Il Sole 24 ore 21 gennaio 2008, Antonello Cherchi, 21 gennaio 2008
Per le Camere è magro il bilancio di fine anno. Il Sole 24 ore 21 gennaio 2008. Dell’anno parlamentare che verrà poco si può dire, se non che al momento domina l’incertezza (si veda l’articolo sotto)
Per le Camere è magro il bilancio di fine anno. Il Sole 24 ore 21 gennaio 2008. Dell’anno parlamentare che verrà poco si può dire, se non che al momento domina l’incertezza (si veda l’articolo sotto). Quello che è stato, invece, almeno una certezza, dettata dai numeri, l’ha lasciata: per approvare una legge le attuali Camere hanno impiegato mediamente 84 ore, contro le 43 richieste nel 2002, anno che si può prendere come riferimento, essendo stato, come quello appena passato, il secondo della legislatura. Il che, tradotto in leggi arrivate al traguardo, assegna un carniere assai più ricco al precedente Parlamento, che nel 2002 riuscì a far approvare definitivamente 130 provvedimenti, mentre l’attuale si è fermato a quota 68. La scarto si fa ancora più evidente se si mettono a confronto i primi 20 mesi dell’attuale e della passata legislatura. In questo caso, infatti, le ore necessarie per approvare una legge diventano il doppio: 94 contro le 47 impiegate dal "vecchio" Parlamento. E si amplia, di conseguenza, la forbice dei disegni di legge giunti in porto: erano 189 nel periodo compreso tra maggio 2001 e dicembre 2003, si sono ristretti a 94 fra aprile 2006 e fine dicembre 2007. Una differenza non imputabile alle ore che deputati e senatori hanno trascorso fra aula e commissioni, perché se è vero che tanto il numero di sedute che di ore dell’assemblea ha visto nei primi 20 mesi di questa legislatura una flessione (rispettivamente del 7 e del 4%) e che anche le riunioni delle commissioni sono, se pure in modo più contenuto, calate (-1%), le ore invece spese nelle attività delle commissioni sono aumentate (quasi il 5% in più). Questo non significa, automaticamente, che anche l’attuale Parlamento dovesse tenere una produzione legislativa in linea, dal punto di vista numerico, con quella del precedente. Anche perché, in tempi di delegificazione, può pesare la scelta di fare meno leggi, ma di qualità. E, dunque, più pensate. Questa, però, appare più una petizione di principio che una reale eventualità. Vero è, invece, che il monte di leggi approvate risente delle difficoltà che la maggioranza ha al Senato, dove i margini di manovra sono strettissimi e i rapporti di forza affidati a una manciata di voti. Eppure proprio Palazzo Madama ha dimostrato nel mese di dicembre 2007 un’alta produttività, superiore sia al mese di novembre, sia ai mesi di dicembre 2006 e 2002. I senatori sono, infatti, riusciti a portare al traguardo 15 disegni di legge, due dei quali approvati direttamente in commissione. Tra i provvedimenti approvati ci sono sette ratifiche e la conversione di un decreto legge (quello sull’autorizzazione integrata ambientale), ma c’è anche la Finanziaria e il bilancio di previsione, la riforma della Siae e il protocollo sul Welfare. Antonello Cherchi