Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  gennaio 24 Giovedì calendario

Giorgia il grillo cantante. Corriere della Sera Magazine 24 gennaio 2008. La incontro nell’appartamento di Giampaolo, il suo amico/compagno di classe/assistente: pareti colorate, grappa e calcio balilla

Giorgia il grillo cantante. Corriere della Sera Magazine 24 gennaio 2008. La incontro nell’appartamento di Giampaolo, il suo amico/compagno di classe/assistente: pareti colorate, grappa e calcio balilla. Giorgia apre la porta ed è lontana etti di mascara dalla star ultra-glamour delle video-performance. Porta occhialini da vista che la normalizzano parecchio. Dice che quelle mise seducenti con cui la si vede in tv sono frutto di una maturazione, ma che in fondo è rimasta un po’ goffa: «L’altra sera ero ospite di Antonella Clerici. Mentre scendevo una rampa di scale, con dei tacconi assurdi, stavo per fare il botto... in diretta. Mi sono aggrappata al corrimano per non cadere». romanissima: usa l’espressione ”da paura” per dire ”bellissimo” e ”grosso” per descrivere qualcuno di valore. Da un po’ di tempo è nel pieno di un trip ambientalista: finito un pacchetto di sigarette lo smonta, per differenziare il cartoncino dalla stagnola. I filtri dei mozziconi, poi, sono raccolti a parte. In una canzone (Libera la mente) dell’ultimo disco (Stonata) ha infilato una citazione di Beppe Grillo. Un’altra l’ha intitolata Mal di terra (il ritornello è ...soldi-potere-plastica-rumore). Giorgia engagée? «A modo mio», esclama. «Dopodiché continuo a cantare pure roba strappavene». Anche per non deludere il mercato e per non tradire l’anima pop, quella di chi deve il primo successo a Sanremo. A proposito, nel prossimo Festival ci saranno: Amedeo Minghi, Toto Cutugno, Little Tony... Che ne dici? (Ci diamo del tu perché siamo coetanei) «Little Tony lo voglio vedere, è fichissimo... avrà una giacca pazzesca». Intendevo: non ti paiono arnesi stravisti della musica italiana? Siamo nel 2008... «Perché mi vuoi far parlare male dei colleghi?». Perché alcuni sembrano spuntare solo una volta all’anno dalle fioriere di Sanremo. «Sanremo è Sanremo. E poi mi pare che Pippo (Baudo, ndr) abbia mischiato per bene il cast. C’è anche Frankie Hi-Nrg...». ...e L’Aura e Gianluca Grignani... Un pronostico: chi vince? «Non mi dispiacerebbe Grignani». Sarai ospite? «Perché no? da parecchio che manco». La tua ultima apparizione? «Nel 2001, con la Carrà. Grandissima». La prima? «Nel 1994, nella sezione Nuove proposte con E poi. Quando Pippo ricevette il pezzo mi consigliò alcune modifiche fondamentali. Prima era troppo in stile Police». Avevi 23 anni, eri figlia d’arte. Tuo padre Giulio Todrani, detto Alan Soul, era leader del gruppo Vorrei la pelle nera. «Quando girava per locali lasciava la culla con me dentro in un angolo e saliva sul palco». La leggenda vuole che ti chiami Giorgia in onore di Georgia on my mind di Ray Charles. «Non è una leggenda. Per molto tempo mi hanno fatto credere che la canzone fosse stata scritta per me». Quando hai scoperto la verità? «A 11 anni. Mia madre mi fa: ”Ma mica ci hai creduto davvero?”. Fu un trauma». Poi con Ray Charles ci hai cantato. «Sì. Ci ritrovammo nella sua stanza d’albergo. Lui mi prese il polso, sorrise e mi propose di cantare proprio Georgia. All’inizio rifiutai. Il mio manager, Mimmo D’Alessandro, che era presente, con un calcio negli stinchi mi fece capire che dovevo accettare». La prima esibizione della tua vita? «A 8 anni circa. Registrai il 45 giri Chiamatemi Andrea. Papà mi portava in giro per tv private: Teletuscolo, Telestudio... quella roba lì». Enfant prodige. «Macché. Dopo una prova fallita, il mio maestro di canto disse a mio padre: ”Con questa bambina c’è poco da fare. Non sa cantare”». E lui che cosa fece? «Mi lasciò in pace. Ripresi col pianoforte ma capitai con un’insegnante che durante la mia lezione riceveva gli amanti, in vestaglia e boa di struzzo. Era bellissima, ma insomma...». Una roba da commedia sexy. «Già. E io non imparavo niente». Giorgia anni Ottanta: Spandau Ballet o Duran Duran? «I Duran erano banditi dalle mura domestiche. Studiavo i loro testi su Tv Sorrisi e canzoni a casa di mia nonna. Lì, provavo pure a cantare pezzi di Stevie Wonder e un po’ di roba soul. Dei vicini di casa mi sentirono e dissero ai miei: ”Oh, ma Giorgia ha una voce incredibile!”». La svolta grazie ai vicini della nonna? «In quel periodo cominciai a esibirmi in giro per locali romani. La vera svolta fu un’altra». Quale? «Quando accettai di cantare Come saprei nel ”95. Dopo quella vittoria sanremese è cambiato tutto. Se non avessi partecipato avrei continuato l’università. Volevo insegnare lingue». Chi ti propose la canzone? «Mi chiamò Celso Valli, che lavorava con Eros Ramazzotti e disse che avevano un pezzo per me. Mi spedì la cassetta». Con le musiche? «Non solo. C’era il cantato di Eros, in finto inglese: Auanaghens around...». Ramazzotti sostiene che le sue canzoni nascono tutte con quel finto inglese. Le tue? «Le idee mi vengono quando non so dove appuntarle. Allora chiamo casa e lascio un messaggio in segreteria. In generale dev’essere un momento in cui voglio dire qualcosa». Scrivi tu le parole? «Quasi sempre. Ma lo notano in pochi». In effetti. «Mi sta bene. Ho il dono della voce e si bada di più a quello». Giorgia cantautrice e impegnata. Una novità. «Lo sarà per te». La tua immagine non è quella. O sì? «Impegnarsi è anche rifiutare di pubblicizzare un’azienda perché dietro la facciata produce armi e magari preferire una manifestazione contro la pena di morte». Tu hai rifiutato di cantare al Live 8. «Era finanziato da Clear Channel, uno sponsor di Bush». Non è che fai l’ambientalista perché va di moda? «Questa poi... da anni che insisto sugli sprechi... sull’acqua. Chi mi sta intorno mi consiglia pure di non esagerare». Una tua canzone impegnata? «Spirito libero». Cito: «Uno spirito libero sa quando è ora di ballare». «Cito anche io: ”Ricordati che non c’è padrone che ci possa comandare”». Ma è un pezzo dance. «Io mica voglio appesantire la gente». Per chi voti? «La prima preferenza della mia vita l’ho data a Miriam Mafai, indipendente del Pds. Alle ultime ho votato Rifondazione». Hai detto che Bertinotti è l’unico per cui faresti una campagna elettorale. « uno civile: non fa polemiche gratuite. Non partecipa ai battibecchi della politica». Chi altri non partecipa? «Anche Veltroni è uno pacato. Ma l’accordo con Berlusconi non s’ha da fare». Molti tuoi colleghi non dichiarano il voto per paura di perdere fan. «Io invece ho appena finito di condurre la trasmissione Radiodue on my mind, dove ne ho dette di tutti i colori». Bertinottiana, ma anche grillante. «Grillo fa bene a far casino. Esercita un diritto». Come nasce la vostra collaborazione? «Il mio manager mi disse che Beppe era in sintonia perfetta con quel che dico in Libera la mente. Il tutto prima del V-day». Altro duetto dell’ultimo disco: con Mina. «Grossa... Nel senso, fantastica. Quando ha accettato per poco non svenivo». Un duetto fatto a distanza. Non vi siete mai incontrate. «Né sentite. Lei mi ha lasciato gli auguri di Natale sulla segreteria del cellulare e quel cavolo di telefonino ha cancellato il messaggio. Che voce... anche in segreteria». La sai fare la sua Brava? «L’ho provata millenni fa. Insomma... come se un pittore oggi si mettesse a fare la Gioconda: ma stattene a cuccia, no?». Ho capito: non la sapresti fare. «Prima ero molto attenta alle note. Ora non so mai quale prendo. Che mi frega? Canto e basta». Hai detto: «Provo invidia quando ascolto qualcuno che canta meglio di me». Nomi? «Beyoncé. Fa certe cose...». Un’italiana? «Un’italiana meglio di me? Non c’è. Sei contento? Me lo hai fatto dire». Sei una duettante recidiva: hai cantato con Herbie Hancock, Ray Charles... «Ho rifiutato Michael Bublé... una cazzata». Ma hai incrociato la voce con Gianni Morandi, Andrea Bocelli, Luciano Pavarotti. «Con Pavarotti ero terrorizzata. Chiamavo in continuazione il mio maestro per chiedergli consigli e dritte». Amarcord pavarottiano. «Ogni volta che entrava in camerino si phonava per asciugare il sudore. E c’era una forma di parmigiano che ogni minuto si rimpiccioliva». La canzone che avresti voluto scrivere? «Anima di Pino Daniele». Che è un altro con cui hai duettato. Hai un clan? Un gruppo solido di amici? «Tra i cantanti quello che vedo più spesso è Elio, di Elio e le storie tese». Da Crozza, su La7, hai duettato anche con lui. Un altro amico/collega, ma soprattutto ex fidanzato, era Alex Baroni, morto in un incidente stradale nel 2002. Gli hai dedicato una canzone, Marzo e un album: Le cose non vanno mai come credi. I tuoi amici fuori dal mondo della musica chi sono? «Quelli più stretti me li porto dietro dal liceo. A parte Giampaolo, con cui lavoro, ci sono Laura e Giulia. E poi il truccatore Luciano Squeo». I libri della vita? «Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Lui era un figo da paura. E Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar: ci ho messo un anno a leggerlo». I film? «Totò e le donne, Bagdad café e L’anima gemella di Sergio Rubini. Quel film mi ha flesciato». Cultura generale. Sai quanti anni compie la nostra Costituzione? «Quaranta? Sessanta? Cento? del ”900, no?». Del 1948. Quanti articoli ha? «Un botto. Tantissimi. Io so bene il 21. Sulla libertà di stampa, che in Italia non c’è». Lo credi davvero? «Gli editori dovrebbero fare gli editori, invece hanno interessi ovunque. Così c’è meno libertà ». Ultra-grilliana. I confini dell’Iran? «Boh... la professoressa di geografia era inavvicinabile, aveva una fiatella assurda». Traduciamo. «Le puzzava l’alito». Quanto costa un pacco di pasta? «Tra i 70 e i 90 centesimi». Fai la spesa? «E certo. Che pensi che la roba mi si materializzi in frigo?». No, magari il tuo amico/assistente. «Ma figuriamoci. Al supermercato mi diverto». Assediata dai fan? «Mi chiedono se sono una parente di Giorgia. Comunque anche sulla spesa ha ragione Grillo». In che senso? «Tu non voti quando sei nella cabina elettorale. Voti quando compri, quando scegli certi prodotti invece di altri». Vittorio Zincone