La Stampa 25/01/2008, GIULIA ZONCA, 25 gennaio 2008
Pattini, note e ossessioni ”Ci ha rovinati Mozart”. La Stampa 25 gennaio 2008. ZAGABRIA. Martedì è stato il giorno della polka, 25 di fila perché l’inizio è sempre ossessivo
Pattini, note e ossessioni ”Ci ha rovinati Mozart”. La Stampa 25 gennaio 2008. ZAGABRIA. Martedì è stato il giorno della polka, 25 di fila perché l’inizio è sempre ossessivo. Ogni campionato di pattinaggio artistico parte dagli obbligatori della danza, da quello che non si può scegliere: la stessa musica che gira per un giorno intero e a Zagabria, per gli Europei, è stata estratta la polka. Sottofondo, messo lì quando ancora il punteggio non pesa, prima di ascoltare la colonna sonora della competizione che cambia più veloce dei salti, delle classifiche e del regolamento. Assoli di Rachmaninov e tanghi di Astor Piazzolla, i nomi che ci sono sempre, e poi le combinazioni più azzardate come i Doors, in una versione addomesticata per Carolina Kostner che entra in gara oggi e non sa nulla di Jim Morrison, però vive da mesi con la sua musica in testa. Una persecuzione, una volta scelte le note non te ne puoi separare più. I campioni del mondo, i bulgari Albena Denkova e Maxim Staviski, sono convinti che il Requiem di Mozart abbia rovinato la loro vita, almeno l’ultimo anno: «Ce l’avevano detto che non ci si può allenare tutte quelle ore con tanta intensità nell’aria, il nostro tecnico ha provato a farci cambiare programma, ma non gli abbiamo dato retta e oggi paghiamo». La coppia non partecipa agli Europei, lui starà davanti a una giuria il 30 gennaio per rispondere all’accusa di omicidio: ha investito 2 ragazzi con l’auto, uno è morto l’altro è in ospedale e Staviski era ubriaco la sera in cui li ha travolti. Ubriaco di note, lo difende lei che disperata incolpa il funerale danzante, «troppo intenso per i pattini». A Zagabria niente Mozart, trionfa Ennio Morricone con 5 composizioni in concorrenza e funzionano le colonne sonore: «Il padrino», «Schindler’s List», «Mr e Mrs Smith», «Truman show» e «La febbre del sabato sera». Sale in classifica il circo sonoro di Goran Bregovic, forse per compiacere il pubblico locale anche se i danzatori italiani Anna Cappellini e Luca Lanotte ne ignorano le origini. L’hanno inserito nel loro pezzo originale non perché è un autore bosniaco nato a Sarajevo da padre croato e madre serba, ma per evitarsi una tarantella. l’ossessione dei nostri, anche l’altra coppia in gara, Federica Faiella e Massimo Scali, si è rifugiata nella pizzica pur di non sfinirsi sotto tamburelli troppo tradizionali. Passano anche due mesi prima che uno staff trovi l’intesa sulla musica: la propone il coreografo, la studia il tecnico, la provano i pattinatori e c’è sempre un passaggio dove il ritmo salta. Roberto Pellizzola, allenatore azzurro, ricorda l’anno incubo in cui ha cambiato colonna sonora 4 volte in una sola stagione: «Non saltava fuori. Capita di sballare la programmazione perché la musica non va. Non si può montare il numero senza. L’ideale è avere qualcosa in mente in primavera, dopo i Mondiali. Quando invece c’è il vuoto, è durissima perché devono coordinarsi troppe voci: la musica deve essere adatta allo stile dell’atleta, ma non può essere sempre uguale, non deve essere ostica per il pubblico, ma stuzzicare i giudici e in più rispondere a dei parametri tecnici. La sequenza dei passi, per esempio: serve una frase di 25” secondi almeno». All’inizio il pattinaggio era muto. Un americano sovversivo, Jackson Haines, ha aggiunto la musica e i compatrioti non hanno gradito. 1860 o giù di lì, era uno sport tutto tecnica in mano ad austeri circoli inglesi che si sono tenuti stretti il silenzio delle competizioni per altri decenni. Nel 1920 è passato il suono a bordo pista, ma 68 anni più tardi il «ritmo giungla» scelto da Isabelle e Paul Duchesnay ha scandalizzato la giuria. Troppo selvaggio, come la techno che accompagnava Elvis Stojko nel 1995. Più semplice riparare dietro il tango, alla larga dalle profondità di Mozart e dalla noia della polka. GIULIA ZONCA