale risultato politico dovrebbero portare. Sul Financial Times, il quotidiano della City finanziaria di Londra, il giornalista Wolfgang Münchau si è augurato ieri un governo di «grande coalizione» tra Forza Italia e Partito democratico guidato da Mario Draghi, attuale governatore della Banca d’Italia. L’unico tipo di assetto, secondo Münchau, adatto a fronteggiare le necessità ritenute più urgenti: innanzitutto varare una «riforma del settore pubblico» capace di portare la qualità dei servizi statali all’altezza del prodotto interno lordo nazionale, poi un cambiamento del sistema «particolarmente fradicio» dell’istruzione italiana. Opinione tranchant, affilata. Con giudizi categoricamente negativi su Romano Prodi: «Come leader della sinistra è stato una delusione. Come riformista, un disastro». Ma senza complimenti anche per Silvio Berlusconi, indicato come possibile prossimo presidente del Consiglio: «Va sperato che questo si eviti. Berlusconi (...) sarà ricordato come un primo ministro che ha abusato del potere per favorire i suoi interessi privati». L’articolo di Münchau, ex corrispondente da Francoforte e oggi associate editor del Financial Times, è stato pubblicato nella pagina dei commenti, una tribuna aperta a più voci, e non in quella che la affianca a sinistra, impiegata per le valutazioni anonime attribuibili al giornale e le lettere dei lettori. Come se, più che la linea ufficiale, la tesi esposta fosse una base di discussione. Titolo: «Il fallimento di Prodi offre all’Italia una possibilità per il cambiamento». La premessa è che «paradossalmente, l’attuale crisi potrebbe risultare la cosa migliore successa in anni al Paese ». Stando a Münchau, Prodi ha fallito «in gran parte per un desiderio quasi patologico di consenso», per questo non avrebbe messo mano alla riforma della burocrazia. E non c’è stata alcuna «autentica redistribuzione del reddito », sostiene il commentatore citando l’economista Francesco Giavazzi. Oltre a teorizzare che «l’Italia ha bisogno di un governo ad interim come un buco in testa» e che il centrosinistra non funzionava a causa di un elettorato diviso, non della legge elettorale, Münchau si è augurato che il Cavaliere, qualora vincesse nel voto, consenta un governo di larghe intese: «Berlusconi né Veltroni sarebbero capaci di guidare una coalizione del genere, il compito potrebbe cadere su un outsider competente (...). Un nome che di solito sbuca in questo contesto è Mario Draghi». Maurizio Caprara