La Repubblica 28/01/2008, pag.2 CARMELO LOPAPA, 28 gennaio 2008
Amato, Realacci e Cacciari nella top ten del Polo. La Repubblica 28 gennaio 2008. ROMA - Silvio Berlusconi non si è limitato ad aprire la campagna elettorale mentre il Quirinale è alle prese con le consultazioni
Amato, Realacci e Cacciari nella top ten del Polo. La Repubblica 28 gennaio 2008. ROMA - Silvio Berlusconi non si è limitato ad aprire la campagna elettorale mentre il Quirinale è alle prese con le consultazioni. Ma ha già vinto le elezioni, è tornato a Palazzo Chigi e, in uno slancio di riformismo bipartisan a metà strada tra Blair e Sarkozy, annuncia fin da ora l´apertura a personalità del centrosinistra. Ora, non è dato ancora sapere se ad aprirsi saranno solo le porte del dialogo o, proprio come in Francia, anche quelle del governo. «Se all´interno di questa sinistra ci fossero persone di buona volontà che volessero dividere con noi certe responsabilità - ha spiegato ieri riprendendo un discorso accennato l´altro giorno a Napoli - magari per delle riforme poco popolari, non saremo certo noi a dire di no». Altro genere di apertura era arrivata da Veltroni, che alla vigilia delle primarie confessava di sognare un contributo al Pd niente meno che da Veronica Lario, consorte Berlusconi. Il modello al quale si ispirerà il leader forzista sarà quello di Tony Blair, anticipa il portavoce Paolo Bonaiuti al britannico "Observer". Salvo correggere poi il tiro: «Erano solo ipotesi». Ma quali sarebbero queste «persone di buona volontà» targate centrosinistra da chiamare a collaborare, ammesso che ci stiano? Nell´ex Cdl qualche nome lo avrebbero pure, in serbo. Un consigliere della prima ora dell´ex premier come don Baget Bozzo, premesso che non sarebbe facile «con questo clima da guerra civile diverso da quello francese», ritiene che «Giuliano Amato potrebbe lavorare ad un ruolo tecnico». Anche se lui gli suggerirebbe «soprattutto di affrontare la grave questione del Nord con la collaborazione di amministratori capaci quali Cofferati e Illy, Chiamparino e Penati». Il nome di Amato viene fatto anche dal presidente Udc Rocco Buttiglione, che lo vedrebbe bene per «la guida del ministero della giustizia che avrà il compito arduo di ricostruire la fiducia dei cittadini nella magistratura». Sebbene per quella poltrona il centrista ripesca «anche l´ex ministro Giovanni Maria Flick, oggi membro della Consulta: da Guardasigilli aveva tentato di fare una riforma nella direzione giusta, poi arenatasi». Allora la girandola dei nomi ruota, ognuno coltiva i suoi. Gianni Alemanno di An pensa piuttosto a «una figura che apprezzo come Ermete Realacci, deputato e già leader di Legambiente, perché l´esecutivo dovrà avere una connotazione ambientalista». Ma sottrarrebbe volentieri a Veltroni, si fa per dire, quel Carlo Petrini fondatore di Slow food voluto tra i costituenti del Pd. Per chiudere con «Tiziano Treu, che da giuslavorista potrebbe avere un ruolo in una commissione sulle riforme, e Massimo Cacciari, di indubbio spessore culturale al di là dell´appartenenza». Renato Schifani, capogruppo dei forzisti al Senato va sul sicuro. «Chi meglio di Franco Bassanini, che Sarkozy ha già chiamato nella commissione Attalì, potrebbe dare un contributo per riformare anche la nostra macchina statale? Ma come costituzionalista mi sentirei di fare il nome di Augusto Barbera». Già, Bassanini. Ma dopo aver collaborato col presidente francese lo farebbe anche con un eventuale Berlusconi ter? Non proprio. «Qui si sta correndo un troppo - si schermisce - Primo, non è affatto detto che si vada al voto e che vinca lui, poi, bisognerebbe verificare se non sia propaganda. Giusto coinvolgere tutte le competenze per le riforme, che non sono di destra o sinistra, ma avverto una netta differenza rispetto al percorso di Sarkozy. E comunque, spero che a chiamare gente capace del centrodestra sia piuttosto Veltroni premier». CARMELO LOPAPA