Il Giornale 26 gennaio 2008, Enza Cusmai, 26 gennaio 2008
Il popolo delle rate raddoppia. Il Giornale 26 gennaio 2008. Ormai si potrebbero definire «rate salvavita»
Il popolo delle rate raddoppia. Il Giornale 26 gennaio 2008. Ormai si potrebbero definire «rate salvavita». Già, perché gli italiani, tra fiammate d’inflazione e salari bloccati, dovrebbero ridursi a lavorare anche di notte per tirare a campare. Invece ci sono loro, i pagamenti dilazionati che aiutano gli italiani a mantenere un tenore di vita decoroso nonostante le difficoltà economiche quotidiane. Si compra tutto subito e si paga dopo. Così un italiano su quattro, ricorre sistematicamente al credito al consumo e ormai compra tutto a rate, dai libri al dentista, dalle vacanze estive agli elettrodomestici. Una boccata d’ossigeno per far quadrare i conti a fine mese. Nonostante tutto, solo una famiglia su tre (38,2%) arriva al 27 del mese senza acqua alla gola, mentre sono pochissime (13,6%) quelle che riescono a risparmiare qualcosa (e riscoprono la passione per i Bot). Il resto della popolazione si arrangia come può. Circa sei milioni di italiani integrano i redditi familiari ufficiali con il secondo lavoro in nero, con il quale intascano mediamente 1330 euro al mese in più. Il quadro tratteggiato dall’Eurispes nel suo rapporto annuale sull’Italia è desolante soprattutto perché - avvertono gli esperti - negli ultimi dodici mesi la situazione economica delle famiglie è peggiorata quasi nel 50% dei casi, la percentuale delle famiglie che ricorre ai prestiti personali è raddoppiata, passando dal 5 al 10% e la fiducia è ai livelli più alti degli ultimi sei anni. Indebitati. Le famiglie chiedono prestiti per fronteggiare i debiti. che nel primo semestre del 2007 sono cresciuti del 9,9% rispetto all’anno prima A pesare sono i mutui per la casa e il credito al consumo (+17,6%). La regione più indebitata è la Lombardia. Ma non è un segnale di opulenza. «Nessun dinamismo economico, solo necessità» avverte Eurispes. Cambia lo stile di vita. Salari bloccati e carovita stravolgono anche lo stile di vita collettivo. I tagli alle spese hanno penalizzato tempo libero, viaggi, vacanze, regali. Non solo. Il 74,4% degli italiani ha limitato le uscite serali e molti hanno sostituito la pizzeria o il ristorante con cene a casa di amici. Inoltre il 63% ha rinunciato al cinema e favore delle cassette a noleggio, mentre il 50,4% ha acquistato in Tv la partita snobbando lo stadio. Per la spesa grossa preferisce il discount e per gli acquisti di abbigliamento e calzature aspetta i saldi stagionali oppure seleziona capi decorosi negli outlet. Esplode il sommerso. Tanti espedienti, lavoro nero compreso, per sopravvivere decorosamente. Non a caso Eurispes ha definito gli italiani col doppio lavoro «stakanovisti per sopravvivere». In effetti l’economia sommersa ha prodotto 549 miliardi di euro, il 35,5% del Pil ufficiale. Se a questo si aggiunge l’11,3% dell’economia criminale si arriva a 725 euro, quasi la metà della ricchezza prodotta in un anno dal nostro paese. L’esercito dei sottopagati. Anche se l’arte di arrangiarsi è prerogativa italica, il paese arranca sempre più. Tra i poveri e quelli che rischiano di diventarlo in Italia si contano 3,1 milioni di nuclei familiari e 15 milioni di persone. Una conseguenza quasi inevitabile se si pensa che i salari italiani sono tra i più bassi d’Europa. Gli italiani guadagnano il 10% in meno dei tedeschi, il 20 in meno degli inglesi e il 25 in meno dei francesi. Enza Cusmai