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 2008  gennaio 20 Domenica calendario

In quei taccuini l´ansia del genio. Repubblica 20 gennaio 2008. Sceneggiature, copioni, contratti, promemoria, lettere, carteggi, modelli, diari, agende di lavorazione, resoconti delle produzioni cinematografiche, appunti presi su taccuini e quaderni ma anche su pacchetti di sigarette, su biglietti di cinema e teatro dimenticati nelle tasche dei pantaloni

In quei taccuini l´ansia del genio. Repubblica 20 gennaio 2008. Sceneggiature, copioni, contratti, promemoria, lettere, carteggi, modelli, diari, agende di lavorazione, resoconti delle produzioni cinematografiche, appunti presi su taccuini e quaderni ma anche su pacchetti di sigarette, su biglietti di cinema e teatro dimenticati nelle tasche dei pantaloni. La storia di Orson Welles - «Public Energy Number One», lo definiva la stampa di allora -, della sua versatilità, dei suoi matrimoni, del suo esilio in Europa, della sua genialità è stata ricostruita attraverso centinaia di fogli scritti, disegnati, scarabocchiati, sottolineati, pagine-frammenti della sua creatività: i guizzi e la rabbia sul set, la voce polimorfa imprestata al cinema, alla radio, alla tv, il suo «costantly evolving project», progetto costantemente in evoluzione. Tutto in Orson Welles at work di Jean-Pierre Berthomé e François Thomas (Phaidon Press Limited, 69,95 euro, 320 pagine, nelle librerie inglesi e italiane da martedì prossimo). I due specialisti wellesiani - Berthomé insegna cinematografia all´Università di Renne 2, Thomas a Parigi 3 - hanno lavorato insieme per anni setacciando una montagna di materiale negli archivi europei e americani: «Welles è stato capace di costruire una carriera sul rifiuto di distinguere tra alta e bassa cultura, tra arte e intrattenimento. stato questo che lo ha fatto passare con estrema facilità da Shakespeare alle farse, alle detective stories». Uno slalom destinato a soddisfare i gusti degli altri e testimoniato da ventimila documenti messi insieme dal 1937 al 1949. Quelli dell´archivio del Mercury Theatre - società di produzione nata come compagnia teatrale creata da Welles - depositato alla Lilly Library dell´Università dell´Indiana e custodito da Richard Wilson, fedele collaboratore di Welles. Altre testimonianze arrivano dalla Cinemateca di Monaco, dove Oja Kodar, vedova dell´artista, ha lasciato gli elementi degli ultimi film e di quelli incompiuti. Più di quattrocento illustrazioni, foto scattate sul set, nelle location, storyboard, riproduzioni delle sceneggiature. C´è tutto quello che volevate sapere su The Lady from Shanghai, dalla rivoluzione nei capelli improvvisamente corti e ossigenati di Rita Hayworth, diventata celebre per la chioma rossa di Gilda, all´allestimento della galleria degli specchi infranti; sul magico bianco e nero di The Trial, Il processo tratto da Kafka; e poi Macbeth, Quarto potere, L´orgoglio degli Amberson, L´Infernale Quinlan, e naturalmente Othello. L´arte, i film, i cortometraggi, i lavori rimasti a metà, i programmi per la tv, le discussioni, i budget, soprattutto l´estrema rapidità con cui rivitalizzava, energizzava, reinventava la cinematografia della Hollywood anni Quaranta. «Stargli dietro era un´impresa - raccontano gli autori nell´introduzione - le sue caratteristiche erano soprattutto iperattività e turbolenza». «Usava un metodo infallibile - spiega Claudine Paquot, editore dei Cahiers du cinèma e curatrice del libro - piegava chiunque alla sua visione del mondo e ai suoi progetti, che erano quasi sempre da sperimentare». AMBRA SOMASCHINI