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 2008  gennaio 24 Giovedì calendario

Processo alle banche centrali «La Fed? Ha vinto il panico». Corriere della Sera 24 gennaio 2008. DAVOS – «Hanno perso il controllo della situazione», scandisce George Soros, il finanziere che nel Settembre 1992 «affondò » la sterlina

Processo alle banche centrali «La Fed? Ha vinto il panico». Corriere della Sera 24 gennaio 2008. DAVOS – «Hanno perso il controllo della situazione», scandisce George Soros, il finanziere che nel Settembre 1992 «affondò » la sterlina. « difficile dare un giudizio positivo su quello che hanno fatto negli ultimi sei mesi», gli fa eco l’ex segretario Usa al Tesoro Lawrence Summers. «Stiamo assistendo alle prevedibili conseguenze di una cattiva gestione dell’economia», rincara Joseph Stiglitz, premio Nobel 2001. E Stephen Roach, ascoltato economista di Morgan Stanley arriva addirittura a parlare di comportamenti irresponsabili».  un autentico processo ai banchieri centrali quello che è andato in scena ieri al primo giorno di lavori del World Economic Forum, a Davos, dove come ogni anno sono riuniti oltre 2.500 leader della politica, dell’economia, della finanza e della cultura mondiale. La debacle dei mercati innescata dai mutui immobiliari Usa, destinata molto probabilmente a provocare una lunga recessione in America e una frenata della crescita nel resto del pianeta, ha sollevato un coro di critiche verso la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea (in misura minore anche la Banca del Giappone) che sono ampiamente condivise dalla platea di businessmen presenti nella cittadina svizzera. Secondo un sondaggio condotto da Cnbc, il 59% è convinto che gli istituti centrali non abbiano saputo prevenire nè gestire la crisi. Sotto accusa è soprattutto la Fed, totalmente «succube dei mercati finanziari» secondo Roach. La sua è un’analisi (feroce) che abbraccia gli ultimi otto anni, da quelli sotto la guida del grande timoniere Alan Greenspan fino all’attuale gestione di Ben Bernanke. «Hanno lasciato che si formasse una bolla speculativa sui titoli in borsa, poi la bolla creditizia, poi la bolla dei mutui immobiliari - spiega - . E adesso, tagliando dal 4,25% al 3,5% i tassi solo per evitare un altro crollo di Wall Street, la Fed rischia di alimentare di nuovo una bolla speculativa». Per l’economista di Morgan Stanley, insomma, «mantenere una politica monetaria accomodante» non fa altro che «aggiungere problemi a problemi». Di questa opinione anche Summers, secondo il quale va messa nel conto anche la colpevole «mancanza di coordinamento» dimostrata dalle grandi banche centrali, troppo «orgogliose della propria autonomia». Più morbido appare invece l’ex segretario Usa John Snow: «Possono certo esserci stati errori nel recente passato, ma l’intervento sui tassi di lunedì dimostra che la Fed ha messo a fuoco il trend negativo dell’economia ed è pronta ad affrontarlo». Contro la Bce di Jean Claude Trichet si concentrano invece le consuete critiche di un eccesso di rigidità, troppa attenzione alla ripresa di tensioni inflattive anziché verso il rallentamento della crescita. «L’istituto di Francoforte deve semplicemente tagliare i tassi, e farlo subito», sintetizzano Nouriel Roubini, ormai visto (anche a Davos) come l’economista che per primo, lo scorso anno, ha «previsto» l’inevitabile crisi che i mutui Usa avrebbero provocato. Ma altri addetti ai lavori esprimono giudizi più lusinghieri sulla Banca di Eurolandia. «Preferisco Trichet a Bernanke - taglia corto Domenico Siniscalco - . Ha saputo mantenere i tassi stabili pur immettendo liquidità nel sistema. Ha cioè fatto fronte alle necessità di credito senza perdere di vista l’obiettivo di tenere sotto controllo l’inflazione». L’ex ministro dell’Economia, ora vice presidente di Morgan Stanley per l’Europa, tiene a sottolineare le strategie completamente divergenti delle tre banche centrali: «Tassi fermi e liquidità per la Bce, giù i tassi e poca liquidità per la Fed, nè l’uno nè l’altra per la Banca del Giappone». Giancarlo Radice