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 2008  gennaio 20 Domenica calendario

Naomi «la rossa» Quando la top model si scopre socialista. Corriere della Sera 20 gennaio 2008. Dietro la svolta la relazione col leader di Caracas, l’ammirazione per Fidel e l’amicizia con Nelson Mandela Naomi versione strega che aggredisce l’attrice-amica del cuore Yvonne Sciò (aveva un vestito uguale), e finisce in tribunale

Naomi «la rossa» Quando la top model si scopre socialista. Corriere della Sera 20 gennaio 2008. Dietro la svolta la relazione col leader di Caracas, l’ammirazione per Fidel e l’amicizia con Nelson Mandela Naomi versione strega che aggredisce l’attrice-amica del cuore Yvonne Sciò (aveva un vestito uguale), e finisce in tribunale. Naomi in salsa classista che lancia un telefonino ingioiellato alla cameriera (quattro punti di sutura), ed è condannata a lavori socialmente utili (cinque giorni). O più banalmente Naomi Supermodel che non tollera rivali e litiga a sangue (per anni) con la collega americana Tyra Banks (riconciliazione in tv nel 2005, ma era vera?). Tutta acqua passata, pare. Perché l’ex ragazzina terribile nata da madre giamaicana e padre afro-caraibico-cinese in uno dei peggiori quartieri di Londra (Streatham, zona Brixton) a quanto sembra è diventata buona. Non solo: avrebbe sviluppato una coscienza politica impensabile finora sotto i Ralph Lauren e i Versace, nei party sesso-droga di Malindi e Manhattan, tra un capriccio e una scenata sullo yacht dell’ex fidanzato Briatore. Qualcuno, anzi, pensa che sia perfino diventata «comunista», o almeno socialista. Con una conversione speculare a quella dell’ex collega Carla Bruni, passata da raffinata artista gauchiste afidanzata- moglie stile Disney di un presidente di destra. Merito (o colpa) di quei cinque giorni passati spazzando il quartier generale della nettezza urbana di New York («la lezione è servita, la mia vita è cambiata »). O più probabilmente, come nel caso dell’ex collega in arrivo all’Eliseo, di influenza esterna. «Chercher l’homme», in altri termini. O meglio, cercate gli uomini. A partire da Hugo Chávez, presidente del Venezuela difficilmente definibile comunista (è un ex parà), ma sicuramente anti-Usa, anti- Bush, anti-Impero. Fidanzatosi due mesi fa (secondo la stampa venezuelana) proprio con lei: «Tra la bellezza d’ebano e il caudillo – ha scritto El Universal – c’è ormai un intenso innamoramento reciproco ». Cresciuto nei numerosi «incontri furtivi» avvenuti tra i due a Caracas (all’hotel Melia, in spiaggia, a palazzo). Suggellato in novembre dall’intervista esclusiva del leader alla modella ormai 37enne ma sempre top. Dal Billonaire al Bolivarista, quindi, che Naomi ha definito «amabile» ma anche «un toro ». E con il quale condividerebbe varie passioni: l’anti- americanismo («io odio Bush », le hanno attribuito i media brasiliani, durante una sua visita al presidente Lula, altro «comunista»). Le campagne per i bambini poveri (la modella è testimonial da anni della Fondazione Nelson Mandela). Soprattutto l’ammirazione per Castro. «Molto intelligente, molto elegante», l’ha definito lei, che già nel 1988 con Kate Moss realizzò «il sogno dorato di una vita», incontrandolo per 90 minuti al Palacio de la Revolución all’Avana. «Castro è una fonte d’ispirazione per il mondo intero», ha aggiunto, annunciando che la prossima intervista esclusiva sarà proprio al líder máximo (finora reticente). A Cuba, in dicembre, l’ex strega della moda aveva presenziato al vertice anti-imperialista PetroCaribe, visitato con Chávez le «petrocasas», villette regalate dal presidente-fidanzato ai poveri di Cienfuegos. Sperato, appunto, in un incontro con Fidel, l’altro uomo alla base della sua svolta a sinistra. E certo un terzo uomo, Nelson Mandela, ha contribuito a creare nella top model una nuova coscienza. O meglio quell’ «orgoglio nero» che le mancava in passato, quando si faceva schiarire la pelle al computer, per pubblicizzare cosmetici. Amico da anni, Mandela. Solo da mesi, invece, Naomi ha lanciato una sua crociata all’insegna del «black pride». Attaccando la rivista Vogue per discriminazione contro le modelle nere (nel 1987 fu lei la prima a comparirne in copertina, ma da anni è snobbata). Annunciando il progetto di un’agenzia per sole indossatrici di colore con base in Kenya. «Devo migliorare, diventare più buona», ripete da qualche mese Naomi Campbell a chi le è vicino. Parla del bambino che vuole avere, dell’amore che attende (forse ora trovato), del rapporto con Dio. Non di rivoluzione, a dire il vero. E forse qualche dubbio sul suo «socialismo » è lecito. «Gustan a Naomi los hombres con poder», titolava ieri un giornale messicano. Le piacciono gli uomini di potere. Meglio di sinistra, ma non necessariamente. Dopo Fidel, ha già detto, l’intervista esclusiva a cui punta è con Nicolas Sarkozy. Cecilia Zecchinelli