ALBERTO MATTIOLI, La Stampa 3 febbraio 2008, 3 febbraio 2008
Storie tese all’opera. La Stampa 3 febbraio 2008. I musicisti italiani hanno sempre composto le loro opere pensando a chi avrebbe dovuto eseguirle per la prima volta
Storie tese all’opera. La Stampa 3 febbraio 2008. I musicisti italiani hanno sempre composto le loro opere pensando a chi avrebbe dovuto eseguirle per la prima volta. Con risultati talvolta disastrosi per la loro fortuna, come quando Bellini scrisse per Giovanni Battista Rubini, nei Puritani, una parte quasi incantabile per qualsiasi altro. O come quando Puccini s’ispirò a Giacomo Lauri-Volpi per il Calaf della Turandot, ma poi Toscanini ebbe una delle sue tipiche impuntature e per la «prima» postuma scelse Miguel Fleta. Tuttavia, quasi nessun operista aveva scritto la parte principale di una sua opera per un cantante non d’opera. Capita adesso per Il Re nudo. L’autore è Luca Lombardi e la voce non lirica che canta è quella di Elio. Sì, proprio Elio, alias Stefano Belisari, leader delle Storie Tese, cantore della Terra dei cachi, prossimo conduttore del DopoFestival a Sanremo, attualmente a Milano con il «concerto mostruoso» Frankenstein, «pan-demonium per chansonnier ed ensemble» dell’austriaco Heinz Carl Gruber. Ma fin qui siamo al concerto, per quanto classico. E del resto Elio è perfettamente attrezzato per affrontarlo, poiché nasce musicista «serio» con tanto di diploma in flauto al Conservatorio. Ma l’opera, in scena e in costume, è un’altra cosa. Chi l’ha convinto è appunto Lombardi, classe ”45, compositore «serissimo», di cui ieri l’altro ha debuttato con successo Terra, un ampio brano per grande orchestra commissionato dalla Sinfonica Nazionale della Rai, e già autore di tre opere (l’ultima s’intitola Prospero ed è tratta dalla Tempesta di Shakespeare). Lombardi per Elio, Storie tese questa volta comprese, ha già scritto due canzoni, entrambe su testi del poliedrico Belisari. Titoli curiosi (come tutto, in questa storia): Criceto e Zanzara. Adesso, però, si tratta di un’opera da camera, commissionata dall’Opera di Roma, che andrà in scena nel marzo 2009 (probabilmente al Nazionale). Il soggetto è tratto da un testo del 1934 di Evgenij Schwarz, vietatissimo dalla censura staliniana, tratto a sua volta da tre celeberrime fiabe di Hans Christian Andersen, I vestiti nuovi dell’imperatore, La principessa sul pisello e Il guardiano dei porci. Insieme a Lombardi, il libretto lo sta scrivendo Sandro Cappelletto e la produzione si annuncia di gran lusso, con la regia di Dimitri Bertman e una probabile coproduzione con il Mariinskij di Pietroburgo. Già, ma perché Elio? Lombardi è sicuro: «Per almeno due buone ragioni. La prima che voglio una voce musicalmente ineccepibile ma non impostata, insomma non volgio un cantante lirico. Del resto, ho ascoltato Elio cantare L’opera da tre soldi ed era bravissimo. Seconda ragione: Elio riesce a rendere concreto l’umorismo. ricercato ma diretto, divertente ma profondo». D’accordo: ma il suo personaggio come si chiamerà? «Come lui: Elio. E agirà insieme a un amico alter ego. Di nome, ovviamente, Gabalo». Alberto Mattioli