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 2008  gennaio 28 Lunedì calendario

PROGRAMMA DI GOVERNO IN 7 PUNTI

Il Giornale 28 gennaio 2008.
POLITICA FISCALE. Riduzione di tutte le imposte e abolizione dell’Ici.
La politica fiscale è uno dei settori nei quali il governo di centrosinistra ha più smaccatamente mancato le promesse. Le tasse, nei venti mesi dell’era Prodi, anziché calare, sono cresciute e la pressione fiscale, tra imposte dirette e indirette, ha toccato livelli da record. A essere penalizzati sono stati praticamente tutti, dai lavoratori dipendenti ai liberi professionisti, dai piccoli e medi imprenditori ai pensionati. Milioni di italiani si stanno ancora leccando le ferite dopo aver ricevuto la busta paga dello scorso dicembre. E forse, se l’esecutivo non fosse caduto rovinosamente, nel prossimo futuro sarebbe andata anche peggio perché nonostante smentite poco credibili, sembrava ormai vicina anche la tassazione dei titoli di Stato. Berlusconi assicura invece che «è già pronto un disegno di legge su tasse e imposte che tra l’altro prevede l’abolizione dell’Ici, l’imposta comunale sugli immobili»

TUTELA DELLA PRIVACY «Cimici» solo per reati di mafia. Carcere a chi trasgredisce. La difesa della privacy è un tema prioritario secondo Berlusconi come dimostrano le più recenti vicende giudiziarie. Per scoprire le responsabilità di presunti colpevoli si sono infangate l’onorabilità e la dignità di persone che nulla avevano a che fare con le indagini della magistratura. Un’umiliazione patita per lo più permezzo di intercettazioni finite su stampa e tv. «Oggi non ci sentiamo liberi», sostiene Berlusconi che promette di varare una legislazione che tuteli la privacy come prevedono i trattati europei di Nizza e Lisbona. Le intercettazioni saranno consentite solo per reati di mafia e terrorismo e saranno previste pene severe per chi trasgredisce: 5 anni di carcere per chi ordina intercettazioni non permesse, 5 anni per chi le esegue, 5 anni per chi le diffonde e 2 milioni di euro di multa per gli editori che le pubblicheranno.

L’EMERGENZA CRIMINALIT. Più mezzi alle forze dell’ordine e poliziotti di quartiere. Un’altra emergenza che attanaglia il Paese e che, come rilevano tutti i sondaggi, è particolarmente avvertita dai cittadini, riguarda la mancanza di sicurezza. Nel senso che in città piccole, medie e grandi la criminalità è avvertita come una minaccia sempre più forte e angosciante. Un fenomeno che secondo Berlusconi «è improprio chiamare microcriminalità» e che non cresce solo per caso. Oggi, è l’analisi del Cavaliere,«la sicurezza è scesa verticalmente» mentre «sono stati tagliati i fondi per garantire l’operatività delle forze dell’ordine». Difficile non vedere una relazione di causa-effetto tra i due «fenomeni». Quindi il leader del centrodestra sottolinea l’urgenza di rafforzare l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine istituendo la figura del poliziotto o del carabiniere di quartiere in tutti i centri abitati con più di 15mila abitanti.

AIUTI ALLE FAMIGLIE Terreni a costo zero alle famiglie senza una casa. Anche il welfare trova spazio nei provvedimenti urgenti che Silvio Berlusconi intende varare nei primi cento giorni di governo se, come tutto sembra indicare, tornerà per la terza volta a Palazzo Chigi e alla guida dell’Italia. La falsariga è già tracciata. Si tratta, come ha spiegato ieri l’ex premier, di«continuare a realizzare il programma iniziato nel 2001 e che avevamo già realizzato all’80 percento. Dovremo lavorare per rimediare ai danni della sinistra». Quindi niente iniziative demagogiche, sovvenzioni a pioggia, ma progetti concreti e mirati a soddisfare bisogni primari come quello della casa. Così il leader azzurro ha annunciato ieri «un piano di edilizia per i giovani che si vogliono sposare».E ha anche prospettato l’ipotesi «di dare dei terreni a costo zero in modo che possa trovare un’abitazione quel 13 percento di famiglie italiane che ancora non ce l’ha».

SCUOLA E UNIVERSIT Rilancio della riforma Moratti: inglese, Internet e innovazione La riforma della scuola e dell’università era stata uno dei fiori all’occhiello dell’ultimo governo Berlusconi «ma la sinistra l’ha messa da parte - ha ricordato ieri il Cavaliere - anzi non l’ha nemmeno portata in Parlamento ».Quindi nei primi cento giorni la riforma verrà rilanciata e attuata nelle sue parti mancanti considerando gli ottimi risultati conseguiti nel quinquennio 2001-2006. Un bilancio che partiva dall’innalzamento dell’obbligo scolastico-formativo a 18 anni o fino al conseguimento di una qualifica e dal milione di bambini in più che avevano cominciato a studiare la lingua inglese. Senza dimenticare l’attivazione di 2.330 corsi di formazione tecnica superiore, il recupero di oltre 120mila studenti che avevano abbandonato gli studi, l’accesso di 30mila bambini in più rispetto al 2001 alla scuola dell’infanzia. Nonché gli oltre 41.000 laboratori, di cui 24.272 di informatica, distribuiti in 29.000 sedi scolastiche con un incremento del 35% rispetto al 2001.

LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA Si riparte dalla «Castelli» con separazione delle carriere. Le nuove regole sulla garanzia alla privacy e sui diritti personali rappresentano solo un aspetto di una ben più ampia riforma della giustizia annunciata ieri da Berlusconi. In questo caso non si tratta solo di completare il lavoro già fatto dal 2001 al 2006 ma di ripartire da zero, agendo, come aveva spiegato il Cavaliere qualche giorno or sono, «in profondità». Il centrosinistra, nel luglio scorso, ha infatti approvato la «riforma Mastella », di fatto cancellando le radicali modifiche introdotte dal suo predecessore, Roberto Castelli. A cominciare dalla «separazione delle funzioni»: il giovane magistrato, dopo 5 anni di lavoro, doveva scegliere se fare il giudice o il pubblico ministero. E la scelta era irrevocabile. Era stata inoltre prevista una Scuola della magistratura per aspiranti toghe ed era stato cancellato il principio della carriera automatica: i magistrati avrebbero potuto avere carriere più rapide sottoponendosi al vaglio di concorsi.

IL RILANCIO DELLE INFRASTRUTTURE Nuovo piano sulle grandi opere a partire dal ponte sullo Stretto. Uno dei settori nei quali i continui litigi tra alleati e il prevalere delle ragioni ecologiste hanno più condizionato il governo Prodi, di fatto paralizzandolo, è stato quello delle grandi opere e delle infrastrutture indispensabili al rilancio dell’Italia. E Berlusconi vuole recuperare il tempo perduto. Così ieri non ha mancato di inserire proprio questi progetti tra le iniziative urgenti da prendere nei primi cento giorni del suo futuro governo, a cominciare «dal ponte sullo Stretto di Messina» bloccato dal centrosinistra. Durante la sua ultima permanenza a Palazzo Chigi il Cavaliere aveva deliberato nel 2001 un piano per le grandi opere prevedendo un investimento complessivo di 125,8 miliardi di euro. Alla fine del 2005 risultavano aperti cantieri per 51 miliardi di euro, pari al 40,5% del totale. Nei 70 cantieri aperti per le grandi opere lavoravano oltre 450.000 addetti.