La Repubblica 28/01/2008, pag.9 ALESSANDRO OPPES, 28 gennaio 2008
La promessa elettorale di Zapatero "Se vincerò, 400 euro ai contribuenti". La Repubblica 28 gennaio 2008
La promessa elettorale di Zapatero "Se vincerò, 400 euro ai contribuenti". La Repubblica 28 gennaio 2008. MADRID - Chi vota socialista vince un «premio» in denaro. Con una mossa a sorpresa che potrebbe pesare sul risultato delle prossime elezioni legislative del 9 marzo, José Luis Rodríguez Zapatero annuncia la restituzione di 400 euro a tutti i quattordici milioni di contribuenti spagnoli. Sarebbe il primo rimborso fiscale deciso da un governo in oltre trent´anni di democrazia. Il premier lo giustifica con la buona salute delle finanze spagnole: il 2007 si è chiuso - la conferma è di appena due giorni fa - con un avanzo dei conti pubblici del 2,3 per cento. L´operazione finirebbe per costare alle casse dello Stato cinque miliardi di euro. Che, in fondo, non è neppure un quarto dell´attivo ottenuto grazie alla buona gestione economica del super-ministro Pedro Solbes. Oltre ad avere un impatto immediato sulle tasche dei cittadini (soprattutto in quelle dei milioni di contribuenti che guadagnano meno di mille euro al mese), la mossa di Zapatero serve anche per lanciare un segnale di fiducia in un momento di incertezza per l´economia mondiale e quando, per la prima volta in dieci anni, si è invertita in Spagna la tendenza a una riduzione del livello di disoccupazione. L´economia è al centro del programma elettorale socialista approvato ieri ufficialmente dopo due giorni di discussione sui 951 emendamenti sulla bozza presentata dall´esecutivo del partito. Zapatero, più sorridente e rilassato che mai (forse perché al corrente delle anticipazioni sui sondaggi realizzati negli ultimi giorni, che darebbero il Psoe di nuovo in netto vantaggio sui popolari), ha difeso l´azione di questi quattro anni di esecutivo socialista e ha annunciato che proseguirà, nella prossima legislatura, sulla stessa linea. Incrementando ancora, ad esempio, le pensioni minime, fino a portarle a 850 euro mensili per arrivare a raddoppiarle rispetto al 2004. «Abbiamo fatto i compiti», ha detto il premier, spiegando che, in caso di vittoria, la prossima legislatura verrà dedicata a «raggiungere la piena occupazione», incrementare le prestazioni sociali e «difendere il principio di uguaglianza». Per ciò, dopo aver promosso in questi anni la «ley de igualdad», Zapatero si impegna ora a fare in modo che «sia possibile conciliare la vita lavorativa e familiare delle donne». In questo senso va la decisione di creare 300mila posti in asili nido per bambini fino a tre anni. Verrà aumentato da 16 a 18 settimane il permesso di maternità per la nascita del secondo figlio (e da 15 giorni a un mese quello di paternità), mentre nei casi di famiglie numerose o con bambini portatori di handicap, la madre avrà diritto alla riduzione di giornata fino a quando i figli abbiano compiuto 12 anni. «Quando una donna può lavorare stiamo facendo un paese più giusto e migliore», dice il premier. E ricordando la polemica che si è sviluppata nelle ultime settimane intorno alla legge sull´aborto, assicura un «impegno speciale» per salvaguardare la sicurezza giuridica sia delle donne che decidano di interrompere la gravidanza, sia del personale sanitario. Un altro dei grandi obiettivi del programma socialista è la lotta contro il cambio climatico. Per «stare in serie A», secondo Zapatero, bisogna muoversi bene su questo terreno e puntare decisamente sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Entro la fine della prossima legislatura, oltre mezzo milione di case in Spagna funzioneranno con energie alternative. Il premier annuncia infine una legge sulla «uguaglianza di trattamento», che dovrebbe servire per mettere al bando «ogni tipo di discriminazione» e lottare contro il razzismo. E ai giovani, con un linguaggio poco usuale in un capo di governo, promette di fare in modo che «nessuno gli possa imporre niente, che respirino e vivano in libertà, pensino come pensino», qualunque sia la loro «religione, preferenze sessuali o colore della pelle». ALESSANDRO OPPES