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 2008  gennaio 30 Mercoledì calendario

Pd da solo? Fino all’8% in più. Il Sole 24 Ore 30 gennaio 2008. ROMA. Meglio soli che (male?) accompagnati

Pd da solo? Fino all’8% in più. Il Sole 24 Ore 30 gennaio 2008. ROMA. Meglio soli che (male?) accompagnati. Non c’è dubbio che la scelta del Partito democratico di correre da solo alle politiche sarebbe premiata dagli elettori. Pur con percentuali diverse, i sondaggisti sono concordi su questo: dal 3 all’8% di consensi in più rispetto a un Pd coalizzato con le sinistre. Ma la partita sembra comunque persa in partenza, in solitaria o in compagnia: la Cdl è saldamente in testa, oltre il 50 per cento. Questo il quadro fornito da Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, politicamente vicina a Forza Italia: il Pd coalizzato con i partiti dell’Unione prenderebbe il 25-26%, da solo il 28-29%. Con una Cdl saldamente attestata al 56% in entrambi gli scenari e una Cosa rossa a sinistra – ossia la formazione Sinistra arcobaleno che ha accorpato il Prc, i Verdi, il Pdci e la Sinisra democratica di Mussi – collocata tra il 10 e 13%. Più favorevole al Pd il quadro di Nicola Piepoli, ma la sostanza non cambia: Pd coalizzato al 28,5%, da solo al 36%. In quest’ultimo caso Piepoli considera però il Pd alleato almeno con le formazioni più omogenee, ossia l’Idv di Di Pietro e lo Sdi di Boselli. Anche per Piepoli Cdl comunque in testa al 52%, mentre Cosa rossa stabilmente al 12%. «Quello di sinistra è un elettorato più stabile – dice Piepoli – e lo scenario Pd da solo o coalizzato non influisce molto per questa formazione. In realtà il serbatoio di voti del centro-sinistra nel suo complesso è più o meno sempre lo stesso, un Pd da solo o in compagnia non cambia molto, ci vorrebbe un colpo di vita...». Sulla scia dei precedenti lo scenario disegnato dalla Ipr Marketing in un sondaggio commissionato da Repubblica.it: il Pd da solo porta a casa il 30% dei consensi (poco meno del risultato dell’Ulivo alla Camera nel 2006, che conquistò il 31,27% dei voti), coalizzato crolla al 24%. Anche in questo caso la Cdl è in testa con il 53,7-55,7% mentre la Cosa rossa non supera il 7-8 per cento. Anche Nando Pagnoncelli calcola un surplus certo di voti in più per un Pd schierato da solo: circa il 5%. I voti in più provengono essenzialmente dagli elettori di centro-sinistra delusi dall’esperienza del Governo Prodi e che non andrebbero a votare in presenza della stessa coalizione del 2006. «Ma pescherebbe anche tra l’elettorato moderato di centro-destra e tra i piccoli partiti della sinistra: in quest’ultimo caso vincerebbe il fenomeno del "voto utile" – dice Pagnoncelli ”. Un Pd solo favorisce l’idea di un partito in grado di essere autonomo da pressioni e ricatti, e semplificando il quadro politico una parte degli elettori più indecisi sceglie più facilmente». Non è un caso se il Pd crescerebbe ulteriormente, guadagnando altri 5 punti, in presenza di 3 o 4 partiti invece di 7 o 8: più il quadro politico è semplificato più il Pd, e con lui i partiti più grandi, ci guadagna. Anche la Ghisleri sottolinea questo punto: se ad esempio si dovesse andare a votare con la legge elettorale disegnata dal referendum, un sistema che premia appunto i due partiti maggiori, il Pd "volerebbe" al 35 per cento. Emilia Patta