Varie, 25 gennaio 2008
Sette ragazzi britannici tra i 17 e i 27 anni. Originari di Bridgend, sonnolenta cittadina del Galles, si conoscevano tutti, passavano ore a chattare sul sito per adolescenti Bebo e forse, giudicando assai eccitante guadagnarsi un epitaffio online, avevano stretto un patto in cui s’impegnavano a impiccarsi uno dopo l’altro
Sette ragazzi britannici tra i 17 e i 27 anni. Originari di Bridgend, sonnolenta cittadina del Galles, si conoscevano tutti, passavano ore a chattare sul sito per adolescenti Bebo e forse, giudicando assai eccitante guadagnarsi un epitaffio online, avevano stretto un patto in cui s’impegnavano a impiccarsi uno dopo l’altro. Il primo fu Dale Crole, diciottenne, disturbato di mente, che nel gennaio 2007 legò una corda alla trave di un magazzino abbandonato, l’altro capo se lo strinse attorno al collo, e si lasciò penzolare. Il giorno dopo il compagno di scuola David Dilling, 19 anni, andò a impiccarsi vicino a casa sua. Thomas Davies, 20 anni, tranquillo, sorriso pulito, comprò il vestito per il funerale degli amici, due giorni prima delle esequie rassicurò la mamma che mai l’avrebbe fatta soffrire seguendo l’esempio dei primi due e invece s’appese a un albero; mesi dopo il suo amico Zachary Barnes, 17 anni, bravo e volenteroso, volle imitarlo ma impiccandosi a un filo appendipanni; il 27 dicembre fu la volta di Liam Clarcke, 20, molto amico di Dale Crole e compagno di scuola di Thomas Davies, che scelse di morire in un parco; all’inizio di questo mese, Gareth Morgan, 27 anni - padre di una bambina bambina di 8 anni, compagno di bevute di Liam, da tutti giudicato un gigante buono - fu trovato appeso nella sua stanza da letto. Per lui Natasha Randall, bellissima, diciassettenne, studi da puericultrice, lasciò su Bebo un messaggio commemorativo («Riposa in pace, caro Clarky. Mi mancherai. Ti voglio bene. Anch’io») e si impiccò alle sei del pomeriggio di giovedì 24 gennaio con i genitori in casa. Al settimo cadavere, e visto che dopo ogni morte comparivano cippi commemorativi online, gli investigatori si son convinti che tra i sette suicidi c’è un legame ed hanno organizzato un’apposita task force. Nel giro di pochi mesi a Bridgend nel Galles.