La Repubblica 29/01/2008, WALTER GALBIATI, EMILIO RANDACIO, 29 gennaio 2008
La grande beffa del gas fantasma "Fino al 15% pagato e non consumato". La Repubblica 29 gennaio 2008
La grande beffa del gas fantasma "Fino al 15% pagato e non consumato". La Repubblica 29 gennaio 2008. MILANO - Vecchi e malconci. Ma tanto vecchi e tanto malconci da distorcere i dati che registrano. Ovviamente a danno dei consumatori. Sono apparsi così alcuni contatori del gas installati nelle case degli italiani al perito che per conto della procura di Milano ha dovuto metterli alla prova. Un campione piccolo, ma tuttavia significativo da poter trarre conclusioni su scala nazionale. Ed è emerso che le bollette di milioni di famiglie, negli ultimi anni, sarebbero salite vertiginosamente non solo per colpa del caro petrolio, ma anche per una truffa fatta e finita. Un rincaro "illecito" che in media si aggirerebbe intorno al 10%, ma che si spinge fino a picchi del 15%. La stima è di 500 milioni di metri cubi di gas pagati, ma mai erogati. Il documento dei consulenti è stato depositato ieri mattina all´interno di un inchiesta condotta dai pubblici ministeri Sandro Raimondi e Letizia Mannella, che riguarda alcuni nomi di spicco dell´industria energetica nazionale. Sono coinvolte due società controllate dall´Eni, Snam Rete Gas e Italgas, società di fatto riconducibili al ministero del Tesoro, ovvero a chi in teoria dovrebbe tutelare i cittadini. E inoltre: l´Aem, la municipalizzata del comune di Milano, di recente convolata a nozze con l´Asm di Brescia, e la Arcalgas. Il numero uno dell´Eni, Paolo Scaroni, della Snam Rete Gas, Carlo Malacarne e dell´Italgas, Giovanni Locanto, insieme con l´amministratore delegato dell´Aem, Giuliano Zuccoli, e altri sette manager sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. «Dall´esame dei valori dell´errore riscontrati nei misuratori - si legge nella perizia da ieri a disposizione degli indagati - sottoposti a collaudo/verifica metrologica si evidenzia che: i misuratori con membrane naturali denunciano una deriva positiva di oltre il 6% medio con punte del 15% e i misuratori con membrane sintetiche mantengono valori di errore nei limiti tollerabili». Per capire i numeri è necessario imprimersi nella memoria la conclusione della perizia: «Tutti i misuratori del campione, costruiti con membrane di materiale non sintetico, conteggiano al cliente finale un volume di gas maggiore di quello effettivamente erogato e le differenze in taluni casi sono di entità rilevante». Il motivo? Le membrane naturali nel tempo hanno perso la loro elasticità, «impedendo al misuratore di conteggiare l´effettivo volume ciclico. Il problema diventa poi numerico, perché stando a una stima effettuata dai procuratori Mannella e Raimondi, i contatori in Italia con le membrane naturali, sono quantificati in circa cinque milioni. La perizia ha preso a campione 55 contatori per uso domestico. Un numero esiguo, certo, ma, sostiene l´accusa, ben rappresentativo di quella che è la realtà su tutto il territorio. Alcuni non potevano essere nemmeno analizzati. Dei 42 passati in rassegna, tutti quelli con membrana naturale, ovvero una trentina, hanno manifestato margini di errore superiori al consentito, raggiungendo il picco del 15,2% di gas non erogato rispetto al pagato. Se le stime del perito della procura di Milano fossero veritiere ed estendibili, le reti di fornitura del gas, somministrerebbero mezzo miliardo di metri cubi di carburante in meno all´anno rispetto a quello che si farebbe pagare. Cifre spaventose, e, comunque, oggetto dell´indagine. Ma che potrebbero risultare anche per difetto, visto che la perizia non ha potuto includere misuratori ancora più datati, risalenti addirittura agli Anni 50/60, dei veri oggetti da collezione ancora in funzione e per lo più collocati all´interno delle abitazioni. Nel frattempo, proprio ieri mattina, il Nucleo di polizia Tributaria di Milano ha eseguito un secondo sequestro, su altri contatori, per verificare quanto sia estendibile il ragionamento della perizia. I militari si sono presentati nella sede dell´Italgas di Bussero, in provincia di Milano, per verificare l´esatta erogazione ai cittadini del carburante. Che qualcosa non torni lo si deduce anche dalla circolare dell´Italgas, datata 14 dicembre scorso, a inchiesta ormai avviata da tempo. Si informa gli utenti del «piano di sostituzione dei contatori volumetrici». L´Italgas ha previsto di rinnovare quegli strumenti «aventi una età di fabbricazione maggiore ai 25 anni alla data del 31 dicembre 2006». In totale, il piano prevede la sostituzione, già iniziata, di 180mila contatori all´anno per 5 anni. Quindi, solo per la competenza di Italgas, sarebbero 900mila quelli ritenuti vecchi, che per l´accusa sarebbero proprio quelli soggetti a una erogazione irregolare ai danni dei clienti. Il problema, stando alle conclusioni del perito, è anche di ordine legislativo. Mentre in Italia i vecchi contatori vengono ancora consentiti, «misuratori della stessa classe vengono rottamati tuot court in Francia dopo 20 anni». I distributori, invece di Germania, Olanda e Regno Unito «procedono a prove periodiche a campione su migliaia di pezzi, decidendone poi la sostituzione o la proroga d´installazione sulla base dei risultati». Da noi, invece, «erano state prese in considerazioni due opzioni: la rottamazione dopo 25 anni, poi ridotti a venti, oppure un controllo a campione dopo dieci anni di funzionamento con un´estensione ad ulteriori dieci se fossero stati trovati in tolleranza». Il problema, conclude sconsolatamente la perizia, è che «queste ipotesi, in ogni caso, sono rimaste proposte, sulle quali si continua a discutere ancora oggi». Se le conclusioni di queste verifiche venissero confermate, risulterebbe che nel frattempo l´ignaro consumatore ha continuato a pagare la sua bolletta "gonfiata". WALTER GALBIATI, EMILIO RANDACIO