Repubblica 24 gennaio 2008, Enrico Sisti, 24 gennaio 2008
Gemelli e scudetto. Repubblica 24 gennaio 2008. Non è impossibile, anzi è piuttosto frequente, che una coach donna porti la sua squadra a vincere il campionato di basket femminile dei college americani (NCAA)
Gemelli e scudetto. Repubblica 24 gennaio 2008. Non è impossibile, anzi è piuttosto frequente, che una coach donna porti la sua squadra a vincere il campionato di basket femminile dei college americani (NCAA). E non è certo una notizia se una donna, dopo un periodo che può oscillare fra le 32 e le 38 settimane, mette alla luce due gemelli. Il difficile è riuscire a ottenere entrambe le cose nell´arco di una stagione, senza scomporsi più di tanto, trasformando la panchina, finché è possibile, in una specie di ginnastica pre-parto. E´ quanto sta tentando di fare la giunonica Brenda Frese, 38 anni ad aprile, tecnico delle Maryland Terrapins. Più che mai quest´anno il team è in corsa per riconquistare il titolo nazionale dopo il trionfo del 2006 e molto del merito va alla cocciutaggine della bionda allenatrice che con il suo entusiasmo e la sua energia ha trasmesso qualcosa in più alle ragazze in campo. Qualcosa che è stato definito «il valore aggiunto della tempesta ormonale di un coach futura puerpera»: «Stavolta - dice la Frese - ci prendiamo tutto: io i gemelli e voi lo scudetto». Lei magari prima i gemelli e poi il titolo. Le ragazze in campo, almeno così sperano i dirigenti della University of Maryland Terrapins. Certo è una faticaccia. Per mesi la "big lady" del campionato femminile ha dormito un´ora a notte. Da novembre ha cominciato (in pratica è stata costretta dal suo medico) a rinunciare alle trasferte più lunghe limitandosi a collegarsi via satellite con i suoi vice: «Ci sono delle mattine in cui non riesco praticamente a camminare». Però non molla, anche se ormai, con il doppio traguardo in vista, rasenta l´esasperazione: «La complicazione non è l´essere incinta, ma esserlo di due gemelli (è la seconda coach del basket femminile, dopo Kristin Caruso della Longwood University, ad avere due gemelli, ndr). E´ come camminare su un tapis-roulant sistemato a livello 12. Non vedo l´ora di riavere indietro il mio corpo ma, al tempo stesso, una volta partorito, cercherò di tornare in campo prima possibile». Anche qui scatta la corsa al record: nel 2001 la sua collega Charli Turner Thorne tornò ad allenare la sua squadra in Arizona una settimana dopo aver partorito. Una marziana. E Agnus Berenato, ora madre di cinque figli e un tempo coach della squadra dell´University of Pittsburgh, fece talmente il diavolo a quattro in ospedale, quando le nacque il primo bambino, che furono costretti a dimetterla: «In pratica mi rilasciarono su cauzione». Da sei partite sulla panchina delle "Terps" c´è Daron Park. Lei si limita a presenziare via satellite dalla sua postazione casalinga. Sei vittorie in sei partite: «Ma è tutto merito di Brenda», ammette Park. Che però non ha lo stesso stile. Prima di sentire il peso dell´attesa, Brenda era infatti famosa (ampie testimonianze su youtube) per seguire le partite entrando in campo, fino a un metro oltre la linea, incitando la squadra e rampognando gli arbitri. «Troppa tolleranza, il suo comportamento è pericoloso per lei e per le atlete», hanno detto. Poi le hanno ricordato che in salotto l´aspettava una comoda poltrona. E da quel momento è scesa a più miti consigli. Il titolo, se arriverà, glielo porteranno a domicilio. Enrico Sisti