ItaliaOggi 30 gennaio 2008, Alessandra Ricciardi, 30 gennaio 2008
Il prossimo viaggerà leggero. ItaliaOggi 30 gennaio 2008. Sul nuovo governo scatta la tagliola della Finanziaria 2008 Era il 17 maggio 2006, e il governo Prodi, il Prodi II, prestava giuramento nelle mani del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano
Il prossimo viaggerà leggero. ItaliaOggi 30 gennaio 2008. Sul nuovo governo scatta la tagliola della Finanziaria 2008 Era il 17 maggio 2006, e il governo Prodi, il Prodi II, prestava giuramento nelle mani del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. Il primo problema si ebbe al momento di scattare la foto di gruppo: per far entrare in un sola inquadratura 26 ministri ci volle un bel grand’angolo. Il risultato è l’immagine riportata qui a fianco, che già metteva in luce uno dei problemi che sarebbe poi esploso in modo fragoroso durante il cammino dell’esecutivo: tanti partiti, tante, troppe identità. Con le ultime nomine del 9 giugno 2006, il governo Prodi è arrivato a contare 26 ministri, 10 viceministri e 66 sottosegretari, per un totale di 103 membri, incluso il presidente del consiglio (contro i 25 ministri, 9 viceministri, 63 sottosegretari, per un totale di 98 membri, del precedente governo Berlusconi). Con il prossimo esecutivo, non importa se frutto di elezioni anticipate oppure di un incarico istituzionale, si cambia musica. Scatta infatti la tagliola prevista dalla Finanziaria 2008, che prevede in un colpo solo la riduzione da 103 a 60 dei posti di governo. E rifissa a 12 i ministeri con portafoglio, tanti quanti ne indicava la riforma Bassinini del 1999. Riforma mai applicata, che il primo governo interessato, ovvero il Berlusconi, subito cambiò la legge. E non è detto che anche in questo caso non si decida di fare altrettanto, anche se pare difficile eguagliare il record di Prodi, che ha superato il governo Andreotti VII (101 membri) additato per anni come esempio del peggior clientelismo della Prima Repubblica. A mettere l’obbligo della cura dimagrante, l’articolo 1, comma 376 della legge n. 244/2007, ovvero la legge finanziaria per il 2008. Le poltrone da ministri con portafoglio non potranno essere più di 12: il che vuol dire che dovranno essere accorpati molti dicasteri, il cui spacchettamento è stato causa di liti e anche di qualche spesa, come hanno rilevato i servizi bilancio di camera e senato nel corso dell’esame del decreto di formazione del governo Prodi. Per esempio, vanno riunificati i dicasteri dell’istruzione e dell’università-ricerca, oggi rispettivamente assegnati a Beppe Fioroni e Fabio Mussi; tornano assieme anche i ministeri che oggi sono di Antonio Di Pietro (Infrastrutture) e di Alessandro Bianchi (Trasporti). Ci sono poi i ministeri senza portafoglio, di cui l’attuale governo ha fatto ampio uso: quello della famiglia, delle pari opportunità, della solidarietà sociale... Tutte poltrone che il nuovo premier potrà decidere di far convergere sui dicasteri con portafoglio da cui provengono o di mantenere in vita. Fermo restano il tetto massimo di 60 posti per l’intero esecutivo. Il successivo comma 37 dell’articolo 1 della Finanziaria fa invece salve una serie di operazioni di riassetto della macchina governativa fatte da Prodi: il trasferimento del Cipe dal ministero dell’economia alle dipendenze della presidenza del consiglio dei ministri, per esempio, così come il potenziamento del ministero dello sviluppo economico, a cui sono andate le strutture per le politiche territoriali e di gestione del Fondo per le aree sottoutilizzate. Alessandra Ricciardi