Corriere della Sera 29/01/2008, Benedetta Argentieri, 29 gennaio 2008
Mondadori, eredi in tribunale contro l’ex moglie di Leonardo. Corriere della Sera 29 gennaio 2008
Mondadori, eredi in tribunale contro l’ex moglie di Leonardo. Corriere della Sera 29 gennaio 2008. MILANO – Un cognome importante. Quello dei Mondadori, sinonimo di cultura e imprenditoria. Il nome di una storia cominciata con Arnoldo, che gli eredi oggi vogliono tutelare. A colpi di carte bollate e udienze, tra accuse e diffide. Al centro della dis puta una torre: la «Kpm-tower», in costruzione a Dubai. Ed è quell’acronimo alla base della battaglia che oggi finisce al Tribunale di Milano. La seconda moglie di Leonardo Mondadori, Katherine Price, ha arredato gli appartamenti del grattacielo che sono stati messi in vendita, firmandoli anche con il nome dell’ex marito: Katherine Price Mondadori. La zia e la figlia di Leonardo, Cristina e Martina, hanno deciso di farle causa: «Il nome non può essere usato per scopi pubblicitari ». Così via alla battaglia che questa mattina vede la sua prima udienza. La Price, sposata in seconde nozze nel 1989 negli Stati Uniti, ha divorziato nel 1994 dopo una battaglia legale che è finita su tutti i giornali. Secondo l’atto di citazione, nella sentenza di divorzio, veniva sì legittimata all’uso del cognome dell’ex marito, ma nei limiti in cui risultava rispondere all’interesse dei figli, Francesco e Filippo. I due ragazzi che oggi hanno 24 e 22 anni. A fine agosto è apparsa la notizia, proprio sul Corriere della Sera come indicato nel-l’atto, che la signora avrebbe arredato i 37 piani dell’edificio, ancora da terminare, negli Emirati Arabi. Come ringraziamento, per aver accettato il lavoro, gli sceicchi hanno deciso di «dedicarle» la torre, ponendo l’acronimo sul tetto. Appunto Kpm. Ma non solo. Su Internet, con lo stesso nome, vengono pubblicizzati gli appartamenti in vendita. Tra i 10 e i 18mila euro al metro quadrato. La torre dovrebbe essere terminata alla fine del 2008. E ci sarebbe già la corsa per accaparrarsi gli appartamenti. Ma l’operazione non è piaciuta alla famiglia. Decisa a tutelare il prestigio di un nome e di una tradizione. «Nessuno di noi ha mai usato il cognome per scopi commerciali – spiega Cristina Mondadori, quarta figlia di Arnoldo e medico per vent’anni al Policlinico di Milano ”. In Italia, e non solo, è sinonimo di cultura. Non ce ne siamo avvalsi neanche quando abbiamo creato un centro per i bambini e gli adolescenti con disagi: è intitolato a mia nipote Benedetta D’Intino. Per rispettare le tradizioni. Tutti gli eredi sono d’accordo, perché in quest’azione c’è l’unità familiare. Tanto più che Katherine non è rimasta vedova (Leonardo è morto dopo essersi separato, ndr), ma divorziata da tempo. E le direttive sull’uso del cognome sembravano essere chiare». Anche lo stesso Leonardo, scomparso nel 2002, ideò un’altra casa editrice, specializzata in libri sull’arte, che porta solo il suo nome e non il cognome. «Proprio per tutelare l’indipendenza e l’unicità di quella di Segrate». Luca Formenton, figlio di Cristina, è al vertice del Saggiatore dal 1994. E neanche in questo caso si parla di Mondadori. Non è la prima volta che c’è una disputa sul nome in famiglia. Leonardo, figlio di Laura detta Mimma, primogenita di Arnoldo, e Giorgio Forneron, assunse il cognome del nonno con un decreto del presidente della Repubblica. Nel 1986, Giorgio, fratello della madre, sosteneva che l’uso del cognome Mondadori, da parte del nipote, in aggiunta a quello paterno, poteva generare «confusione familiare che veniva ritenuta dannosa per l’azienda». Leonardo vinse la causa e la cosa si risolse con la pace in famiglia. Oggi, però, la battaglia legale si preannuncia complicata. Anche perché la signora non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Katherine Price si è costituita in giudizio chiedendo il rigetto delle domande avversarie. Benedetta Argentieri