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 2008  gennaio 28 Lunedì calendario

Motorini & teste di porco tutti gli orrori del pallone. Corriere della Sera 28 gennaio 2008. MADRID – La Spagna è rappresentata da una testa di maiale (non l’autentica), l’Italia da un motorino (anche in questo caso un succedaneo)

Motorini & teste di porco tutti gli orrori del pallone. Corriere della Sera 28 gennaio 2008. MADRID – La Spagna è rappresentata da una testa di maiale (non l’autentica), l’Italia da un motorino (anche in questo caso un succedaneo). Ma nessuna delle due fa bella figura a Barcellona, nelle sale dell’esposizione «Pasion en las gradas», letteralmente «Passione sulle gradinate »: tutto ciò che può piovere, e spesso piove, dagli spalti di uno stadio. Il 6 maggio di sette anni fa, dal secondo anello di San Siro, durante Inter-Atalanta, volò un Mbk Booster che, per benevolenza del cielo, provocò danni soltanto a se stesso. Il relitto di una Vespa, ben sistemato al centro della sala, ricorda oggi uno dei non migliori esempi dell’ingegno nazionale: «Come avranno fatto gli ultrà milanesi a introdurre, bruciare e tirare una motocicletta?» è la domanda ai quali gli organizzatori della mostra non sanno né vogliono rispondere. La rassegna include una bambola gonfiabile con il nome e il numero di Figo sulla schiena, un feretro con i colori del Borussia Dortmund (anche quello non deve essere stato comodo da dissimulare ai controlli), un’esauriente carrellata di coltelli, catene, e perfino una mazza medioevale. E si propone soltanto di esibire – senza commenti – gli abissi in cui può sprofondare la passione, o la coscienza, degli hooligan di ogni nazionalità, estraendone – come reperti archeologici’ i pezzi più significativi. Una dura selezione ne ha individuati 400. Klaus Littman, il curatore svizzero della collezione, si dedica da anni a recuperare tutta la paccottiglia più o meno originale che i tifosi scagliano in campo: bottiglie, accendini, cellulari e altri oggetti di rapida impugnazione sono gli esempi più comuni. Altri denotano una certa premeditazione. Come la testa del povero maialino che l’inorridito Luis Figo, transfuga del Barcellona, si vide piombare tra i piedi nella sua partita d’esordio con il Real Madrid, proprio sul leggendario Camp Nou, a novembre del 2002. Littman racconta di essere riuscito ad accaparrarsi il repellente cimelio e di averlo conservato, per un po’, sotto formalina, ma di essersi infine dovuto arrendere alla sua irreversibile putrefazione: ora nei locali dello Spazio culturale della Caja Madrid di Barcellona, fino al 20 aprile si può ammirare un identico muso mummificato galleggiare sinistramente sotto vetro, in memoria del capostipite. «Non è lui, però apparteneva alla stessa famiglia », scherza Littman. Dalla passione al patibolo: anche il fanatismo italiano ha avuto i suoi picchi macabri, sintetizzati dal manichino nero, vestito con la maglia del Verona e impiccato dall’ala razzista delle disciolte Brigate gialloblù, che non approvavano l’arrivo nel ’91 di Michael Ferrier, olandese di colore. I vertici del club veneto, sottolineano le didascalie, cedettero alle pressioni e rinunciarono all’ingaggio. La mostra presenta foto e video, come le immagini registrate e diffuse da un giornalista olandese (minacciato perciò di morte) sull’omicidio a martellate di un tifoso da parte dei rivali. E i fotogrammi della strage dell’Heysel, a Bruxelles, alla finale della Coppa Campioni del 1985: 39 morti, schiacciati contro le reti. Quando, a cadere in campo, è il senso di uno sport. Elisabetta Rosaspina