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 2008  febbraio 03 Domenica calendario

Sopravvive all’aborto, ora è in una casa famiglia. Corriere della sera 3 febbraio 2008. MILANO – Di lei non si sa nulla: non il nome (ma per la sua mamma adottiva è «Raggio di Paradiso»), non il luogo dove è nata, né tantomeno quello dove oggi vive

Sopravvive all’aborto, ora è in una casa famiglia. Corriere della sera 3 febbraio 2008. MILANO – Di lei non si sa nulla: non il nome (ma per la sua mamma adottiva è «Raggio di Paradiso»), non il luogo dove è nata, né tantomeno quello dove oggi vive. La sua storia è stata raccontata ieri, a Bologna, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII: la piccola, sopravvissuta a un aborto terapeutico deciso dopo che le era stata diagnosticata la mancanza dei globi oculari, è stata accolta in una casa-famiglia dell’associazione fondata nel 1968 da don Oreste Benzi. Le testimonianze riferite dai responsabili della Comunità, da anni impegnata nella «difesa del bambino non ancora nato» – ieri l’appuntamento era la «preghiera per la vita nascente » all’Ospedale Maggiore bolognese, in occasione della 30ma Giornata per la Vita ”, tracciano i contorni di un evento-limite. La scoperta della cecità, alla 21ma settimana di gestazione. La scelta di procedere con l’interruzione di gravidanza (ammessa per legge anche oltre i 90 giorni, in caso di gravi anomalie o malformazioni del feto). L’intervento a 22 settimane e 5 giorni, e la nascita della piccola, viva; «pesava 562 grammi – scrive oggi la madre adottiva ”, un peso che ai più sembrava poco compatibile con la vita». La letteratura scientifica riduce le possibilità di sopravvivenza alla 22ma settimana di gestazione allo 0,001% dei casi, per risalire al 10% nella settimana successiva – a rischio, però, di gravi danni cerebrali. E anche in questo caso, nonostante l’intervento immediato dei medici, le complicazioni sono immediate e devastanti: un intervento al cuore a soli 10 giorni di vita, un’emorragia cerebrale che provoca una sordità quasi totale, gravi problemi respiratori e di alimentazione, infezioni di vario tipo. Dopo la decisione dei genitori naturali di darla in adozione, la neonata trascorre 7 mesi in ospedale; poi, il trasferimento nella casa-famiglia. « il primo caso di questo tipo di cui siamo a conoscenza – commenta Enrico Masini, animatore del servizio "Maternità difficile" della Comunità ”. Però le nostre case-famiglia in Italia sono circa 500...». A 8 mesi dal suo arrivo, le condizioni della piccola restano comunque delicate: a prescindere dalla possibilità, ancora incerta, di curare la sua sordità con un apparecchio acustico, la bimba «è appena stata dimessa dall’ospedale, dove era stata ricoverata in questi giorni per un aggravamento improvviso. Ha ancora enormi problemi di alimentazione, mangia voracemente ma poi vomita tutto; si sta valutando l’opportunità di una Peg, la sonda gastrica per l’alimentazione da esterno». A 15 mesi d’età, «Raggio di Paradiso» pesa soltanto 6 chili. Gabriela Jacomella