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 2008  gennaio 26 Sabato calendario

Howe per saltare più lungo sale a piedi sulla torre Eiffel. Corriere della Sera 26 gennaio 2008. LOS ANGELES – Sono i giorni nei quali Andrew Howe sta costruendo la base per saltare sul podio di Pechino

Howe per saltare più lungo sale a piedi sulla torre Eiffel. Corriere della Sera 26 gennaio 2008. LOS ANGELES – Sono i giorni nei quali Andrew Howe sta costruendo la base per saltare sul podio di Pechino. In attesa del primo test agonistico (i campionati italiani indoor, 23-24 febbraio) sono giorni di allenamenti severi, all’aperto e al coperto, nella palestra della Ucla, sotto la guida di Renée Fenton, nel caso specifico più allenatrice che madre, e la supervisione di Claudio Mazzaufo, il responsabile dei salti della Fidal. «Dal 3 gennaio Andrew ha lavorato come una bestia», ha spiegato la mamma e i primi test lo stanno confermando. Ieri ad esempio, personaggi illustri, a cominciare da Allison Felix, oro ad Osaka nei 200 metri e da Mike Powell, il primatista del mondo del lungo (m 8,95, Tokio ’91) per finire a Shawn Crawford, campione olimpico in carica dei 200, si sono fermati ad osservare Howe, mentre eseguiva in palestra i rimbalzi pliometrici. In questo caso, si scende da una base di 60 centimetri per salire immediatamente su un’altra, sistemata ad altezza doppia. C’è dell’altro. I test sulla forza chiariranno se e come è stato assimilato il lavoro fatto, che dovrà trasformarsi in forza esplosiva quando si salterà per l’oro olimpico. Nel frattempo, Howe sale di corsa 1.800 gradini al giorno, poco più di quelli che portano in cima alla torre Eiffel di Parigi (1.792). Succede nelle tre mattinate in cui si allena sulle scalinate della tribuna centrale del campo di atletica dell’Ucla. Da giovedì i muscoli di seta di Howe sono affidati alle mani sapienti di Massimiliano Oggianu, uno dei due fisioterapisti che lo seguono da due anni, anche attraverso l’utilizzo di una particolare tecnica di recupero muscolare, la Tecar active motion, brevettata dalla Unibell di Calco e messa a punto presso l’Istituto di medicina dello sport del Coni. Si tratta di una macchina, in apparenza nemmeno troppo sofisticata, che aiuta a sciogliere i muscoli attraverso il calore. Quando è stata testata, lo scetticismo era notevole, poi i risultati hanno dimostrato che si ottengono vantaggi tangibili Ad usarla anche Asafa Powell, il primatista mondiale dei 100 metri. Howe l’ha usata prima di Göteborg (oro europeo), di Birmingham (altro oro europeo, al coperto) e prima di Osaka (argento mondia-le): tre appuntament i chiusi con tre medaglie. L’uso della Tecar si inserisce in un programma di collaborazione fra il Coni e la Fidal: il Dipartimento di traumatologia e riabilitazione dello sport, diretto dal prof. Tranquilli, consente di utilizzare le più avanzate tecniche di riabilitazione, di recupero e di riequilibrio muscolo-articolare di Howe, così come il Dipartimento di Scienza dello sport, diretto dal prof. Faina, offre l’aiuto necessario per migliorare il gesto tecnico. Per il primatista italiano del lungo, quelli che stanno scivolando via a Santa Monica (rientro in Italia il 2 febbraio), sono anche i giorni nei quali riscoprire i luoghi dove ha vissuto sua madre, prima di trasferirsi in Italia: mercoledì è stato festeggiato dai poliziotti del distretto dove Renée Felton ha lavorato dall’81 all’86; nel pomeriggio è andato a visitare una mostra allestita al Coliseum con i lavori di Artis Lane, che ha sempre considerato Renée come una figlia. Ma il centro della vita di Howe restano la pedana e la palestra della Ucla: la corsa all’oro olimpico passa da qui. Fabio Monti