La Repubblica 29/01/2008, ENRICO FRANCESCHINI, 29 gennaio 2008
Nel Regno Unito offerti ai dipendenti corsi in "management di ristorante fast food" L´annuncio di Gordon Brown: obiettivo dare ai giovani più opportunità di lavoro
Nel Regno Unito offerti ai dipendenti corsi in "management di ristorante fast food" L´annuncio di Gordon Brown: obiettivo dare ai giovani più opportunità di lavoro. La Repubblica 29 gennaio 2008. LONDRA. D´ora in poi, in Gran Bretagna, si potrà andare a scuola tra hamburger, ketchup e patatine fritte. Anzi: si potrà andare a scuola "di" hamburger, ketchup e patatine fritte. I McDonald´s disseminati per il Regno Unito, infatti, potranno offrire ai propri dipendenti corsi annuali in «management di ristorante fast food», equiparabili dal punto di vista legale a un diploma offerto da scuole o università. L´iniziativa è stata presentata ieri da Gordon Brown come una svolta epocale per abbattere le vecchie divisioni trai corsi di formazione professionale proposti dalle aziende e i diplomi statali, con l´obiettivo di aumentare le opportunità di riqualificazione per i lavoratori e moltiplicare così le loro opportunità di trovare un impiego. «Al giorno d´oggi il maggior ostacolo alla piena occupazione non è la mancanza di posti di lavoro, bensì la mancanza di valida qualificazione per un lavoro non ce l´ha, ossia per i disoccupati», ha detto il primo ministro annunciando il progetto. La multinazionale delle polpette non è la sola impresa privata coinvolta: anche la Flybe, una compagnia aerea britannica a basso costo, e la Network Rail, una società ferroviaria, terranno corsi per i propri dipendenti. Mentre il diploma conseguito presso la McDonald´s sarà equiparato a un diploma di scuola media superiore, quello della Flybe, dopo tre anni di studi, sarà equiparato a una laurea, e quello della Network Rail, dopo cinque anni, addirittura un "PhD", come si dice in inglese, ossia a un dottorato di ricerca in ingegneria. Dopo una fase sperimentale, l´iniziativa sarà allargata ad altre aziende. Sebbene certificati dalla Qualifications and Curriculum Authority, l´agenzia governativa che controlla tutto il settore dell´istruzione superiore, i corsi dati per così dire in appalto alle aziende suscitano qualche ironia e alcune obiezioni: "McDiplomi", li hanno subito ribattezzati il Times di Londra, che ha messo la notizia in prima pagina, e altri media nazionali, applicando il prefisso sinonimo di fast food a tutti gli aspetti della proposta, per cui la "McScuola" aziendale organizzerà dei "McEsami" per approdare a un "McLavoro". I critici del programma osservano che potrebbe svalutare le qualifiche accademiche tradizionali ed esprimono dubbi sulla possibilità che i "McDiplomi" vengano effettivamente riconosciuti come validi al di fuori dell´azienda che li ha concessi ai propri dipendenti: in sostanza, chi cercherà lavoro esibendo un diploma ottenuto in un McDonald´s potrà davvero ottenere un buon posto in un´altra azienda? «Un diploma avrebbe maggior valore se fosse assegnato da un organismo accademico indipendente», nota il professor Alan Smithers, direttore del centro ricerche di lavoro presso la University of Buckingham. Ma c´è anche chi vede con favore la scelta del governo. «Questa è una pietra miliare sulla strada delle riforme delle qualificazioni professionali», commenta John Cridland, direttore generale della Confindustria britannica, «è una maniera di sfruttare al meglio le capacità di cui le aziende hanno bisogno». La sua tesi è che scuole e università insegnano talvolta un approccio teorico, mentre le aziende, sapendo quello che serve nel mondo del lavoro, insegneranno un approccio più concreto e dunque più utile. Altrove è una possibilità che già esiste: negli Stati Uniti, per esempio, la Microsoft di Bill Gates offre da tempo un corso di qualificazione ai suoi dipendenti, e non per nulla la sede centrale della Google in California si chiama "Campus", come il campus di un´università. Per non parlare, per l´appunto, della McDonald´s University, soprannominata «l´università del fast food», presso il quartier generale della McDonald´s a Chicago. ENRICO FRANCESCHINI