La Stampa 5 febbraio 2008, MAURIZIO MOLINARI, 5 febbraio 2008
Google in campo per fermare Gates. La Stampa 5 febbraio 2008. Google vuole impedire a Bill Gates di mettere le mani su Yahoo e prova a mettere in campo un’offerta alternativa, disegnando lo scenario di una sfida con Microsoft per la supremazia del mercato della pubblicità online
Google in campo per fermare Gates. La Stampa 5 febbraio 2008. Google vuole impedire a Bill Gates di mettere le mani su Yahoo e prova a mettere in campo un’offerta alternativa, disegnando lo scenario di una sfida con Microsoft per la supremazia del mercato della pubblicità online. Di fronte al tentativo di Gates con un’offerta d’acquisto da 44,6 miliardi di dollari la contromossa di Google è arrivata con la decisione del presidente Eric Schmidt di telefonare al parigrado di Yahoo, Jerry Lang, offrendogli aiuto per proteggersi dall’assalto di Microsoft. Il piano alternativo, secondo il New York Times, sarebbe una partnership fra i due motori di ricerca più popolari del pianeta, sommando il più allettante bacino di utenza per la pubblicità online. Schmidt sta giocando su più tavoli: oltre ad aver aperto un dialogo diretto con Yahoo ha dato mandato ai propri lobbisti a Capitol Hill di ostacolare da un punto di vista legislativo i disegni di Bill Gates su Internet, facendo conto sulle leggi americane antitrust. Lo scenario di uno scontro fa colossi del web è il tema del giorno a Wall Street. I portavoce della News Corp di Rupert Murdoch come anche di AT&T, Time Warner e Comcast preferiscono non pronunciarsi perché la posta in palio è troppo alta: se dovesse andare in porto l’alleanza fra Google e Yahoo si verrebbe a creare un motore di ricerca planetario capace di azzerare la concorrenza e di profilarsi come società dominante sul mercato dei «social network». Ma ci sono anche possibilità alternative, come la spartizione di Yahoo fra Google, News Corp, Aol e Time Warner, ognuna delle quali parteciperebbe così al patto anti-Gates. Murdoch ad esempio potrebbe essere interessato ad acquistare Yahoo Finance, per rafforzare i propri servizi finanziari, come anche Yahoo Sports per fonderlo con la tv sportiva Espn, che a sua volta appartiene a Walt Disney. Le manovre finanziarie ad ampio raggio si spiegano con la necessità di trovare una somma in grado di fronteggiare gli oltre 44 miliardi dollari messi sul piatto dal fondatore di Microsoft, che sembra convinto di poter resistere con facilità alle eventuali obiezioni dell’antitrust in forza del fatto che la posizione dominante sul mercato dei computer non avrebbe alcun impatto sulle acquisizioni online. Google tuttavia sarebbe pronta anche a bussare alla porta della Commissione europea per ostacolare i disegni di Gates, puntando a impedire almeno nel Vecchio Continente l’acquisizione da parte di Microsoft del motore Yahoo. Di fronte alla controffensiva di Google la reazione di Bill Gates è stata gelida, affidando al braccio destro Bradford Smith un comunicato scritto nel quale si ribadisce che «la combinazione fra Microsoft e Yahoo darà vita a un mercato più competitivo creando un motore di ricerca in grado di fare concorrenza nella pubblicità online con l’attuale numero 1», ovvero con Google. Come dire, Gates sostiene che l’operazione-Yahoo punta a garantire, e non ad affondare, la libera concorrenza nel mercato online. La battaglia, finanziaria e legale, è solo all’inizio e vi sono analisti come Eric Goldman, dell’Università di Santa Clara in California, secondo cui Google punta a un lungo braccio di ferro nella convinzione che basterà ostacolare Gates per far fallire i suoi piani. Yahoo invece si limita a dire che «le offerte ricevute sono solo alcune fra le tante» e che «nulla è stato deciso». Potrebbe essere proprio il motore di ricerca assediato a decidere come finirà il duello per il controllo delle pubblicità online. Maurizio Molinari