Il Sole 24 Ore 25/01/2008, pag.3, 25 gennaio 2008
Eni ed Enel, se si vota le nomine le fa Prodi. Il Sole 24 Ore 25 gennaio 2008. Malgrado la sfiducia rimediata ieri al Senato e nel caso (ovviamente da verificare) che non si riesca a formare un nuovo Esecutivo e che dunque si vada verso le elezioni politiche anticipate toccherebbe ancora a Romano Prodi decidere le attesissime nomine nella Pa, negli enti pubblici e nelle società quotate e non a controllo pubblico
Eni ed Enel, se si vota le nomine le fa Prodi. Il Sole 24 Ore 25 gennaio 2008. Malgrado la sfiducia rimediata ieri al Senato e nel caso (ovviamente da verificare) che non si riesca a formare un nuovo Esecutivo e che dunque si vada verso le elezioni politiche anticipate toccherebbe ancora a Romano Prodi decidere le attesissime nomine nella Pa, negli enti pubblici e nelle società quotate e non a controllo pubblico. Se resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti e per la gestione delle elezioni sarà il premier attuale a decidere sul rinnovo dei vertici di Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e anche Poste che scadono nelle assemblee di bilancio di primavera. Tutto è naturalmente soggetto all’evoluzione del quadro politico e alla formazione o meno di un nuovo Governo e, in caso contrario, ai tempi di scioglimento delle Camere e a quelli di costituzione del primo Esecutivo della nuova legislatura che, verosimilmente, non potrebbe insediarsi prima di giugno. Nel caso però in cui Prodi restasse, sia pur provvisoriamente, l’inquilino di Palazzo Chigi fino alle nuove elezioni le nomine saranno di sua competenza perché vengono considerate atti di ordinaria amministrazione. A stabilirlo è il decreto legge 293 del maggio 1994 che prevede che gli organi di amministrazioni pubbliche, enti pubblici e società in cui la partecipazione pubblica è prevalente non possono essere prorogati per oltre 45 giorni oltre la normale scadenza perché altrimenti decadono e gli atti dei loro consigli verrebbero considerati nulli. Vista la delicatezza politica della materia, guadagna di conseguenza terreno l’ipotesi che nelle società quotate si possa andare a una generale riconferma degli attuali vertici.