La Stampa 29/01/2008, PAOLO BARONI, 29 gennaio 2008
Scoppia il caso Roma, rischio commissario per un anno. La Stampa 29 Gennaio 2008. Il commissariamento del Campidoglio? E’ un rischio concreto»
Scoppia il caso Roma, rischio commissario per un anno. La Stampa 29 Gennaio 2008. Il commissariamento del Campidoglio? E’ un rischio concreto». Nei palazzi della Roma che conta la risposta è pronta. Il tam-tam è in corso da giorni. Occhi puntati sulla crisi e le mosse del sindaco Veltroni. Sulla capitale incombe il rischio di commissariamento. Per consentire ai romani di votare questa primavera il primo cittadino dovrebbe lasciare l’incarico entro il 3 febbraio. Secondo il vicesindaco Mariapia Garavaglia non ci sarebbero molte alternative: «col voto anticipato si va al commissario, non c’è alternativa, non ci sono i tempi tecnici per votare a primavera». Questa soluzione, come è ovvio, inquieta il mondo delle imprese che teme 12-15 mesi di gestione commissariale. «La capitale non può restare ferma tanto a lungo». In Campidoglio, questi, sono giorni di grande suspense. «Veltroni lascia? Non ci credo fin che non lo vedo» sibila il coordinatore di Forza Italia Francesco Giro. «Abbiamo il dovere di lavorare sino all’ultimo giorno utile» ribatte il capogruppo del Pd Pino Battaglia, che in serata spiega: «Il sindaco si dimetterà nel deprecabile caso che la crisi si avviti ma solo dopo che le Camere sono state sciolte». Intanto da giorni circola il nome del prefetto Achille Serra, attuale Alto commissario anticorruzione, come candidatura di alto profilo per la reggenza provvisoria del Municipio. I tempi per decidere sono strettissimi. In base alla legge Veltroni si trova a dover superare due tipi di ostacoli: per essere eletto in Parlamento deve lasciare l’incarico di sindaco entro 7 giorni dallo scioglimento di Camera e Senato, mentre per consentire il rinnovo del consiglio comunale già questa primavera e non la prossima (il voto, per legge, è previsto tra il 15 aprile ed il 15 giugno) dovrebbe renderle esecutive entro il 24 febbraio. La prassi, però, vuole che le dimissioni diventino effettive ed irrevocabili solamente 20 giorni dopo la loro presentazione, cui vanno aggiunti almeno due giorni per consentire al ministero dell’Interno ed al Capo dello Stato di ufficializzare la decisione. Che in questo modo andrebbe anticipata almeno al 2 febbraio. «La legge non obbliga Veltroni a dimettersi - spiega il vicepresidente vicario, Monica Cirinnà - ma se restasse fornirebbe alla destra un motivo in più per attaccarlo. Sarebbe come se rimanesse attaccato alla poltrona perché non certo della vittoria nazionale». Di questo e delle altre soluzioni si è discusso a lungo ieri nel corso dell’ufficio politico del Pd dove, tra le altre ipotesi, si è parlato anche di una possibile reggenza-Garavaglia che sfruttando un cavillo di legge garantirebbe al centrosinistra la continuità politica e di potere. Ma Veltroni si sarebbe opposto per evitare di offrire all’opposizione nuovi spunti di polemica. Nel mondo delle imprese si seguono le vicende del Campidoglio con grande apprensione. «Roma è una città complessa - spiega il presidente dell’Associazione romana dei costruttori, Giancarlo Cremonesi - di difficile gestione e certamente un commissariamento qualche problema lo crea. Soprattutto di ordine psicologico». Più secco Cesare Pambianchi, numero uno di Confcommercio: «Nulla osta contro un eventuale incarico al prefetto Serra, personalità di assoluto prestigio, a patto però che si tratti di un incarico breve». A preoccupare tutti è l’ipotesi che la gestione commissariale duri sino al 2009 paralizzando tutta l’attività amministrativa: dal nuovo piano regolatore al piano del commercio, dai progetti dei nuovi parcheggi ai lavori delle metropolitane. Votare fra due mesi o fra 15 cambia ovviamente anche tutti gli scenari politici. Nel potenziale toto-sindaco in queste ore stanno moltissimi nomi: da Gianfranco Fini a Gianni Alemanno sino a Franco Frattini per il centrodestra, da Paolo Gentiloni a Enrico Gasbarra e Nicola Zingaretti per il Pd. Ieri Goffredo Bettini ha smentito un suo interesse: «Io sindaco? Per carità di Dio!». Idem Frattini. Ma di qui al 2009 tutto può ancora succedere. A seconda di chi vincerà potrebbero scendere in pista anche Rutelli e Fini. PAOLO BARONI