Libro, 26 gennaio 2008
Luigi Ferrarella, Fine pena mai, Il Saggiatore, 2007, 220 pagine, 15 euro. Irragionevolezza. "Se lo Stato italiano dovesse risarcire tutti i danneggiati della irragionevole durata dei processi, non basterebbero tre leggi Finanziarie" (il presidente della Cassazione, Gaetano Nicastro, nel gennaio 2007)
Luigi Ferrarella, Fine pena mai, Il Saggiatore, 2007, 220 pagine, 15 euro. Irragionevolezza. "Se lo Stato italiano dovesse risarcire tutti i danneggiati della irragionevole durata dei processi, non basterebbero tre leggi Finanziarie" (il presidente della Cassazione, Gaetano Nicastro, nel gennaio 2007). Risarcimenti liquidati in Italia alle vittime dei processi troppo lunghi nel 2006: 18 milioni di euro; negli ultimi cinque anni: 42 milioni di euro (secondo la stima del ministero dell’Economia di dicembre, ogni anno almeno 100 mila cittadini hanno potenzialmente diritto all’indennizzo). Cedu. Condanne inflitte all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione del principio della ragionevole durata dei processi: oltre mille (prima dell’allargamento a est, più di tutti gli altri Paesi, comunque cinque volte più della Francia e della Spagna, venti volte più dell’Austria, cinquanta volte più della Gran Bretagna). Paradossi. Istanze di indennizzo per equa riparazione del danno da irragionevole durata del processo, presentate nel 2003: 5.510; nel 2004: 8.907; nel 2005: 12.130 (i ricorsi in Cassazione per ottenere una liquidazione maggiore, dal 2004 al 2005 sono raddoppiati: da 1.157 a oltre 2.200). Durata media del processo per accertare se la durata di un processo è stata irragionevole: otto mesi (due anni a Roma nel 2005; diciannove mesi ad Ancona, sedici a Firenze, quattordici a Palermo, un anno a Genova e a Reggio Calabria). L’eurodeputato olandese Erik Jurgens, nella sua relazione all’assemblea del 2005: "La situazione è paradossale e persino perversa nel meccanismo". Pignoramenti. La novantenne ricorrente di Perugia, che non riuscendo a farsi liquidare gli ottomila euro di equa riparazione che la Corte d’Appello le aveva riconosciuto, ha chiesto di pignorare le fotocopiatrici del ministero della Giustizia (nel 2006 lo Stato ha subito 1.272 pignoramenti e 1.091 precetti per lo stesso motivo). Responsabilità. Il procuratore generale presso la Cassazione, Mario Delli Priscoli: "La durata dei processi risulta quasi sempre conseguenza di difficoltà operative e strutturali, piuttosto che di responsabilità di singoli magistrati" (nel 2006 sono stati istruiti 3.612 procedimenti disciplinari, con l’esito di nessuna condanna). Litigiosità. Percentuale di magistrati togati ogni diecimila abitanti in Italia: 1,39 per cento; in Europa: 0,91 per cento (il volume di domande di giustizia in Italia è il doppio di quello tedesco e francese). Turni. Capienza del palazzo di giustizia di Torre Annunziata: 54 persone; dipendenti in servizio: 113 (dati del 2004). Il procuratore Diego Marmo: "Per le altre 59 non solo non sono disponibili né sedie né scrivanie, ma non vi è posto nemmeno per ospitarle in posizione verticale" (per rimediare parzialmente sono stati fissati doppi turni di lavoro). Topi. Il procuratore capo di Torre Annuziata, ricevendo in visita il ministro Mastella: "Stamattina per accoglierla abbiamo dovuto rimuovere due grossi topi, perché qui neanche le norme di igiene vengono rispettate. Se volete bloccare la magistratura, non servono provvedimenti specifici: basta lasciarci in queste condizioni" (nella sezione distaccata di Castellammare in sei anni sono stati accertati tre accessi furtivi, con la sottrazione di oltre 500 fascicoli civili e dei corpi di reato custoditi in cassaforte). Carrelli. L’Anm, nel 2004, a proposito degli uffici giudiziari di Roma (il più grande tribunale d’Europa): "Per il trasporto di fascicoli vengono utilizzati carrelli da supermercato, che non si sa bene come siano pervenuti nei vari uffici". Tangenti. Il palazzo di giustizia di Gela, appena ultimato, sequestrato dalla magistratura prima di essere inaugurato: la ditta che lo ha costruito è accusata di avere risparmiato sul calcestruzzo per accantonare fondi neri con cui pagare tangenti ai mafiosi. Intercettazioni. Costo delle intercettazioni eseguite dal 2001 al 2006: 1 miliardo 350 milioni di euro. Le intercettazioni sono svolte (personalmente attraverso la polizia giudiziaria), con strumenti presi a noleggio. Variazione del costo dei contratti di affitto stipulati dai vari uffici: da 1 a 18. Costo medio di ogni utenza intercettata: 2.052 euro (a Roma 555 euro, a Cagliari: 8.983 euro). Gratuito patrocinio. Imputati ammessi al gratuito patrocinio nel 2007: 84 mila, per un costo totale di 70 milioni di euro. Per essere ammessi basta autocertificare un reddito inferiore ai 9.296 euro. Unica causa di inammissibilità (ma solo dalla fine del 2007): avere riportato una condanna definitiva per reati gravi, come l’associazione mafiosa e lo spaccio di droga (al gratuito patrocinio sono ammessi anche i latitanti). Ancona. Somma erogata a titolo di gratuito patrocinio ad Ancona in un solo trimestre nel 2006: 745 mila euro; ammontare delle spese di ufficio di tutto il distretto per l’intero anno 2006: 99 mila euro. Condanne. Percentuale delle sanzioni pecuniarie e delle spese processuali (al cui vengono condannati gli imputati giudicati colpevoli), effettivamente incassata dal ministero della Giustizia: dal 3 al 5 per cento, per una perdita di 750 milioni, in pene pecuniarie, e 112 milioni, in spese processuali, calcolata sul primo semestre del 2007 (stima del ministero della Giustizia). Ammontare delle spese di giustizia pagate dallo Stato dal 2001 al 2003: 1 miliardo 219 milioni di euro (soldi recuperati dai condannati: 220 milioni). Permanenza di flusso. Denunciata nel 2007 dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera, significa che la gente entra, e dopo poco esce dalle carceri. Due terzi degli imputati restano in cella per meno di un mese, un terzo di chi è già condannato sconta in carcere tra i 6 e i 12 mesi. Nel 2007 sono entrati nei penitenziari italiani 90 mila detenuti, e ne sono usciti 88 mila, restati in carcere frequentemente meno di 90/120 giorni. Aggiornamento. "Il carcere, nell’afflusso di massa per permanenze brevi, è paragonabile a una grande caserma di polizia, dove è facile entrare e ancor più facile uscire, senza aver avuto il tempo di imparare nulla, salvo l’occasione di incontrare persone sbagliate. Bisogna impedire che la carcerazione di flusso divenga scuola di criminalità o corso di aggiornamento criminale" (Sebastiano Ardita, capo del Dap). Sovraffollamento. Capienza massima delle carceri italiane: 43.140 posti. Detenuti nel luglio 2006 (all’entrata in vigore dell’indulto): 60.718; nel settembre 2006: 38.326; nell’ottobre 2007: 47.613. Aumento medio della popolazione detenuta: mille unità al mese. "Tra un mese potrebbe essere raggiunto il nuovo livello pre-indulto" (Sebastiano Ardita, capo del Dap, nell’ottobre scorso). Indulto. Ex detenuti che hanno beneficiato dell’indulto tornati in carcere: uno su quattro (6.600, per due terzi italiani). Ex detenuti che nel giro di cinque anni tornano a delinquere dopo avere espiato tutta la pena: il 68 per cento. Rapine. L’Associazione bancaria italiana, che ha denunciato di aver subito un aumento di rapine nel primo mese dopo l’indulto: da 0,52 per cento sportelli a 0,78. Perdite. Ammontare delle pene pecuniarie, già inflitte, indultate nel 2006 solo a Milano: tra 40 e 80 milioni di euro. Prescrizioni. Per tre quarti maturano in fase di indagine preliminare, cioè prima che inizi il processo. Tagli. Fondi stanziati alla Giustizia nel 2007: 7,7 miliardi di euro. Esclusi stipendi di magistrati e dipendenti amministrativi (5 miliardi), i fondi per la gestione ordinaria, dal 2002 al 2007, sono diminuiti del 52 per cento. Supplemento necessario rispetto alla Finanziaria, a metà 2007, solo per garantire la gestione ordinaria fino alla fine dell’anno: 267 milioni (nel 2006 il decreto Bersani ha fissato come obiettivo il dimezzamento degli stanziamenti nel giro di tre anni). Debiti. Debiti attuali del ministero della Giustizia: 146 milioni verso i fornitori di computer e assistenza informatica; 54 milioni verso le Poste; 20 milioni verso i Comuni per tasse sui rifiuti solidi urbani non pagati. Rinvii. Rinvii disposti dai giudici romani penali in udienza (tra aprile e maggio 2007), per omesse o irregolari notifiche: il 13,4 per cento. La successiva udienza è stata fissata a distanza di 134 giorni (nei processi davanti al tribunale collegiale), di 152 giorni (nei processi davanti ai giudici monocratici). Testimoni. Indennità giornaliera spettante ai testimoni di giustizia: 0,36 euro (0,72 se non sono residenti nel Comune in cui ha sede l’ufficio presso il quale essi sono sentiti). Annullamenti. Il camorrista di Scampia, scarcerato dal Tribunale di Riesame, che aveva annullato l’arresto per la mancanza di una pagina dell’ordinanza di custodia cautelare, causata dal cattivo funzionamento di una vecchia fotocopiatrice. Insufficienza. "Al posto delle assoluzioni per insufficienza di prove, tra poco arriveranno le assoluzioni per insufficienza di fondi" (il procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli). Disparità. Risarcimento del danno biologico (lesione dell’integrità psicofisica), riconosciuto dai giudici di Milano alla vittima di un infortunio sul lavoro in cui abbia perso due mani (invalidità del 70 per cento): 420 mila euro; a Roma: 600 mila euro. Esecuzioni. Durata media delle procedure esecutive in Italia: quattro anni e mezzo (ma 18 mesi a Monza, e 11 anni e mezzo a Palermo). In Europa: un anno (in Germania 9 mesi, in Francia 17 mesi; in Francia 17 mesi). Durata media di un procedimento di lavoro in primo grado di giudizio in Italia: oltre due anni (uno in Francia; meno di sei mesi in Germania). Economia. "Se le regole sono chiare e vengono presidiate con efficacia, gli operatori si comporteranno mediamente in modo corretto e onesto" (Donato Masciandaro, docente della Bocconi). Decreto ingiuntivo telematico. L’avvocato del ricorrente creditore rivolge telematicamente la domanda al tribunale, con tutti i documenti di prova digitalizzati (l’atto è inoltrato a Napoli, punto di accesso nazionale della sperimentazione del processo civile telematico, che lo gira al ruolo generale del tribunale competente). Ricevuti gli atti, il giudice incaricato studia il ricorso, e, se accoglie l’istanza, emette il decreto ingiuntivo a firma digitale (tra i 3 e i 15 giorni da quando la domanda è stata inoltrata, contro i 60 necessari col sistema cartaceo). Nel 2006 la sperimentazione a Milano ha fatto risparmiare a cittadini e imprese tra i 12 e i 14 milioni di euro (contro un investimento di 100 mila euro). Testo elaborato da Paola Bellone