LiberoMercato 26 gennaio 2008, SANDRO IACOMETTI, 26 gennaio 2008
Vendita Alitalia nel caos. LiberoMercato 26 gennaio 2008. L’offerta di AirOne su Alitalia non è stata neanche presa in considerazione
Vendita Alitalia nel caos. LiberoMercato 26 gennaio 2008. L’offerta di AirOne su Alitalia non è stata neanche presa in considerazione. questa la clamorosa rivelazione fatta ieri da Alessandro Bianchi, dopo il liberi tutti provocato dalla caduta del governo. Caduto il patto di solidarietà di Palazzo Chigi o forse i diktat della coppia Romano Prodi - Tommaso Padoa Schioppa, che finora hanno imposto a tutto il Consiglio dei ministri di tenere la barra dritta su Air France. Una prima avvisaglia era arrivata giovedì con Antonio Di Pietro, ancor prima della sfiducia. "Su Alitalia bisogna fermare tutto", aveva detto il ministro delle Infrastrutture. Ieri è arrivato il carico del collega dei Trasporti. Bianchi ha voluto premettere che a suo giudizio "la crisi di governo non deve interrompere il processo di vendita di Alitalia, dato che i margini di sopravvivenza della compagnia sono molto stretti". Detto questo, il ministro ha candidamente ammesso che "l’offerta di Alitalia non è l’unica consistente, visto che quella formulata dal gruppo AirOne-Banca Intesa non è mai stata valutata nella sua consistenza". Ma come? Il ministro dell’Economia non era andato in aula a dire che il governo aveva scelto Air France perché era l’offerta migliore? Una cosa è certa, la sconfitta al Senato complica enormemente la partita. Air France, forse mostrando un po’ di nervosismo, ha diffuso immediatamente un comunicato per dire che tutto va bene e che la società è assolutamente determinata a presentare una proposta vincolante per l’acquisto del 49,9% di Alitalia. Il problema è capire chi accoglierà la proposta. Padoa-Schioppa, rispondendo alla Camera alle mozioni parlamentari, è stato molto chiaro. Dopo avere auspicato che Air France vada fino in fondo, il ministro aveva illustrato la tabella di marcia. Passate quelle otto settimane (e già siamo quasi alla fine di marzo) " il ministero esaminerà in modo compiuto l’offerta vincolante che Air France-Klm presenterà al termine della trattativa e, con l’aiuto dei propri consulenti e del Comitato per le privatizzazioni, si pronuncerà in via definitiva sulla cessione della partecipazione dello Stato italiano in Alitalia". E qui sorgono diversi ostacoli. Il primo, paradossalmente non riguarda la crisi, ma l’attuale governo. Quel comitato privatizzazioni che dovrebbe aiutare il ministro nel valutare la proposta è infatti ancora latitante. Padoa-Schioppa lo ha sciolto lo scorso agosto per ridurlo da cinque a tre membri. Poi, non si è saputo più nulla. Si è dimenticato di ricostituirlo. Anche se l’organismo tecnico dovesse essere rimesso in piedi a tempo di record, chi ci sarà a marzo a Via XX Settembre. Potrebbe esserci ancora Padoa-Schioppa. Ma è difficile che la vendita di Alitalia possa essere considerata ordinaria amministrazione, come previsto per i governi che restano in carica in attesa delle elezioni. Oppure ci sarà qualcun altro. E i giochi allora potrebbero riaprirsi. Lo sospettano, e forse lo sperano, gli imprenditori. Che ieri sono usciti allo scoperto contro l’ipotesi francese e soprattutto il ridimensionamento di Malpensa."Da un lato la caduta del governo riapre i giochi - ha detto il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei", lasciando intendere che la crisi istituzionale potrebbe lasciare spazio a un ripensamento. Dall’altra, ha però avvertito l’imprenditore, "c’è anche il pericolo che vengano prese decisioni senza una pressione politica". Poi Bombassei ha voluto anche rispondere alle accuse del ministro, che aveva sostenuto di non aver ricevuto proposte da parte del mondo dell’impresa. "Gli imprenditori - ha spiegato il vicepresidente di Confindustria - non sono mai stati coinvolti in progetti seri per cercare di risolvere la crisi Alitalia". Comunque vada, i tempi sono strettissimi. La liquidità di Alitalia arriverà a secco verso giugno. Prima di allora, governo o no, la compagnia dovrà perlomeno sapere in che direzione andare. SANDRO IACOMETTI