Corriere della Sera 28/01/2008, pag.19 Alfio Sciacca, 28 gennaio 2008
Al buio strade e piazze di Catania. Corriere della Sera 28 gennaio 2008. CATANIA – Volendo il tour nella Catania by night ha anche il suo fascino
Al buio strade e piazze di Catania. Corriere della Sera 28 gennaio 2008. CATANIA – Volendo il tour nella Catania by night ha anche il suo fascino. Nell’aria c’è già odore di primavera e le luci spente di strade e piazze sembrano una trovata per turisti. Catania è una città al buio, non solo nei quartieri ghetto come Librino ma anche in centro. Da giorni non è illuminata Piazza Roma e persino un tratto della mitica Via Etnea, buio pesto anche nelle stradine dei pub e della movida. In Corso Italia la luce è tornata solo venerdì dopo una settimana di tenebre ma «a macchia di leopardo – confermano i vigili urbani – le luci sono ancora spente in tante zone del centro». Il salotto buono di Catania vive in un’atmosfera surreale, in cui si aggira lo spettro di una nuova Taranto. I black-out sono infatti dovuti alla mancanza di soldi nelle casse municipali. Non c’è più un centesimo e nessuno, Enel compresa, è disposto a far credito. Persino la Cassa Depositi e Prestiti nega nuovi mutui. Per evitare il peggio bisogna recuperare subito 83 milioni. Il 20 marzo è infatti il termine ultimo posto dalla Corte dei Conti perché vengano ripianati i buchi relativi ai bilanci 2003 e 2004. Oltre quella data sarà il dissesto finanziario. Per porre fine ai black-out, proprio nella settimana in cui si festeggia la patrona Sant’Agata, è dovuto intervenire il prefetto Giovanni Finazzo invitando «tutti al senso di responsabilità». Alla fine la società (collegata all’Enel) che gestisce la pubblica illuminazione si è decisa a riattaccare la luce, solo dopo l’impegno del Comune a pagare entro febbraio 4 dei 10 milioni di debiti accumulati. Ma sono tanti i black-out nella macchina comunale. Anche le Poste (credito di 8 milioni) si sono stancate e hanno bloccando il servizio notifiche. Fioccano gli sfratti per gli immobili affittati al Comune: una settimana fa è stato il turno dell’archivio della procura e prima era successo per l’ufficio notifiche. Da sei mesi senza stipendio i dipendenti delle cooperative socioassistenziali. Alla porta del municipio un esercito di creditori mentre la ditta di accalappiacani (aspetta 2 milioni) minaccia di lasciare liberi centinaia di cani randagi. Persino i poveri cristi rischiano di non avere una degna sepoltura: il falegname che fornisce le bare per gli indigenti deve incassare 250 mila euro. Secondo l’assessore al bilancio Gaetano Tafuri «in totale il disavanzo è di circa 280 milioni». Per le opposizioni è ben più consistente ma il problema è: come ripianarlo? «Ce la faremo» assicura Scapagnini che, intanto, viene dato candidato al Senato («non prima però di aver risanato i conti »). Alfio Sciacca